Pensioni 2019: bufera sulle domande per Quota 100. Tria: misura necessaria

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni giallo-verde e Quota 100. Le dichiarazioni di Tria. Le osservazioni di D'Achille, Armiliato e Metassi sulle domande per Quota 100.

Pensioni 2019: Quota 100 e rivalutazione, le ultime novità

Quota 100 era necessaria, perché corregge i problemi di transizione creati dalla legge Fornero. Peraltro, soprattutto nel settore pubblico dove il turn over è ancora al 100%, consentirà un utile aggiornamento delle competenze contribuendo a svecchiare un organico con la più alta età media fra i Paesi Ocse. Quanto alla sua durata, il provvedimento è triennale e quindi temporaneo“, ha dichiarato il Ministro dell’Economia Giovanni Tria in un’intervista rilasciata al Messaggero.

Le domande per andare in pensione anticipatamente con Quota 100 sono da qualche giorno al centro dell’attenzione mediatica. Nella nota in cui ha smentito di aver riservato una corsia preferenziale alle domande presentate per Quota 100, l’Ente previdenziale ha dichiarato di avere “autorizzato, al ricorrere dei prescritti requisiti, la liquidazione delle prestazioni pensionistiche in via provvisoria sulla base delle dichiarazioni di cessazione dell’attività di lavoro dipendente contenute nella domanda, fermo restando le successive verifiche e l’eventuale recupero di somme indebitamente erogate”.

Al 26 marzo 2019 risultano essere state respinte il 18,13% delle domande presentate per l’accesso al nuovo strumento per le pensioni anticipate. “La principale causa, non aver presentato anche le dimissioni. Suppongo quindi che le l’INPS ha prima accettato le domande e disposto i pagamenti, e soltanto dopo ha iniziato a fare verifiche. Da qui ad immaginare che non sia stato contemplato nemmeno il conteggio dei 35 anni di versamenti effettivi, non mi sembra azzardato. Se così fosse, aspettiamoci altre migliaia di domande prima accettate e poi respinte!“, ha osservato Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”. “In effetti, lavorare di fretta non va mai d’accordo con il lavorare bene. Noi lavoratori lo sappiamo bene”, ha precisato D’Achille.

Armiliato: “È una follia”

“Purtroppo per definire questa critica situazione, le parole perdono significato: come si fa a non essere angosciati dal fatto che un certo numero di lavoratori (speriamo il più basso possibile…)si siano dimessi, abbiano ricevuto l’assegno di pensione che oggi debbono non solo restituire, che sarebbe nulla, confronto al fatto che si trovano senza lavoro e senza reddito alcuno? Cosa dire se non che il Governo mandante di questa operazione, complice l’INPS, sta creando una popolazione di nuovi ESODATI? Le parole, come sopra detto, “stanno a zero”, ce n’è solo una che è accreditabile in questi casi: #follia”, ha dichiarato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

Precedenza a Quota 100? Il punto di Mauro D’Achille e Luigi Metassi

A proposito della priorità che sarebbe stata assegnata dall’Inps alle domande per Quota 100, Mauro D’Achille ha osservato in un post: ” Per verificare i requisiti ai lavoratori precoci e all’ape social, l’INPS ha sempre avuto tempi lunghissimi (anche 11 mesi tra domanda ed erogazione del primo rateo), mentre per quota cento so per certo che in molti casi le è stata sufficiente una settimana! Veramente si può pensare che sia una casualità?
I ritardi nella erogazione di opzione donna, saranno casuali? È giustificabile lavorare così di fretta e così male, al punto di dover poi revocare la pensione a chi nel frattempo si è dimesso?”.

“Personalmente ritengo che si sia voluto anteporre l’immagine alla cautela”, ha dichiarato a MyMagazine Luigi Metassi, amministratore del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”. “Non dimentichiamo che viviamo in un paese in cui il solo presentare una istanza online è un problema che, in particolare nel mondo dei sessantenni ma non solo, spiazza il 90% e oltre delle persone. Per altro verso, è lo constatiamo anche nel mondo esodati, nelle convinzioni di tanti, il solo fatto di aver presentato una istanza o di aver superato un primo step di una serie di verifiche dei requisiti, si traduce immediatamente nella presunzione di un diritto certificato. La classica corsa alla conquista dell’Eldorado era più che scontata”, ha osservato Metassi.

Esibire il numero di domande presentate per Quota 100 “servirà di sicuro a chi ha interesse a mettere in luce il livello di gradimento del provvedimento. Non so quanto potrà servire a chi ha speso inutilmente il suo tempo ad ingolfare il back-end dell’istituto previdenziale e le sale d’attesa dei patronati. Per non parlare di chi le dimissioni magari le ha presentate con la falsa convinzione che dovessero essere antecedenti solo alla decorrenza o le ha presentate nella certezza tutta sua che la misura, nel frattempo, non vada incontro agli effetti perversi della clausola di salvaguardia. Il mio timore è che la superficialità nell’emanazione delle leggi, in particolare quelle a carattere previdenziale, possa facilmente rivelarsi un buon viatico a generare nuove schiere di disperati privati tanto del lavoro che della pensione”.

Per l’amministratore del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”  i veri esodati “sono tali in quanto una legge retroattiva ha agito pesantemente sulle loro legittime aspettative. Fatto, questo, che la sentenza costituzionale 822/1988 ben descrive, definendola una eventualità inammissibile”. “Qui il discorso è diverso anche se gli effetti rischiano di diventare gli stessi e, nel caso,  per questi lavoratori sarà necessario intervenire per rimediare agli errori indotti da un legislatore eccessivamente ansioso di dare attuazione al proprio progetto. Come dire: la gatta frettolosa finisce col fare i gattini ciechi”, ha concluso Metassi.

Esodati non salvaguardati: le ultime novità

Una delegazione del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” ha incontrato il dott. Raffaele Fontana presso il Ministero del Lavoro. Si legge nel resoconto condiviso con altri Comitati presenti: “Il dott Raffaele Fontana sentita la discussione riferirà a Durigon, a Di Maio, al MEF”.

“Dall’incontro presso il Ministero del Lavoro, sono emerse incoraggianti premesse in direzione di
una possibile soluzione condivisibile tra le parti. Maggiori dettagli li forniremo successivamente a questo comunicato. Si precisa comunque che si tratta per ora di un primo spiraglio e c’è ancora molto lavoro da fare, pressioni e presidi a MdL , MEF, per giungere ad una soluzione concreta”, chiarisce il comunicato. Nel corso dell’incontro sono state sottoposte cinque proposte per la risoluzione della questione degli esodati non salvaguardati.

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