Riforma pensioni: slitta ancora il decreto per Quota 100

Le ultime novità sulla riforma dlele pensioni e Quota 100. Le dichiarazioni di Di Maio, Durigon e Salvini. Damiano spinge per la nona salvaguardia

Pensioni 2018: età pensionabile e flessibilità in uscita

Nonostante l’annuncio del Premier Giuseppe Conte che ieri sarebbe stato portato in Consiglio dei Ministri, per l’approvazione, il decreto legge con Quota 100, il Reddito di cittadinanza ed altri interventi sulle pensioni, si è verificato un nuovo rinvio. Il tutto sarebbe rimandato alla prossima settimana, probabilmente a mercoledì. A conferma di questa indiscrezione le parole del sottosegretario a Ministero dell’economia, Massimo Garavaglia, il quale ha dichiarato a Sky Tg24 Economia che il varo dell’atteso decreto è previsto per la prossima settimana. ‘Noi aspettiamo da anni di mettere una pezza alla Fornero, che ha creato tanti danni a cittadini. Bisogna fare tutto e bene”, ha precisato, motivando le ragioni dello slittamento.

Il rinvio sarebbe frutto del mancato accordo tra le due componenti politiche del Governo sulla questione delle pensioni d’invalidità. Di Maio, interpellato da Adnkronos ha affermato: “Oggi il sottosegretario Claudio Durigon, che è uomo della Lega, ha fatto chiarezza precisando che 260mila invalidi avranno una pensione di invalidità più alta. Mi fa piacere e conferma la sua serietà e plaudo al fatto che Durigon non voglia rallentare l’introduzione del reddito di cittadinanza”.

Il pentastellato ritiene una misura esaustiva il Reddito di cittadinanza, che, a suo dire, darà sostegno anche ai disabili che vivono sotto la soglia di povertà. “Ricordo che Quota 100 viaggia col Reddito di cittadinanza, è davvero assurdo si rallenti tutto”, ha dichiarato il Vice Premier. “Sentirò Di Maio. Noi il reddito di cittadinanza senza la parte sulle pensioni d’invalidità non lo votiamo. Spero che manchi qualche tabella…”, ha dichiarato Matteo Salvini da Varsavia. Esclusa la possibilità di aumentare le risorse necessarie per le riforme, il nodo resta.

Quota 100: la questione degli interessi sul TFS/TFR

Il  sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, qualche giorno fa ha assicurato che in regime di pensionamento con Quota 100, gli interessi per la liquidazione anticipata del TFS saranno a carico dello Stato.La Fp Cgil ha chiesto chiarezza, viste le ultime dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.

“Quindi il ministro ancora una volta, in questo caso a distanza di meno di 24 ore, smentisce se stesso dichiarando apertamente che si metteranno le mani nelle tasche dei lavoratori pubblici” ha affermato il segretario generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, commentando le parole del Ministro Bongiorno, che oggi, a differenza di quanto affermato ieri, sostiene che solo una parte degli interessi per avere subito la buonuscita sarà a carico dello Stato.

È un problema del governo aver determinato una disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e lavoratori privati e una penalizzazione per i dipendenti pubblici e ora, addirittura, dovrebbero pagare in parte il percepimento anticipato del TFR/TFS che è, ricordiamolo, accantonamento di parte di salario. Non ci stiamo, contrasteremo questa ingiustizia”, ha concluso Sorrentino.

Esodati e nona salvaguardia, un problema non ancora risolto

Si è svolto ieri un presidio davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, organizzato dal Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” per  sollecitare la predisposizione della nona salvaguardia dei 6.000 esodati rimasti ancora senza tutela. “Il Governo, nel decreto che sta definendo, deve inserire la nona e ultima salvaguardia degli esodati, che riguarda al massimo 6.000 lavoratori da anni disoccupati e senza pensione”, ha dichiarato Cesare Damiano, dirigente del Pd, che ha partecipato al presidio. “Se non si risolve questo problema, mentre si propaganda il Reddito di cittadinanza, si creano nuovi poveri. Sarebbe contraddittorio”, ha osservato.

Anche per quanto riguarda l’Ape sociale, non è sufficiente il suo prolungamento: bisogna anche migliorare la normativa rimuovendo l’ostacolo che impedisce la sua fruizione ai disoccupati che, avendo i requisiti di 63 anni e 30 di contributi, non hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali”. “Questa modifica, in parte, aiuterebbe a risolvere il problema della nona salvaguardia”, ha concluso.

Destano preoccupazione negli esodati le affermazioni di Damiano, che ritengono improprio collegare l’Ape sociale con la nona salvaguardia, in quanto si tratta di un intervento assistenziale che non può rappresentare una soluzione per gli esodati a cui deve essere riconosciuto un diritto che è stato loro negato.

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