Decreto pensioni: mancano risposte per le donne, i disoccupati e gli esodati

In attesa del decreto legge contenente il "pacchetto pensioni", l'analisi dell'impianto generale contenuto nella bozza fa emergere diverse criticità. L'analisi di Proietti e Damiano.

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Con la diffusione della bozza del decreto legge contenente l’introduzione di Quota 100, nuova misura per le pensioni anticipate, si è potuta esaminare la struttura del provvedimento. Sarà difficile assistere a stravolgimenti dell’impianto di Quota 100 nel passaggio al testo definitivo, in quanto esso corrisponde agli annunci effettuati in merito da vari esponenti di Governo.

Molta delusione per la misura pensionistica per le donne, chiamata Opzione donna, che sembra ben diversa dall’attesa proroga, ma anche perplessità per Quota 100, la proroga dell’Ape sociale e la mancata risoluzione della questione degli esodati rimasti esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche già varate. A proposito della nuova misura per le pensioni anticipate, Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, ha osservato: “Quota 100 è un’utile soluzione per i lavoratori del nord e del settore pubblico, ma è  meno efficace per quelli del centro-sud dove difficilmente si raggiungono i 38 anni di contribuzione ed è del tutto insufficiente per le donne“.

L’analisi di Domenico Proietti

Il sistema delle finestre mobili è un artificio appositamente istituito per non dover cambiare il titolo alla manovra che, di fatto, diventa quota 100 e 6 mesi per i privati e 101 per il pubblico. Settore pubblico che è, inoltre, pesantemente penalizzato anche dal pagamento differito del tfs, una nuova gravissima e insopportabile ingiustizia per i dipendenti del settore i quali percepiranno la liquidazione anche dopo 7 anni dal pensionamento.
Positivo, invece, lo sganciamento dall’aspettativa di vita per la pensione anticipata dei precoci e la proroga di ape sociale. Ma l’assenza di una quota 41 per tutti è una scelta ingiusta e sbagliata che penalizzerà tanti lavoratori”, ha precisato Proietti.

Per il leader sindacale, inoltre:”Pesa gravemente, poi, l’assenza di misure che valorizzino ai fini previdenziali il lavoro di cura e la maternità, che sostengano concretamente le future pensioni dei giovani, che pongano la parola fine sulla questione degli esodati”. “II decreto, poi, affronta solo parzialmente la riforma della governance dell’INPS e dell’INAIL, nei quali si deve rafforzare il ruolo dei Civ dotandoli di reali poteri d’indirizzo e di controllo. Queste misure si uniscono all’iniquo e ingiusto blocco della rivalutazione delle pensioni approvato con la legge di bilancio. La UIL si batterà affinché siano introdotte quelle modifiche necessarie per dare risposte efficaci ai lavoratori”, ha sottolineato Proietti.

Le promesse mancate

A proposito del decreto legge contenente il “pacchetto pensioni”, Il dirigente del Partito democratico, Cesare Damiano ha chiarito: “La ‘bozza’ del Decreto su pensioni e Reddito di cittadinanza sta circolando vorticosamente e piovono numerosi commenti. Come tutte le bozze, non è definitiva. Subirà ancora dei cambiamenti e dovrà soprattutto superare l’esame della Ragioneria: la cosiddetta ‘bollinatura’”.

“Noi ci limitiamo a segnalare alcune promesse che non vengono mantenute: che fine ha fatto la nona salvaguardia degli esodati, che riguarda circa 6.000 lavoratori? Di Maio, il 18 ottobre scorso, in un incontro con i comitati degli esodati, aveva fatto una promessa solenne. Non è stata mantenuta.

La proroga dell’Ape sociale non è sufficiente se non consente anche ai disoccupati che non hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali, di poter accedere alla normativa”. “Altrimenti, si rischia di non spendere le risorse stanziate. E’ già capitato l’anno scorso. E non è un caso che siano proprio i disoccupati a fare le maggiori richieste di accesso all’Ape sociale. Il Governo faccia queste correzioni”, ha puntualizzato l’esponente dem.

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