Riforma pensioni e Ue, Di maio rassicura:”Quota 100 non si tocca”

Le ultime novità sulle pensioni con Quota 100. Le dichiarazioni di Di Maio e Misiani sul debito pubblico. I commenti di Armiliato e D'Achille.

Riforma pensioni e Ue, Di maio rassicura:"Quota 100 non si tocca"

La sempre più concreta possibilità che venga aperta una procedura di infrazione da da parte dell’UE nei confronti dell’Italia, a causa del debito pubblico, non farà cambiare rotta al Governo sui temi di pensioni e lavoro. “Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!”, ha puntualizzato il Vice Premier Luigi Di Maio vi social.

“Noi siamo persone serie, l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire.
Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell’Italia e di questo governo!”, ha dichiarato Di Maio.

Pensioni, lavoro, famiglia e l’UE : le ultime dichiarazioni di Di Maio

Per Di Maio: “Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile”.

A proposito dell’apertura della procedura d’infrazione, il Vice Premier ha dichiarato:” Ora si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018. Noi la prendiamo seriamente, ma non possiamo fare finta di non sapere che ci sono Paesi europei che in questi anni, per risollevare la loro economia, hanno fatto molto più deficit di quanto consentito dai Trattati. E non sono andati incontro a nessuna sanzione!”.

“Non è concepibile che un Paese con 6 milioni di disoccupati reali e migliaia di aziende che producono sotto il loro potenziale venga messo in croce perché vuole investire sulla crescita, il lavoro e la riduzione delle tasse. Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri, mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Diritti degli italiani e delle loro famiglie!

Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità. Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti.  E con “tutti”, intendo anche Bruxelles!”, ha aggiunto il Ministro del lavoro. E per quanto riguarda le pensioni e Quota 100 ha puntualizzato: “Per ultimo due cose: Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!”.

Debito pubblico: la replica di Misiani

Il senatore del Pd,  Antonio Misiani, ha replicato via social: “Il rapporto con cui la Commissione europea raccomanda l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia conferma quanto diciamo da tempo. La politica economica del governo giallo verde si è rivelata un totale fallimento: una legge di bilancio finanziata largamente in deficit, utilizzato per finanziare costosissime misure di spesa corrente (quota 100 e reddito di cittadinanza) a impatto debole o nullo sulla crescita; il blocco degli investimenti pubblici; lo stallo o addirittura la retromarcia sulle riforme avviate dai governi precedenti.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’economia è in stagnazione, i conti pubblici sono fuori controllo. Il deficit rischia di andare al 3,5% nel 2020, il debito oltre il 135%. Spendiamo in interessi sul debito pubblico più o meno la stessa cifra che destiniamo all’istruzione dei nostri figli. In questa situazione, l’eventuale avvio della procedura di infrazione è un fatto negativo, ma non il più preoccupante. Senza un radicale cambio di rotta, l’Italia andrà sempre più alla deriva e diventerà molto difficile mantenere la fiducia dei risparmiatori nei confronti del nostro Paese. È questo il rischio più grande che corriamo nell’immediato futuro”.

A proposito delle ultime dichiarazioni del leader pentastellato, Misiani ha dichiarato:”Quel buontempone di Luigi Di Maio ha dichiarato in queste ore che “la procedura di infrazione riguarda il debito prodotto dal PD”. I dati ufficiali sull’andamento del debito pubblico lo sbugiardano meglio di mille parole.

Riforma delle pensioni: Quota 100 ed Opzione donna

Il Governo giallo-verde ha incentrato la riforma delle pensioni su Quota 100, ma a buon diritto? “Quota100 é una misura costosa, non cancella né supera certamente la Monti-Fornero, esclude l’esercizio alle donne ed è transitoria”, ha osservato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social. “Se fosse stata parte di una manovra espansiva che creasse appeal verso gli investitori e dunque riavviasse quel circolo virtuoso che si chiama generare lavoro (roba che sembra dimenticata…), forse avrebbe prodotto quel turnover necessario a creare occupazione ma, non è andata così, contribuendo solo a creare ulteriore debito”.

