Riforma delle pensioni, Quota 100: le strade per la flessibilità in uscita

Dopo Quota 100 sarà necessaria una riforma delle pensioni di tipo strutturale. le dichiarazioni di Tridico e Nannicini.

Pensioni e Quota 100: le ultime novità dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi

Ieri a Palazzo Madama si è tenuta la conferenza di fine anno del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Dopo il discorso nel quale ha riassunto gli interventi introdotti con la Legge di Bilancio 2020 ed ha illustrato i prossimi obiettivi del Governo, in risposta alle domande dei giornalisti, Conte ha dedicato qualche parola a Quota 100, controversa misura per le pensioni anticipate introdotta dal Governo Lega-M5S.

“Quota 100 è una misura temporanea. Ha una durata triennale, l’anno prossimo torneremo ad interrogarci”, ha dichiarato il Premier. L’attenzione verrà posta sulla distinzione dei lavori che sono usuranti e quelli che non lo sono, con possibilità di pensionamento anticipato maggiori per coloro che, appunto, svolgono lavori usuranti.

“Il modo migliore come indirizzo politico è quello di affrontare il tema distinguendo quelli che sono i lavori usuranti e quelli che non lo sono ed offrire delle finestre di pensionamento più anticipato ai lavoratori che espletano prestazioni lavorative usuranti. Questo è l’ideale”, ha dichiarato Conte. “Se dobbiamo lavorare in termini programmatici bisogna avere la forza e la determinazione di mettersi intorno ad un tavolo e distinguere lavori usuranti e lavori non usuranti e sulla base di questa valutazione operare soluzioni conseguenti”, ha precisato il Presidente del Consiglio.

La riforma delle pensioni per Tridico

L’abolizione di Quota 100, fortemente richiesta da Italia Viva, per Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, sarebbe stata “inopportuna” con “la frustrazione di legittime aspettative”. In un’intervista rilasciata a “Il Messaggero, Tridico ha illustrato brevemente la propria idea di riforma delle pensioni e flessibilità in uscita, “fermo restando che Quota 100 in sé costituisce già uno scivolo temporaneo per ammorbidire lo scalone per molti che non sono coinvolti dalle altre forme di anticipazione, dopo la riforma del 2011”.

Per il presidente dell’Inps, allo scadere naturale di Quota 100, si potrebbe pensare ad una revisione complessiva del sistema “che abbia l’ambizione di essere strutturale”, “superando le età di pensionamento uguali per tutti”. “Si potrebbe pensare ad un sistema di coefficienti che tengano conto appunto della gravosità del lavoro“, ad esempio: “Il minatore avrà un indice di gravosità più alto e quindi potrà uscire prima. Certo ci dovrà essere un’età minima, la stabilirà il legislatore”.

Inoltre, per Tridico: “Si dovrebbero neutralizzare gli effetti degli incrementi sull’età di pensionamento, da una determinata età in poi, ad esempio da 60 anni: in modo che l’aumento dell’aspettativa di vita sia bloccato per le singole coorti di lavoratori”. Per finanziare tali misure,  intanto, potrebbero essere utilizzate “le risorse non spese per Quota 100”. Secondo le stime dell’Ente Previdenziale nel 2019 “avanzano circa 1,6 miliardi di cui solo 1,1 sono stati conteggiati nel decreto “salva conti” di luglio”. Nel 2020 i risparmi potrebbero arrivare a quota 2,5 miliardi.

Gli interventi per le categorie disagiate proposti dal Senatore Nannicini

Il Senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini è firmatario di due emendamenti alla Legge di Bilancio 2020, entrambi bocciati dalla Commissione Bilancio al Senato: uno per la riapertura dell’ottava salvaguardia allo scopo di includere gli ultimi 6.000 esodati non salvaguardati e l’altro per l’allargamento dell’Ape sociale a tutti i disoccupati, eliminando il requisito di aver avuto la Naspi e non averla percepita per tre mesi.

Bisognerebbe usare i fondi Quota 100 per fare un riordino strutturale che superi gradualmente Quota 100 e dia risposte a categorie più deboli. Lì si potrebbe intervenire sugli esodati, anche se i tempi sono più lunghi”, ha dichiarato Nannicini in un’intervista a “Il Sole 24 ore”. Per il Senatore dem la questione irrisolta degli esodati deve servire da lezione: “Se non agiamo prima e aspettiamo che arrivi lo scalone di 5 anni nel gennaio 2022, ci troveremo molte categorie che chiederanno tutele ulteriori, perché qualcuno uguale a loro, per pochi giorni, andrà in pensione a 62 anni e loro a 67”. Nannicini ha presentato un disegno di legge con “Quota 92”: 62 anni di età e 30 di contributi, solo per categorie svantaggiate: disoccupati, persone con disabilità e familiari e lavoratori gravosi“.

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