Riforma pensioni: novità sull’aumento pensioni minime, anticipate, pensioni d’oro, Quota 100, quattordicesima

Riforma pensioni: novità sulla quota 100, pensioni anticipate, aumento delle minime, taglio pensioni d'oro, vitalizi ed erogazione della quattordicesima.

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Continua il dibattito sulle nuove proposte del governo sul fronte delle pensioni. Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, intervenendo al congresso della Uil, è tornato sul tema del taglio dei vitalizi e delle pensioni d’oro, dichiarando: “Dopo i vitalizi, passeremo alle pensioni d’oro superiori ai 5mila euro netti mensili”.

Il vicepremier ha poi annunciato che la prossima settimana potrebbe essere quella “buona” per l’abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari: “E’ una questione di giustizia sociale, dobbiamo ricominciare a mettere al centro alcuni segnali istituzionali, poi passeremo anche alle pensioni d’oro, che sopra i 5mila euro netti vanno tagliate se non hai versato i contributi“.

Taglio delle pensioni d’oro e aumento delle pensioni minime.

Anche in un post pubblicato su Facebook Luigi Di Maio ha rilanciato la promessa di abolire le pensioni d’oro e di aumentare le minime. “Sia chiaro chi si merita pensioni alte per avere versato i giusti contributi ne ha tutto il diritto, ma quest’estate per i nababbi a spese dello Stato sarà diversa.

Vogliamo finalmente abolire le pensioni d’oro che per legge avranno un tetto di 4.000 / 5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima, perché grazie al miliardo che risparmieremo potremo aumentare le pensioni minime. Quest’estate non ci sono i mondiali, ma presto avremo qualcosa da festeggiare: la fine delle pensioni d’oro e l’inizio di un’Italia più giusta”.

La posizione di Riccardo Fraccaro su pensioni minime e pensioni d’oro.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro commenta così la proposta di Di Maio, all’agenzia Adnkronos:“Le pensioni d’oro vanno abolite senza se e senza ma, si tratta di privilegi inaccettabili che nella Terza Repubblica devono essere definitivamente superati. Bene ha fatto il ministro Di Maio a richiamare un principio di equità sociale che il Governo si impegna ad attuare come previsto dal contratto.

Sarà la politica a dare il buon esempio con l’eliminazione dei vitalizi, che porteremo a termine già nei prossimi giorni alla Camera. Il cambiamento chiesto dai cittadini è arrivato”.

Il nostro programma, aggiunge, “prevede espressamente il taglio delle pensioni sopra i 5mila euro non giustificate dai contributi versati. Il sistema previdenziale dev’essere riequilibrato con finalità solidaristiche, aumentando le pensioni minime per assicurare condizioni dignitose a tutti. Anche gli assegni d’oro degli ex parlamentari devono essere ricalcolati con il metodo contributivo, esattamente come avviene per la generalità dei cittadini. è per rispetto nei loro confronti che il Governo continuerà ad agire all’insegna della giustizia sociale”.

Il Codacons commenta le proposte del vicepremier Luigi Di Maio.

Il Codacons, commentando la proposta del vicepremier, Luigi Di Maio, di intervenire sulle pensioni d’oro, evidenzia come queste ultime rappresentino una grave forma di disuguaglianza economica e sociale. Confrontando gli ultimi dati Istat e Inps si scopre che in Italia sono poco più di un milione (il 6,8% del totale) le pensioni superiori ai 3.000 euro mensili, per un controvalore che sfiora i 30 miliardi di euro annui.

Sottolinea il Codacons: ”Se da un lato c’è chi può contare su pensioni di lusso, dall’altro ci sono 1,68 milioni di pensionati con un assegno che non raggiunge i 500 euro mensili (10,8% del totale) e che fanno la fame non potendo contare su un reddito dignitoso”.

Per questo, spiega il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, ”riteniamo corretta la decisione di intervenire sulle pensioni più alte ed eliminare le gravi disuguaglianze che pesano sulla collettività. Una misura tuttavia estremamente difficile da attuare nel nostro paese, considerato che si tratta di diritti già acquisiti“.

Le prime stime sugli effetti e risparmi conseguenti al taglio delle pensioni d’oro.

In realtà, secondo uno studio del ricercatore Istat, Franco Mostacci, pubblicato dal sito La Voce, i titolari di redditi da pensioni superiori a 5mila euro lordi mensili sarebbero 123mila. L’analisi indica che fissando un tetto di 5mila euro si otterrebbe un risparmio di 490 milioni di euro, in parte annullato da 280 milioni di minore gettito Irpef (causa minori redditi) e dunque l’effetto netto sarebbe di 210 milioni lasciando l’incremento delle minime scoperto per 790 milioni.

