Pensioni 2019: l’appello al Governo degli esodati non salvaguardati

L'appello al Governo degli esodati non salvaguardati e le precisazioni rivolte al presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, in merito agli esodati.

Esodati: l'accorata lettera al Governo per la nona salvaguardia

Prosegue la battaglia dei 6.000 esodati esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche già varate. Gabriella Stojan, coordinatrice del Comitato 6.000 Esodati Esclusi e Elisabetta Rombolà, coordinatrice del Comitato Esodati Contributori Volontari, “stante l’attuale situazione di stallo nelle risposte governative”, sulla questione degli esodati, hanno inviato un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio ed al sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon.

“6.000 famiglie italiane ormai allo stremo non possono più attendere oltre ed è indispensabile che venga loro restituito urgentemente il diritto alla pensione ed il diritto al loro futuro“, precisano nel documento Stojan e Rombolà. Di seguito pubblichiamo la versione integrale dell’appello al Governo.

L’appello al Governo degli esodati non salvaguardati

“Nel dicembre 2011 con l’art. 24 della Legge n. 214 nascevano i cosiddetti “esodati”.
Per molti un semplice e cinico “danno collaterale”, per altri il più grave errore nella storia parlamentare/previdenziale italiana, riconosciuto da TUTTI i governi da allora succeduti a quello di Mario Monti, che ha condannato ad anni di disperazione quasi 200.000 famiglie italiane lasciate senza reddito e private del diritto costituzionale alla pensione da una delle più inique manovre finanziarie di questo Stato.

Sono ormai 8 anni che questi ex-lavoratori, riuniti in Comitati, si battono con tutti i mezzi per rivendicare la restituzione di quel diritto negato ed il ripristino di quel Patto da loro fatto con lo Stato, con le aziende che li hanno espulsi dal processo produttivo e con le Organizzazioni Sindacali.
Un Patto stracciato da quella infausta manovra le cui ingiustizie, discriminazioni ed iniquità, molte delle quali sono ancora oggi attualissime, soprattutto quelle perpetrate ai danni delle donne.

In questi 8 anni di mobilitazione degli Esodati si è riusciti a restituire quel diritto leso a poco più di 140.000 di loro, e si è riusciti ad ottenere, oltre alla L. 228 del 2012 che istituisce il Fondo Esodati ben 8 provvedimenti legislativi che NON hanno però risolto definitivamente il dramma. Infatti rimangono ancora oltre 6.000 Esodati ai quali viene ancora negato il diritto alla pensione ed il diritto al futuro delle loro famiglie.

Ex lavoratori a cui è stato sottratto il diritto alla pensione da riforme previdenziali con gravissimi effetti retroattivi come la Legge Sacconi e la Legge Monti-Fornero, rimasti tuttora esclusi da qualunque precedente provvedimento di sanatoria della loro condizione. La situazione in cui versano questi lavoratori è frutto dell’ingiustizia perpetrata ai loro danni e colpevolmente irrisolta dai precedenti esecutivi che hanno emanato sempre provvedimenti parziali e discriminatori nei confronti di alcune categorie di ex-lavoratori traditi dallo Stato, e che ora – a 8 anni da quella sciagurata riforma – sono ancora abbandonati senza reddito e senza pensione

Sono ormai mesi che l’attuale Governo sta valutando un nuovo provvedimento di sanatoria per questi 6.000 Ultimi Esodati ma, nonostante numerose interlocuzioni, non si riesce a vedere la luce di un provvedimento che restituisca il diritto alla pensione loro sottratto e questo nonostante le formali promesse dei due partiti di maggioranza. Promesse rimaste purtroppo, a tutt’oggi, vane.

Ci appelliamo al Presidente del Consiglio, ai Vice Presidenti, al Ministro del Lavoro ed al suo Sottosegretario che ha in mano il nostro dossier affinché venga sollecitamente adottato un Nono e definitivo provvedimento che restituisca il diritto alla pensione, ed alla sopravvivenza, a questi ultimi 6.000 Esodati rimasti discriminati dall’ultimo provvedimento adottato. Riteniamo che tale ingiustizia debba essere sanata esclusivamente con due ipotesi di provvedimento inseribile anche sotto forma di emendamento ai provvedimenti legislativi oggi in esame al Parlamento quali il “Ddl crescita”:

a) Riaprendo i termini previsti dalla L.11/12/2016, n. 232 comma 214 (Ottava Salvaguardia)e, per tutte le categorie in essa incluse, differendo al 31/12/2021 i requisiti necessari a maturare il diritto pensionistico con le norme ante L. 22 dicembre 2011, n. 214;

b) Adottando un nuovo provvedimento di salvaguardia (il Nono) che preveda i contenuti di cui al punto a).

