Riforma pensioni: le novità su età pensionabile, Anticipo pensionistico, pensioni anticipate, d’oro, Quota 100

Riforma pensioni: tutte le novità ad oggi sulle modifiche età pensionabile, anticipo pensionistico, pensioni anticipate, quota 100, flessibilità in uscita.

Riforma pensioni: ultime news ed il punto su Quota 100 e sostenibilità del sistema!

Il vicepremier e leader del M5S, Luigi Di Maio, ospite a Porta a Porta è tornato sul tema del taglio dei vitalizi e pensioni d’oro, ed ha annunciato: “Ho incontrato il presidente Inps Boeri. Voglio creare un fondo in cui far confluire il taglio vitalizi degli ex parlamentari e il taglio delle pensioni d’oro. Questo fondo lo destineremo ai pensionati minimi. È una questione di giustizia sociale”.

Sul fronte reddito di cittadinanza e Jobs Act ha annunciato: “Per quanto riguarda invece il reddito di cittadinanza, “dobbiamo accelerare, spero di portarlo nella legge di bilancio a fine anno”. E ancora: “Stiamo lavorando a una modifica del Jobs Act per ridurre il numero dei rinnovi a tempo determinato”.

Cesare Damiano chiede chiarimenti su Quota 100.

Cesare Damiano, esponente del Partito Democratico, presidente della Commissione Lavoro alla Camera nella scorsa legislatura, invita il governo a chiarire i requisiti e termini della cosiddetta Quota 100, che dovrà superare il problema delle risorse e la vera prova del nove con l’approvazione della legge di Bilancio.

Riforma delle pensioni e nuove proposte del governo: per Damiano il vero problema sarà sempre quello delle risorse.

Spiega Damiano che il banco di prova sarà costituito “dalla legge di Bilancio quando, oltre a disinnescare le clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva, si dovranno anche trovare le risorse per la flat tax, il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. Allora saranno dolori perché tutti questi soldi non ci sono. L’importante è che non si facciano pasticci che peggiorano la situazione anziché migliorarla”.

Evidenzia Damiano, in un’intervista all’agenzia Dire, che “si parla continuamente di Quota 100, se non si precisa la formula si corre il rischio di penalizzare alcune categorie di lavoratori, ad esempio quelli che svolgono attività gravose, e di coinvolgerne positivamente pochi altri “. Per Damiano introdurre una Quota che parta dai 64 anni di età, non cambierebbe di molto la situazione, anzi si potrebbe incorrere in passi indietro.

Elsa Fornero a Cartabianca commenta le nuove proposte avanzate dal governo sulle pensioni.

Elsa Fornero, nell’intervista di ieri a Cartabianca, ha parlato delle proposte di riforma avanzate dal nuovo governo, ed ha dichiarato che la strada giusta di riforma era quella intrapresa dal governo Gentiloni, con l’introduzione dei provvedimenti di flessibilità dell’Ape social, a carico dello stato a favore delle categorie svantaggiate, e quella dell’Ape volontaria a carico delle persone che vogliono un anticipo pensionistico, non comprese nelle categorie gravose.

Per quel riguarda quota 100, per la Fornero non si tratta di una proposta chiara, ed il governo deve chiarire punto per punto quali siano i requisiti e i presupposti.

La proposta della Confasal-Unsa sul capitolo pensioni.

Molto si sta discutendo delle variazioni in peius che potrebbe subire l’importo delle pensioni per chi andrà in pensione a partire dal 2019, a causa della variazione dei cosiddetti indici di trasformazione. Secondo l’UNSA (Unione Nazionale dei Sindacati Autonomi), dal 1° gennaio 2019 le pensioni saranno penalizzate dell’1,5% in meno.

Secondo Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, la revisione dei coefficienti potrebbe introdurre un’ulteriore differenziazione nel nostro sistema pensionistico tra coloro che andranno in pensione oggi e chi ci andrà domani. Il sindacato, pertanto, ha avviato una raccolta di firme a sostegno della proposta di neutralizzare i “tagli” che provvederà a inviare al Ministro del lavoro, al Ministro della pubblica amministrazione e al presidente del Consiglio dei Ministri.

La proposta del sindacato Confsal-Unsa prevedere la Quota 100, senza alcuna condizione pregiudiziale di età e contribuzione minima e per quest’ultima considerando utile qualsiasi tipologia di contribuzione e a qualsiasi titolo riconosciuta. Via libera anche alla Quota 41, con 41 anni di contributi (qualsiasi tipologia di contribuzione e a qualsiasi titolo riconosciuti) e senza alcun limite di età.

In più, la proposta prevede il blocco/Eliminazione della revisione periodica dei requisiti per l’accesso alla pensione; blocco della revisione periodica dei coefficienti di trasformazione, a partire da quelli previsti con decorrenza 1° gennaio 2019.

UIL: “I nuovi coefficienti di trasformazione avranno ripercussione negative sui lavoratori!”

Anche per la Uil rimandare il pensionamento dal dicembre 2018 al gennaio 2019 potrebbe avere delle ripercussioni negative per i lavoratori. Si potrebbe passare dai 268 euro in meno all’anno per chi si ritirerà a 67 anni, fino a 340 euro per chi andrà in pensione a 70. Lo ha evidenziato la Uil in una nota, in cui ha analizzato i nuovi coefficienti di trasformazione legati all’aspettativa di vita approvati con il dm 15 maggio del ministero del lavoro, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Gli attuali criteri di individuazione dei coefficienti di trasformazione legati all’aspettativa di vita sono causa di un’oggettiva penalizzazione per i lavoratori che andranno in pensione a partire da gennaio 2019″– si legge nella nota.

