Pensioni 2019: gli esodati e le loro richieste al Governo

Le ultime novità sugli esodati non salvaguardati. Il significato del termine esodato e le richieste degli esodati al Governo.

Esodati: l'accorata lettera al Governo per la nona salvaguardia

Elisabetta Rondolà Gabriella Stojan, rispettivamente coordinatrici dei comitati esodati “Contributori volontari” e “6.000 esodati esclusi”, per la giornata del 27 giugno 2019 hanno indetto un presidio di fronte al Ministero del Lavoro per sollecitare la salvaguardia dell’ultimo contingente di circa 6.000 esodati non salvaguardati.

Elisabetta Rombolà ha fornito alcuni chiarimenti sugli esodati, in vista del presidio, sul blog “Il Volo della Fenice” di Luigi Metassi, amministratore del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”. “Da un lato ci sono i 6000 esodati rimasti fuori dall’ottava salvaguardia per “vizio di data” dall’altro ci sono tutti quelli che hanno subito grave danno dalle Leggi Sacconi e Fornero, ma che NON sono esodati”, ha  precisato Rombolà.

Esodati esclusi: vizio di data ed ottava salvaguardia 

“Il vizio di data significa semplicemente che gli esclusi non maturavano la decorrenza entro i termini stabiliti dalla legge, conseguentemente l’interessato non ha presentato domanda o, se l’ha presentata, gli è stata rigettata dall’INPS”, ha precisato la coordinatrice del Comitati esodati “Contributori volontari”.

“L’ottava salvaguardia, in  termini di maturazione del requisito (il momento in cui una persona acquisisce il diritto giuridico di andare in pensione), ha di fatto concesso 10 anni di transitorio (dal 31/12/2011 al 31/12/2021) alla sola categoria A) alla quale appartengono gli ex lavoratori cosiddetti mobilitati.

Tutte le altre categorie sono state DISCRIMINATE avendo assunto nei loro confronti, quale limite di legge, la decorrenza (il momento in cui effettivamente ti entrano i soldi in tasca) diversificandolo tra le categorie stesse e rispettivamente:

b) 6-1-2019 (contributori volontari con versamenti);
c) 6-1-2018 (contributori volontari senza versamenti);
d) 6-1-2019 (lavoratori cessati con accordi collettivi e individuali e lavoratori licenziati unilaterali);
e) 6-1-2019 (lavoratori in permesso per assistenza figli disabili);
f) 6-1-2018 (lavoratori a tempo determinato);

Da tener presente che, tra il momento della maturazione del requisito e la decorrenza ci sono 12 mesi (i soldi dell’INPS viaggiano a dorso di mulo…). Appare quindi chiaro a chiunque come, in tutto questo, esista una palese ingiustizia”, ha puntualizzato Rombolà.

Le richieste per gli esodati

Chiediamo la riapertura dell’ottava salvaguardia, quindi stessa declaratoria delle categorie, adeguamento ed unificazione al 31/12/2021  dei termini entro i quali devono essere raggiunti i requisiti (dieci anni di transitorio uguale per tutte le categorie) ed ovviamente la necessaria copertura economica che, per 6.000 soggetti, riteniamo si aggiri intorno ai 350 milioni.

Riaprire i termini della ottava salvaguardia consentirà a chi ha subito la reiezione della domanda per vizio di data di ripresentarla e consentirà di presentarla anche a chi rientra nel transitorio ma, in precedenza, non aveva presentato domanda per l’ottava consapevole di non rientrare nei termini previsti.

Chiediamo inoltre il blocco dell’Aspettativa di Vita e dell’Adeguamento di Genere al 31-12-2018, in quanto li riteniamo eccessivamente penalizzanti, soprattutto per le donne. Su queste sole basi si può consentire all’INPS di definire la platea e i relativi costi. Senza contare che questa nostra impostazione si avvale di rilevanti supporti giuridici e normativi, quali le sentenze costituzionali 822/1988 e 70/2015, nonché del precedente costituito dalla stessa VIII salvaguardia laddove ha concesso i dieci anni di transitorio alla categoria dei mobilitati. La nostra richiesta è quindi orientata verso un provvedimento in ambito previdenziale che sancisca, in maniera definitiva, il diritto fino a qui negato agli ultimi 6.000 Esodati rimasti”, ha precisato Rombolà.

Il termine esodato

Il  termine “esodati” è nato per identificare specificamente quei lavoratori danneggiati retroattivamente dalla riforma Fornero nel periodo previgente la quiescenza (cioè prossimi alla pensione quindi con aspettative pensionistiche, nel breve, già ben definite), i quali hanno perso il lavoro, a qualunque titolo, entro il 31 dicembre 2011 o, entro tale data, stipularono accordi per dimettersi. Non si tratta di semplici asserzioni perché è la stessa sentenza 822/1988 a parlare laddove afferma che :

«In particolare, non può dirsi consentita una modificazione legislativa che, intervenendo o in una fase avanzata del rapporto di lavoro oppure quando già sia subentrato lo stato di quiescenza, peggiorasse, senza una inderogabile esigenza, in misura notevole ed in maniera definitiva, un trattamento pensionistico in precedenza spettante, con la conseguente irrimediabile vanificazione delle aspettative legittimamente nutrite dal lavoratore per il tempo successivo alla cessazione della propria attività lavorativa».

Gli esodati esclusi e l’Inps

La coordinatrice del Comitati esodati “Contributori volontari” ha spiegato perchè l’Inps continui a ribadire che non esistono più esodati non salvaguardati. “Ogni provvedimento di salvaguardia si chiude a numeri azzerati, cioè sono stati salvaguardati tutti quelli che rientravano nei dettami normativi della Legge in essere quindi, domandare a INPS se sia rimasto fuori qualcuno è una domanda priva di senso.
Viceversa può avere senso chiedere all’INPS di estrarre il numero di coloro che sono rimasti fuori dall’ottava per vizio di data e non è per caso che, ad una mia domanda, più articolata ma uguale nella sostanza, il dirigente INPS ha risposto “ad una domanda così precisa sono in grado di rispondere”, ha chiarito Rombolà.

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