“Per quanto invece alla misura dell’Opzione Donna”, ha perseguito Armiliato, “considerata la platea delle aventi diritto quantificata in circa 30000 soggetti per anno di nascita ed essendo stata prorogata al 2018 (era stata stoppata al 31.12.2015 per fine sperimentazione) e che solo circa 20000 donne l’hanno utilizzata ad oggi, si potrebbe pensare di chiedere fin da ora l’estensione innanzi tutto per le lavoratrici nate nel 1961, senza ombra di dubbio ma, si potrebbe andare oltre come abbiamo proposto noi del CODS giacché non possiamo non ricordare quanto la norma di legge prevede ovvero: “Nella legge di bilancio 2019 sono stati stanziati 7 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza e 4 miliardi per quota 100 (poi ridotti a 3,7mld v. DL 26/2019). In caso di sforamento del budget, in un primo momento le spese “extra” ricadono sul budget del ministero competente, ovvero quello del lavoro. Se lo sforamento dovesse andare ancora oltre, in quel caso è previsto lo stop alla misura per “assicurare il rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, che assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio”.

Non ci pare che la si possa considerare una norma “one way” e dunque funzionando con il sistema dei vasi comunicanti e certificato che le richieste e dunque il fondo allocato per Quota 100 risulta sovrastimato, si potrebbe dare spazio ad una ulteriore proroga nel tempo dell’Opzione Donna, andando nella direzione auspicata dal CODS. È chiaro però che oggi, alla luce della spada di Damocle rappresentata dalla procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea che possiede un’alta percentuale di rischio di applicazione, avanzare qualsiasi proposta e soprattutto essere ascoltati, risulta impresa ardua piuttosto che no”.

Domande per le pensioni in regime di Quota 100 in calo

Prendendo spunto dagli ultimi dati sulle domande per l’accesso a Quota 100, decisamente in calo, Mauro D’Achille, amministratore del gruppo: “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, ha affermato:” Sta diminuendo drasticamente il numero delle domande per quota cento, come ampiamente prevedibile dato che a febbraio e marzo la potevano presentare tutti quelli che i requisiti li avevano già da mesi se non anni, mentre da aprile in poi la presenteranno tutti coloro che il requisito lo raggiungono di mese in mese. Facilmente prevedibile un nuovo boom per i dipendenti pubblici da agosto in poi, non se ne stupisca nessuno”.

“I vari comitati sembrano voler approfittare di questa”contrazione” di domande, magari auspicando un maggiore interesse per i propri aderenti: i precoci, opzione donna le escluse, esodati… Ma, mentre per gli esodati si tratta non di una elargizioni benevola bensì del riconoscimento di un Diritto, più risibili le richieste di chi chiede a gran voce un “aiutino” soltanto per chi è nato nel suo millesimo. Tutto legittimo, per carità, specialmente considerando il fatto che questo governo sembra molto più sensibile nei confronti di chi urla di più invece che a chi ha più diritto”, ha osservato D’Achille.

“Detto questo, mi corre l’obbligo di rammentare a tutti che la Commissione Europea è pronta a convocare i rappresentanti di tutti gli Stati per decidere come punire le “spese pazze”, non “se” ma come! Rischiamo una multa dello 0,2%del PIL, ovvero tre miliardi e mezzo e cioè pari pari l’aumento che i più ottimisti del governo si aspettano. In alternativa, un controllo commissariale dagli inviati della comunità europea, una specie di commissariamento!
Si dovranno reperire decine di miliardi per il funzionamento della macchina statale nel prossimo anno, affinché non si corra il rischio di dimezzare i servizi, di non poter pagare interamente stipendi e pensioni….Molto probabilmente sarà fatta una manovra aggiuntiva nella prima metà del mese di luglio, con nuove accise, aumento delle tasse, probabilmente la cancellazione degli 80€ di Renzi e chissà se basterà. I nostri governanti ci diranno che è colpa di quei cattivoni dell’Europa, delle banche, dei poteri forti…. ovvero di tutti, tranne che della loro avventatezza nel volersi accaparrare quanti più voti possibili elargendo miliardi in misure che nulla hanno dato in termini di occupazione e investimenti produttivi”, ha aggiunto D’Achille.

A proposito della riforma delle pensioni ed il superamento della Legge Fornero, amministratore del gruppo: “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni” ha precisato: “Veramente, non credo più che saranno possibili ulteriori miglioramenti della Fornero fin quando resteranno in piedi le misure maggiormente costose come Rdc e quota cento”.

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