Taglio alle pensioni d’oro: importi e percentuali delle decurtazioni

I chiarimenti dell'Inps sul taglio delle pensioni d'oro stabilito dalla Legge di Bilancio 2018. L'Ente ha elencato i trattamenti che non vengono conteggiati nell'importo complessivo.

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L’Inps ha pubblicatola circolare contenente le istruzioni applicative inerenti alla riduzione dei trattamenti pensionistici di importo complessivamente superiore a 100.000 euro, stabilita dalla Legge di Bilancio 2018. A decorrere dal 1° gennaio 2019 e per la durata di 5 anni i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici.

L’Ente previdenziale ha chiarito che ai fini dell’individuazione dell’importo pensionistico complessivo superiore a 100.000 euro rilevano gli importi lordi su base annua di tutti i trattamenti pensionistici diretti, compresi quelli aventi decorrenza infra annuale, a carico delle forme pensionistiche del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative dell’assicurazione generale obbligatoria e della Gestione separata,  ivi compresi i supplementi di pensione e le pensioni supplementari, a prescindere dal sistema di calcolo adottato per la liquidazione degli stessi.

Riduzione degli importi dei trattamenti pensionistici superiori a 100.000 euro

Il comma 261 della Legge di Bilancio 2019 stabilisce che i trattamenti pensionistici diretti a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative dell’assicurazione generale obbligatoria e della Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, i cui importi complessivamente considerati siano superiori a 100.000 euro lordi su base annua, sono ridotti in base alle seguenti aliquote percentuali: 15% per la quota di importo da 100.000,01 a 130.000,00 euro;  25% per la quota di importo da 130.000,01 a 200.000,00 euro;  30% per la quota di importo da 200.000,01 a 350.000,00 euro; 35% per la quota di importo da 350.000,01 a 500.000,00 euro;  40% per la quota di importo eccedente i 500.000,01 euro.

Pensioni non conteggiate per la determinazione dell’importo pensionistico complessivo

Per la determinazione dell’importo pensionistico complessivo non si tiene conto delle seguenti prestazioni:     pensioni di invalidità a carico della gestione esclusiva, quali le pensioni di privilegio dipendenti da causa di servizio e le pensioni di inabilità ordinaria riconosciute a seguito di cessazione dal servizio per infermità o inabilità assoluta e permanente; i trattamenti pensionistici per invalidità specifica riconosciuti a carico degli iscritti ai fondi sostitutivi; l’assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità riconosciuti ai sensi della legge n. 222/1984; le pensioni indirette ai superstiti di assicurato e le pensioni di reversibilità ai superstiti di pensionato; le pensioni riconosciute a favore delle vittime del dovere o di azioni terroristiche.

Il punto di Mauro D’Achille

Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e Pensioni: Problemi e soluzioni”, a proposito del taglio delle pensioni “d’oro”, ha dichiarato: “A deviare il corso delle attenzioni rispetto ai problemi reali del Paese, oggi si vorrebbe tornare a parlare di tagli alle pensioni cosiddette d’oro. Di quelle prestazioni pensionistiche, cioè, che hanno maturato il diritto di essere superiori ai centomila euro annui. Si badi bene, ho detto “che hanno maturato il diritto” !! Quel valore è stato calcolato dall’Inps stessa sulla base, come per tutte le altre, dei versamenti effettuati nell’arco della vita lavorativa e con metodo retributivo o contributivo o misto, ma sempre nel rispetto delle leggi vigenti al momento del calcolo.

Ora, il solo pensare che quegli importi siano non dovuti o, peggio ancora, un abuso perpetrato da persone “potenti”, perdi più riducendole addirittura con percentuali del 15% ed oltre, mi fa pensare non tanto ad una equa redistribuzione di risorse ma soltanto ad una sorta di invidia sociale tendente ad instaurare una lotta di classe fuori dal tempo nonché all’ennesimo tentativo di usarlo come arma di distrazione di massa”.

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