Riforma pensioni: Quota 100, le ultime novità da Durigon e Buffagni

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni e Quota 100. Le dichiarazioni di Durigon e Buffaagni. Il commento di Brunetta e Camusso

Riforma pensioni 2019: le ultime novità su Quota 100 e flessibilità in uscita

Fa discutere la mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del cosiddetto “decretone” che contiene Quota 100 ed il Reddito di cittadinanza. Ieri il decreto legge non era stato ancora sottoposto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la firma. La situazione potrebbe sbloccarsi oggi, secondo quanto affermato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Affari regionali e autonomie), Stefano Buffagni, ieri sera a DiMartedì. Buffagni, ha dichiarato: “Il testo esiste, sta finendo il drafting e già domattina dovrebbe andare alla firma del Presidente della Repubblica”.

Il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, ospite di DiMartedì, ha fornito spiegazioni sul perché non sia ancora disponibile il testo di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza, ribadendo che il motivo del ritardo non sono le coperture. “Il decreto è stato preso per essere messo in Gazzetta Ufficiale la prossima settimana“, ha dichiarato, precisando che “il decreto parte dal giorno in  cui il Consiglio dei Ministri lo ha approvato” e che “la Ragioneria sta lavorando alla definizione della norma e della quantificazione”. “Ma è una procedura normale, che è avvenuta per altri decreti”, ha sottolineato.

Quota 100 e Reddito di cittadinanza, la coperta è corta?

Secondo Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia, il varo definitivo del  Reddito di cittadinanza e di Quota 100 sarà fonte di “forti litigi in arrivo all’interno della maggioranza, considerando che la coperta è corta e che i soldi sono davvero pochi per poter soddisfare tutta la platea dei beneficiari alla quale Lega e Cinque Stelle si erano rivolti“. “Risorse che saranno ancora di meno se si considera che il Governo dovrà pensare a risparmiare qualche miliardo di euro da usare per la manovra correttiva”, ha osservato Brunetta.

“Oltre alla scarsità di fondi, è da sottolineare anche l’inutilità di questa politica economica tutta improntata all’assistenzialismo, in aperto contrasto con la necessità di vararne una che preveda il taglio delle tasse e l’aumento degli investimenti pubblici”, ha aggiunto. “Il viceministro dell’economia Massimo Garavaglia ha dichiarato che dopo le elezioni vuole fare “la vera flat tax”, riconoscendo senza accorgersene di aver dichiarato che quella messa nella manovra è solo un inutile specchietto per le allodole. Siamo d’accordo con il viceministro Garavaglia, dal momento che la flat tax era la misura principe contenuta nel contratto di centrodestra sottoscritto prima delle passate elezioni nazionali ma gli chiediamo: dove pensa di trovare le risorse per coprirla, dal momento che queste sono state dissipate per finanziare l’assurda misura del reddito di cittadinanza, tanto contestata dalla Lega in campagna elettorale?”, si è chiesto l’esponente di Forza Italia.

Il giudizio critico dei sindacati

Nella sua relazione di apertura del XVIII Congresso della Cgil, il segretario generale Susanna Camusso ha ribadito le dure critiche al Governo ed ha rilanciato la manifestazione unitaria del 9 febbraio. Camusso ha illustrato i motivi che rendono la Legge di bilancio 2019 inaccettabile per i sindacati: ”Ci indebita drammaticamente (53 miliardi) per i prossimi 2 anni, non ha priorità e risorse per gli investimenti nel 2019, anzi paralizza quelli in essere, e cancella le prospettive almeno per il 2020 e 2021; ancor di più di fronte alla diminuzione della produzione industriale, agli avvisi di Banca d’Italia sulla recessione tecnica serve una reazione anticiclica”.

“Inoltre, la manovra sembra non aver nessun contenuto sociale progressivo, necessario perché la crisi ”non ha solo generato perdita di capacità produttiva, riduzione del Pil, ma ha profondamente allargato le diseguaglianze, sono aumentate le persone e in particolare i minori in povertà, sono esplosi i lavori poveri, è aumentata la segregazione del lavoro femminile, è ripresa la migrazione delle giovani e dei giovani, sono aumentati gli anziani in solitudine e povertà, mentre è stato ridotto il perimetro pubblico, indebolita la rete delle protezioni sociali” e sono anche drammaticamente “aumentate le distanze tra Nord e Sud del Paese e più di una regione del Centro sta scivolando indietro”, ha osservato Camusso.

Per la Cgil  le misure in materia di previdenza sono “sbagliate o insufficienti”:”Quota 100 non è il superamento della Fornero e non affronta la precarietà e la pensione di garanzia, non dà risposte alle lavoratrici, non si interroga sulla flessibilità in uscita per i lavori discontinui e gravosi e si potrebbe proseguire”.

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