Ricordiamo che il Parlamento dell’attuale Legislatura si è espresso favorevolmente in merito alla emanazione di una Nona Salvaguardia per i 6.000 ESODATI con:

·la Risoluzione congiunta 8-00004 votata all’unanimità dalla Commissione Lavoro della Camera lo scorso 30/10/18 e approvata anche dal Sottosegretario On. Durigon presente in seduta.

· l’ Ordine del Giorno G/981 sez. I/3/11 al DDL n. 981 della Commissione Lavoro del Senato accolto dal Governo lo scorso 14/12/18

· l’ Ordine del Giorno 9/1334-B/78 accolto dalla Camera dei Deputati come Raccomandazione lo scorso 30/12/18″.

Esodati non salvaguardati: l’email al presidente dell’Inps

Il Comitato 6.000 Esodati Esclusi ed il Comitato Esodati Contributori Volontari ha inviato un’email al Presidente dell’Inps Pasquale Tridico “in merito alla questione dei 6.000 Esodati Esclusi da ogni Salvaguardia e alle sue affermazioni in occasione della sua partecipazione alla trasmissione Povera Patria di RAI2 del 10 giugno”.

“Abbiamo ricordato al Presidente Tridico il grave danno esistenziale che abbiamo subito noi 6.000 Esodati rimasti esclusi da qualunque provvedimento di Salvaguardia ricordandogli lo storico della vicenda esodati che le 8 Salvaguardie non sono riuscite a sanare per intero, lasciando noi ultimi Esodati ancora non tutelati e deprivati del diritto a una pensione e un futuro, in quanto i provvedimenti emanati sono sempre stati parziali e discriminatori nei confronti di alcune categorie di ex-lavoratori traditi dallo Stato che ora – a 8 anni da quella sciagurata riforma – sono ancora abbandonati senza reddito e senza pensione”, ha affermato Rombolà.

“In merito alla esplicita domanda della conduttrice Rai circa l’ipotesi di una Nona Salvaguardia, siamo lieti che abbia risposto che “si tratta di una domanda da porre al Governo” ricordandogli che appunto a questo Governo abbiamo presentato ripetutamente la nostra questione fin dal suo insediamento, trattandosi infatti di una decisione legislativa di equità nei nostri confronti”, ha sottolineato l’amministratrice del Comitato Esodati Contributori Volontari.

“Gli abbiamo comunque segnalato che siamo rimasti perplessi in merito alla sua affermazione che “non risultino all’INPS altri esodati residui dalle otto salvaguardie” , ha proseguito Rombolà,  “chiarendogli che, a causa delle inique discriminazioni contenute nell’Ottava Salvaguardia tra diverse categorie di ex-lavoratori esodati che comportavano nella maturazione del requisito pensionistico tra di loro un divario anche fino a 5 anni, una sola categoria di lavoratori sia stata ampiamente tutelata, mentre le altre sono rimaste escluse dal diritto anche solo per pochi giorni. La situazione attuale che si è protratta troppo a lungo fa sì che ci siano Esodati esclusi che avevano già maturato il requisito a gennaio 2018 e quindi già ora hanno perso più di un anno di pensione che non verrà in alcun modo loro risarcito, mentre nel frattempo tutti cercano di sopravvivere senza reddito da più di 8 anni, senza neppure la speranza che si metta la parola fine al loro calvario che è diventato insostenibile (c’è chi si è ammalato, chi vive di stenti, chi ha ipotecato la casa”.

Gli abbiamo riportato la domanda corretta per ottenere l’individuazione della nostra platea di Esodati Esclusi: «Considerate le categorie ed i relativi requisiti previsti nella VIII° salvaguardia, quanti sono gli ex lavoratori che, travalicando i requisiti temporali per l’ammissione a salvaguardia previsti dall’art. 1, comma 214, della Legge 11 dicembre 2016, n. 232, in ordine al regime antecedente la riforma del 2011 raggiungono i “requisiti previdenziali” entro il 31/12/2021 ?».

Abbiamo precisato che abbiamo chiesto al Ministero del Lavoro l’emanazione di un provvedimento previdenziale preveda per TUTTI gli esodati la maturazione del REQUISITO di accesso estesa fino al 31/12/2021, in modo da equiparare le condizioni di accesso di tutte le categorie in esso incluse per sanare le inique discriminazioni sui requisiti contenute nell’Ottava Salvaguardia“, ha precisato Rombolà, che ha concluso: “Abbiamo riaffermato quindi la nostra disponibilità a proseguire la discussione di una possibile riapertura dei termini dell’Ottava Salvaguardia o di una emanazione di una Nona Salvaguardia in un tavolo apposito che esplori solo la nostra situazione irrisolta che ha contorni giuridici e previdenziali ben precisi”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore