Sciopero generale nazionale del 26 maggio 2023. Ultimi aggiornamenti

Per venerdì 26 maggio è stato indetto uno sciopero generale dal sindacato USB, affiancato da altre sigle. Previsti disagi nei trasporti, scuola e sanità.

La USB ha indetto uno sciopero generale nazionale per venerdì 26 maggio, che riguarda tutte le categorie pubbliche e private, ad eccezione del settore del trasporto aereo. Saranno possibili disagi per quanto riguarda i trasporti, la scuola e i servizi sanitari. A fianco dell’USB ci sono anche altre sigle sindacali.

Richiesta di aumenti salariali fra i motivi dello sciopero!

Nel documento in cui viene proclamato lo sciopero si legge che la protesta è indetta per chiedere aumenti salariali di 300 euro che garantiscano il recupero di potere d’acquisto a fronte dell’indiscriminato aumento dei prezzi; per una nuova indicizzazione dei salari che li agganci effettivamente all’aumento reale del costo della vita; contro il nuovo codice degli appalti, destinato a liberalizzare l’intero sistema con gravi conseguenze in termini di sicurezza, di precarietà e illegalità.

Per il Reddito di Cittadinanza e il salario minimo!

E ancora, contro il cosiddetto decreto Cutro, contro il progetto Calderoli, contro la delega fiscale, per l’abolizione dell’Iva sui beni di prima necessità; per un tetto ai prezzi dei beni di prima necessità, per la detassazione delle pensioni, per un milione di assunzioni nella Pubblica Amministrazione e la stabilizzazione dei precari; in difesa del Reddito di Cittadinanza; per una legge sul salario minimo di almeno dieci euro l’ora; per la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario.

Contro il coinvolgimento nella guerra in Ucraina!

Oltre a ciò, si richiede il diritto ai servizi pubblici gratuiti; per il diritto alla casa con un milione di nuove case popolari, il blocco degli sfratti e degli sgomberi; per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Contro l’assoggettamento delle istituzioni scolastiche agli interessi delle aziende private e il PCTO; per la difesa del diritto di sciopero e contro il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in Ucraina, l’invio di armi e di risorse in teatri di guerra.

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