Riforma pensioni, età pensionabile: continua lo scontro su Quota 100

Le dichiarazioni dell'Anief a commento del rapporto Ocse. La richieste per il comparto scuola di inserimento di tutti i docenti nella categoria dei lavori gravosi.

Pensioni 2019: Quota 100 e rivalutazione, le ultime novità

Nel rapporto dell’Ocse “Pensions at a Glance 2019”, che  analizza le misure di carattere previdenziale adottate nei paesi dell’Ocse tra settembre 2017 e settembre 2019, viene sottolineato come l’indietreggiare “sulle riforme che rispondono ad esigenze di lungo termine potrebbe indebolire la resilienza dei sistemi pensionistici agli shock economici futuri e farli trovare impreparati per affrontare l’invecchiamento demografico”.

“Mentre in Italia il Governo italiano conferma l’anticipo pensionistico “Quota 100” almeno fino al 2021, l’Ocse sostiene che invece la norma va abolita: secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, in Italia a rischio è la sostenibilità del sistema macroeconomico e quindi occorre assicurare “adeguate prestazioni di vecchiaia limitando la pressione nel breve, medio e lungo periodo”. Il problema, secondo l’Organizzazione internazionale, è che in Italia si lascia il lavoro per andare in pensione a 62 anni, 63 e poco più per gli uomini e 61 per le donne. In Europa invece, per gli altri paesi Ocse, l’età del passaggio lavoro-pensione si attesta a poco più di 65 anni per gli uomini e 63 per le donne”, ha osservato l’Anief, Associazione Sindacale Professionale.

Pensioni Quota 100 ed età pensionabile: il giudizio dell’Anief

“Nella media dei Paesi OCDE l’età pensionabile è di 63 anni. In Italia, per il secondo anno consecutivo, si permette di accedere alla pensione con una penalizzazione pro rata a 62 anni, rispetto ai requisiti previsti dalla legge Fornero. Cosa ci sia di scandaloso per l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, per la quale occorre aumentare l’età pensionabile “limitando indebiti sussidi di prepensionamento”, a partire proprio da “Quota 100”, perché lasciare il lavoro a 62 anni non è ammissibile?”, si chiede l’Anief.

“Le indicazioni dell’Ocse non tengono evidentemente conto di alcune specificità lavorative. Come quelle di chi svolge lavori di relazioni umane: la scuola ne è l’esempio massimo. È tutto dire che e anche l’Organizzazione mondiale della Sanità ha ultimamente affermato che il burnout è il tipico malessere cronico che si riscontra nei lavoratori della scuola, in particolare tra i docenti, poiché comporta una sindrome che conduce allo ‘stress cronico’ impossibile da curare con successo, c’è davvero da preoccuparsi e affrontare il problema. Come già avviene nella maggior parte dei Paesi europei”, ha precisato il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico.

“Assurdo andare in pensione a 70 anni”

Per l’Anief è “assurdo andare in pensione a 70 anni. Se un organismo internazionale interviene perché uno Stato sovrano destina 7,5 miliardi per permettere ai suoi lavoratori di andare in pensione seppur con penalizzazione sull’asse contributivo entro la media degli altri Paesi potrebbe cominciare a perdere di credibilità”.

“Perché un lavoratore con quasi 40 anni di contributi versati, soprattutto quando sottoposto ad uno stress particolarmente accentuato, come quello che arreca la scuola, deve essere costretto a rimanere in servizio? I conti di uno Stato si possono far quadrare in tanti modi, non di certo sulla pelle dei suoi cittadini”, ha precisato il sindacato.

Pacifico,  in audizione alla Camera, ha espressamente chiesto “di sbloccare i posti liberati con Quota 100 per le assunzioni, con l’emendamento al decreto salva-precari che sta procedendo in questa direzione, e reputa particolarmente grave che si possa pensare che tutte le professioni siano uguali”. L’Anief ha richiesto che la Legge di Bilancio 2020 possa contenere una norma che collochi l’insegnamento tra le professioni gravose, “finanziando l’operazione dal fondo con la legge 23 dicembre 2014 n. 190”. “Non c’è altra scelta che collocare l’insegnamento, non solo quello nella scuola dell’infanzia, tra le professioni a carattere gravoso, quindi nell’Ape Social”, ha concluso Pacifico.

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