Riforma pensioni: cosa aspettarsi dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2020?

Le ultime novità sulle pensioni dalla Legge di Bilancio 2020. Le dichiarazioni di Cassese, Nannicini, Armiliato e D'Achille.

Pensioni 2019: Quota 100 e rivalutazione, le ultime novità

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2020 il Governo ha prorogato le misure per le pensioni anticipate Opzione donna ed Ape sociale. Quota 100 continuerà il suo triennio di sperimentazione che terminerà nel 2021, mentre  l’Ape volontario e l’Ape aziendale non sono stati rinnovati e la loro sperimentazione terminerà il 31 dicembre 2019. Per sapere se qualche riforma in senso strutturale del sistema previdenziale possa vedere la luce nel corso del 2020, bisognerà attendere l’esito dei tavoli di confronto tematici tra Governo e sindacati in programma nel mese di gennaio, con date ancora da fissare.

Nel corso di tali incontri le OO. SS. presenteranno le proprie istanze in materia di fisco, pensioni e lavoro e l’Esecutivo sarà chiamato a dare indicazioni sulle linee d’intervento che intende portare avanti nel 2020. Frattanto continua il dibattito sulla Legge di Bilancio 2020, sui suoi contenuti e sulle modalità che hanno visto la sua approvazione.

Cassese: “La legge di bilancio gonfiata è sintomo di un duplice malfunzionamento del Parlamento”

Sabino Cassese, già Ministro della Funzione pubblica nel governo Ciampi e Giudice emerito della Corte Costituzionale ha commentato su “Il Corriere della Sera” la presentazione del maxi emendamento che ha sostituito l’itera prima sezione della Legge di Bilancio, mentre si trovava in fase di approvazione al Senato. “La legge di bilancio gonfiata è sintomo di un duplice malfunzionamento del Parlamento. Da un lato, è segno del fatto che troppe decisioni vengono riversate in legge (per motivi vari, tra cui la circostanza che l’amministrazione è bloccata da troppi controlli impeditivi). Dall’altro, dell’assenza di un flusso fisiologico Paese–pubblica amministrazione–governo–Parlamento, perché alcune di quelle norme che vengono infilate nella legge di bilancio potrebbero essere ordinatamente approvate in leggi divise per materia (ad esempio: ambiente, urbanistica, lavori pubblici, scuola). Da questo affastellamento di misure, relative a tutti i settori, nella legge di bilancio deriva anche che esse non vengono valutate per i benefici che possono assicurare, ma per la spesa che comportano“, ha osservato l’ex Ministro.

“In questo modo, il Paese è governato dagli strumenti (le risorse finanziarie necessarie), non dagli obiettivi, e le commissioni parlamentari competenti per materia (ambiente, infrastrutture, scuola, e così via) o non si pronunciano, o lo fanno molto frettolosamente. La terza anomalia di questo uso della legge di bilancio sta nel fatto che la fretta di fine anno costringe ad approvarla in un ramo del Parlamento per poi farla arrivare «blindata» nell’altro ramo, nel senso che questo non può più modificarla. Questo trasforma il nostro Parlamento bicamerale in un Parlamento monocamerale ad anni alterni (si segue l’uso di presentare il testo un anno ad una Camera, quello successivo all’altra)”, ha precisato Cassese.

“Quando il convoglio è passato, quelli che non sono riusciti a salirci non restano a piedi. C’è una seconda possibilità, quella chiamata «il milleproroghe», una seconda legge «omnibus», ormai appartenente alla tradizione. Quest’anno affiancata dal cosiddetto decreto fiscale. Conclusione: un Paese che ha bisogno di una disposizione di legge per la realizzazione del Museo della Diga del Gleno e per la messa in sicurezza del Rio Molinassi e del Rio Cantarena (nella legge di bilancio c’è anche questo) ha qualcosa di malato che va curato”, ha concluso.

Pensioni, esodati. Nannicini:”Usciamo dalla logica dei provvedimenti tampone”

Il Senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini è tornato a parlare degli esodati non salvaguardati e dell’emendamento presentato in loro favore, respinto dalla Commissione Bilancio al Senato, in un’intervista a “Il Sole 24 ore”. “Chiedevo la maturazione dei requisiti alla stessa data per tutte le categorie. Allora venne fatta una differenziazione per categorie per mancanza di risorse”, ha spiegato il senatore dem, precisando che la riapertura dell’ottava salvaguardia, è “un’opera di equità rispetto alle categorie coinvolte”. Per quanto riguarda i costi necessari per l’operazione Nannicini ha precisato: “La relazione tecnica dell’Inps dava un costo intorno ai 100 milioni il primo anno e poi a scendere”.

Il Senatore presenterà l’emendamento al decreto “milleproroghe”, assieme a quello respinto, per  allargare l’Ape sociale a tutti i disoccupati, togliendo il requisito di aver avuto la Naspi e non averla percepita per tre mesi. “Farò un terzo emendamento che riguarda una platea più limitata, che, solo per gli esodati, agevoli il riscatto dei periodi contributivi, in modo che possano rientrare in alcuni degli istituti esistenti”, ha precisato Nannicini.

“Usciamo dalla logica dei provvedimenti tampone o ci sarà sempre qualcuno che preme perché non rientra nella misura per poco. E si creano scaloni che la politica fa fatica a reggere”, ha puntualizzato il Senatore dem: “Servono due cose: uniformiamo la finestra dell’ultima salvaguardia a tutte le categorie, facendo un’opera di equità. Poi basta interventi tampone. Serve un sistema stabile, con canali di uscita strutturali per persone di difficoltà e canali standard per chi non ha problemi“.

Pensioni e Legge di Bilancio: il punto di Orietta Armiliato e Mauro D’Achille

Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione donna Social ha così commentato l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2020: “Bene Governo! Ora che il debito contratto dal socio di maggioranza con le lavoratrici lo scorso anno in occasione del Decreto 4/2019 (cd.decretone) dove dopo aver tenuto in giostra per mesi le Donne nate nel 1961, le avete “buttate giù” rovinosamente é stato saldato, possiamo iniziare a pensare a politiche previdenziali rispettose e serie per la platea femminile?”.

“Attendiamo gennaio che dovrà portare necessariamente, come ribadito ad ogni piè sospinto in questi ultimi mesi, all’avvio dei tavoli promessi, funzionali a stabilire e deliberare provvedimenti che contemplino finalmente, un “risarcimento” per TUTTE le Donne”, ha sottolineato Armiliato.

Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, ha osservato: “Dunque, con la fiducia votata alla Camera dei deputati ad un testo blindato dopo la breve discussione al Senato, la legge di bilancio ha terminato il suo iter. Manca la firma del PDR e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, nella quale sarà sancito il nulla sul pacchetto pensioni:
Nulla oltre alle proroghe di opzione donna per le nate nel 1961 e di una iniqua ma costosissima quota cento. Non ci resta che sperare in un eventuale decreto legge che riconosca l’urgenza e la indifferibili per i seimila residui esodati, così come descritti nell’emendamento 58.0.10 del Sen. Nannicini”.

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