Taglio delle pensioni e ricalcolo: i dubbi di Baruffi e Damiano.

Davide Baruffi, esponente del Pd, in un post pubblicato ieri su Facebook, si è interrogato sul metodo del ricalcolo delle pensioni che Di Maio propone di adottare per il taglio delle pensioni d’oro.

Baruffi ha sottolineato:«Di cosa stiamo parlando? Come si ridetermina, per legge e tecnicamente, uno scaglione su di un “reddito netto”? Vedo che Di Maio usa sempre questo parametro, ad esempio per le pensioni d’oro che vorrebbe “ricalcolare”. Per mia ignoranza, non essendo né un tributarista né un commercialista, non riesco a capire.

Come si ricalcola con il contributivo una pensione che non sia stata costruita sui contributi versati (ad esempio quelle del pubblico impiego o parecchi vitalizi, sparsi anche per le regioni)? Non lavoro né a un patronato né all’Inps e vorrei capire. Lo chiedo ai tantissimi esperti che ci sono in rete e ai tanti giornalisti che ne scrivono tutti i giorni dalle principali e più prestigiose pagine economiche dei quotidiani».

La posizione di Damiano e le perplessità sulla proposta di Di Maio sulle pensioni d’oro.

Cesare Damiano, del Pd, si è detto d’accordo con la proposta di Di Maio sul taglio alle pensioni d’oro e ai vitalizi e, sul fatto che la misura debba riguardare le pensioni al di sopra dei 5.000 euro netti mensili. Le perplessità sorgono sul metodo di calcolo, che se dovesse essere quello del ‘ricalcolo retroattivo’ sarebbe pericoloso per il sistema previdenziale, perchè inserirebbe un principio di riduzione dell’assegno pensionistico che verrebbe applicato alle pensioni in essere.

Bisogna eliminare il sistema del ricalcolo ed adottare un sistema alternativo già sperimentato con successo come il contributo di solidarietà.

Pensioni anticipate, Quota 100 e 41: cosa aspettarsi dal nuovo governo e cosa sarà incluso nella prossima legge di Bilancio.

Sul fronte pensioni anticipate, la quota 100 potrebbe confluire nella prossima legge di Bilancio. Si tratta di una misura che coinvolge una platea potenziale di quasi un milione di pensionati: ci sono 982mila lavoratori fra i 60 e i 64 anni risultanti dai casellari INPS, che quindi potrebbero utilizzarla nei prossimi quattro anni.

Il problema rimane quello delle risorse permettendo. In parte, nel 2019 potrebbero arrivare dallo stop all’APe Social, che è sperimentale e destinata a concludersi entro il prossimo dicembre.

L’esecutivo starebbe valutando l’ipotesi di un’operazione in due tappe: consentire subito dal 2019, il pensionamento con almeno 64 anni di età e 36 di contribuzione, e prevedere con tempi più lunghi il canale di uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

Previdenza complementare: le ultime proposte di Marco Bentivogli.

Sul fronte previdenza complementare, Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, spiega che la federazione ha intenzione di lanciare una campagna straordinaria di informazione e sensibilizzazione dei lavoratori con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della previdenza complementare.

Chiediamo al Governo di introdurre agevolazioni fiscali sui rendimenti della previdenza complementare per la salvaguardia del risparmio dei lavoratori, di favorire l’estensione obbligatoria del secondo pilastro per via contrattuale e di completare la seconda fase del confronto sul lavoro e le pensioni per realizzare una prospettiva di tutela e sicurezza dei lavoratori”.

Sottolinea Bentivogli che bisogna “favorire la crescita delle adesioni dei lavoratori ai fondi contrattuali, in quanto la previdenza complementare – sottolinea – è uno strumento fondamentale di tutela dei lavoratori e soprattutto dei giovani per rispondere al bisogno di necessaria copertura pensionistica“.

Quattordicesima: in arrivo il 2 luglio luglio per i pensionati la somma aggiuntiva.

Intanto, una buona notizia in arrivo per i pensionati. L’Inps, infatti, con messaggio n. 2389 ha confermato l’erogazione della quattordicesima pensione per il mese di luglio. Insieme all’assegno pensione di luglio chi ne ha diritto riceverà quindi la quattordicesima mensilità.

Si legge nel dispositivo che “unitamente alla mensilità di pensione di luglio 2018, l’Istituto provvederà d’ufficio ad erogare la somma aggiuntiva, c.d. quattordicesima, di cui all’articolo 5, commi da 1 a 4, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla legge n. 127/2007, come modificato dall’articolo 1, comma 187, della legge 11 dicembre 2016, n. 232”. Quest’anno quindi, stando al calendario di pagamento pensioni 2018, la 14sima sarà pagata il 2 luglio.

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