Le penalizzazioni dei nuovi coefficienti di trasformazione delle pensioni nell’analisi dell Uil.

“Tale meccanismo – denuncia la Uil – oltre a costituire un danno oggettivo per i lavoratori, è un vero e proprio disincentivo alla permanenza al lavoro. Rimandando l’accesso alla pensione si incorre nel pericolo di vedere il proprio trattamento calcolato con coefficienti più sfavorevoli e quindi di percepire un assegno più basso“.

La Uil sottolinea la necessità di “varare una modifica dei coefficienti di trasformazione, legandoli alle coorti di età. Si deve assegnare, pertanto, a ciascuna coorte di età il proprio coefficiente, questo permetterebbe di salvaguardare uno dei principi fondamentali del sistema contributivo, senza penalizzare i lavoratori e soprattutto incentivando la permanenza al lavoro”.

“Dal primo gennaio 2019 oltre all’età di accesso alla pensione, che raggiungerà per tutti i 67 anni, saranno adeguati all’aspettativa di vita anche i coefficienti che si utilizzano per trasformare in pensione il montante contributivo del trattamento previdenziale – prosegue la nota -. Ad un valore maggiore del coefficiente, e quindi del divisore, corrisponderà un importo minore del trattamento, al fine di ridistribuire su un più lungo periodo di vita il montante previdenziale maturato“.

Pensioni anticipate e quota 100: le riflessioni critiche di Marcello Pacifico.

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief e segretario confederale Cisal, ha espresso la sua opinione a seguito delle insistenti indiscrezioni sull’approvazione, con la prossima legge di Bilancio, di una norma che ne limiti l’accesso a chi ha almeno 64 anni di età anagrafica.

L’accesso alla pensione attraverso quota 100 va applicato senza vincoli d’età: in caso contrario, sarebbe un imbroglio”. Il provvedimento va approvato subito, ma visto che non possono bastare, come indicato nel contratto di governo M5S-Lega, i 5 miliardi di copertura per aprire a tutti, senza vincoli di età, la quota 100 per accedere alla pensione, sono alte le possibilità che si introducano dei paletti anagrafici. Anche sui 41 anni potrebbero esserci dei vincoli.

“I lavoratori italiani – ricorda Marcello Pacifico – sono stati pesantemente danneggiati dalla riforma Monti-Fornero, sono stati poi presi in giro dai governi che si sono succeduti, perché nessuno è intervenuto per salvare i cosiddetti ‘Quota 96’, a dispetto delle rassicurazioni.

Fare un rilevante passo indietro rispetto a quanto espresso per mesi e risultato tra i motivi principali che hanno portato al consenso per il nuovo assetto politico, da cui è scaturito il nuovo assetto parlamentare e governativo, non sarebbe giustificato. E non basterebbe nemmeno dire che si applicherà la quota 100 ‘pura’, senza vincoli, appena si troveranno le risorse finanziarie. Queste, vanno rintracciate prima di subito: il tempo delle promesse è scaduto”.

Nessuno ha obbligato M5S e Lega a promettere l’approvazione di quota 100. L’impegno è stato preso, tantissimi italiani lo hanno gradito ed ora attendono di vederlo attuato. I finanziamenti saranno trovati eliminando gli sprechi, ci è stato detto per mesi. Siamo d’accordo. Ora lo si faccia, andando incontro a chi ha lavorato una vita e adesso chiede solo di vedere realizzato un suo diritto”, sottolinea Pacifico.

Età pensionabile e importo pensioni nel 2019.

L’Anief ricorda che dal prossimo 1° gennaio l’Italia, anche per via dell’aspettativa di vita, sul fronte pensionistico diventerà di gran lunga il Paese più severo. Come indicato dalla Circolare Inps n. 62 del 4 aprile scorso, che sposta di ulteriori 5 mesi la soglia di “vecchiaia”. Per i lavoratori della scuola, si tratterebbe dell’ennesima beffa: oggi in Europa un docente lascia in media la cattedra a 63 anni.

Sull’argomento non è tardata ad arrivare l’analisi tecnica del prof Marcello Pacifico, che si è ampiamente soffermato sul tema, forte di uno studio condotto dagli uffici del suo sindacato.

Pacifico spiega che, attraverso il pieno attuarsi del sistema contributivo, “la pensione dei lavoratori italiani sarà fondata su un principio secondo il quale l’allungarsi dell’età pensionabile sarà direttamente proporzionale alla percezione di un importo di pensione leggermente più basso ma ‘spalmato’ su un arco temporale un po’ più lungo, in quanto i versamenti di datore di lavoro e lavoratore vanno a istituire un capitale che all’atto del pensionamento viene poi trasformato in rendita, in rapporto al numero di anni per cui statisticamente si ritiene che questa rendita sarà incassata”.

Per Pacifico “il taglio è direttamente proporzionale quota contributiva della pensione. Per la maggior parte dei pensionandi il calcolo contributivo si applica dal 2012 in poi e di conseguenza l’impatto sulla carriera è da quantificare su un quinto o un sesto del montante contributivo accumulato durante il corso della carriera”.

Marcello Pacifico, in vista di una probabile revisione della legge Fornero sulle pensioni, lancia una proposta: attribuire i coefficienti di trasformazione non in base all’anno di pensionamento, bensì a quello di nascita, in maniera da arginare una volta e per tutte il macchinoso tecnicismo dell’adeguamento all’aspettativa di vita.

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