Riforma pensioni: Quota 100 ed esodati. Opzione donna: aggiornamenti sul caso ex-iPost

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni. Le dichiarazioni di Metassi, Alboni ed Armiliato. Quota 100 e gli esodati, aggiornamenti sul caso ex-iPost.

Riforma pensioni 2019: Quota 100 nel mirino dei sindacati

Quota 100 non produrrà nuovi esodati, lo ha dichiarato a chiare lettere Luigi Metassi, amministratore del Comitato “Esodati licenziati e Cessati”, nel commentare le ultime dichiarazioni dei media che definiscono “nuovi esodati” i privati che hanno presentato domanda per le pensioni anticipate con Quota 100, avviando le dimissioni e che si troveranno a non poter accedere alla misura e senza lavoro, nel caso non abbiano tutti requisiti richiesti dalla legge.

Quella degli esodati è una questione di diritto. Qui addirittura confondono chi, magari per un comprensibile limite soggettivo, ha comunque derogato da una precisa legge, ancorché subdola, con chi è stato vittima di una legge retroattiva quindi incostituzionale. C’è una bella differenza tra chi è vittima e chi invece agisce senza prima capire il testo di legge“, ha dichiarato Metassi a MyMagazine. “Chi per professione fa comunicazione e comunica scorrettamente va ripreso/a professionalmente. Parlare ora come ora di nuovi 50mila *esodati* che NON LO SONO quando 6000 #veri aspettano da otto anni può essere grave“, ha aggiunto la coamministratrice Elide Alboni.

La riforma delle pensioni e le donne

Per i sindacati l’aver limitato gli interventi sul sistema previdenziale all’introduzione di Quota 100 ed alle misure contenute nel cosiddetto Decretone è stata un’occasione mancata di predisporre una “vera” riforma delle pensioni. L’amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, Orietta Armiliato, ha osservato che “il malcontento continua ad espandersi a macchia d’olio fra le lavoratrici ed i lavoratori poiché praticamente nessuna delle misure presenti nel nostro ordinamento previdenziale soddisfa, quanto meno massivamente, i bisogni degli stessi“.

“Anche alla luce di questo, è evidente che sarebbe necessaria una vera riforma pensionistica che tenesse conto dello stato nel quale versa il mercato del lavoro e che tenesse conto delle conclamate esigenze delle donne lavoratrici che fosse, in una parola contemporanea, e quindi aderente alla realtà del presente ma, per realizzare tutto questo, sarebbero necessari due grandi assenti del nostro tempo: stabilità e sviluppo“, ha precisato Armiliato, per la quale :”La manovra finanziaria del Governo, preludio di quello che doveva essere un “anno bellissimo”, si sta dimostrando esattamente come l’avevamo letta ossia manifestamente insufficiente da ogni punto di vista sia economico sia finanziario sia sociale”.

“A questo punto diventa davvero difficile fare pronostici rispetto alla sorte dei provvedimenti a tempo che hanno reso disponibili via Decretone e men che meno si può dar credito alle promesse che a tambur battente gli esponenti pentaleghisti continuano a cercare di propinarci, oramai non occorre essere strateghi o politologi o semplici economisti per comprendere che lo spartiacque saranno solo le imminenti elezioni europee anche se, sarebbe auspicabile che il Governo mantenesse l’impegno assunto il 13 Marzo scorso al tavolo aperto con le Organizzazioni Sindacali, (anche solo per rispetto di loro stessi e di chi le OO.SS rappresentano) tavolo che nonostante le promesse fatte in quella sede, dobbiamo pensare essere stato ‘sparecchiato’ e le stoviglie riposte in un armadio del quale si è buttata la chiave?”, ha osservato l’amministratrice del CODS.

“Ricordo che in quella occasione, fu ribadita la necessità di lavorare all’elaborazione della Piattaforma Unitaria Sindacale che ha, fra le sue poste, anche quelle che possono venire in aiuto alle donne se non altro dal punto di vista previdenziale e che qui riporto estrapolandole dalla sezione dedicata alla “Previdenza e Welfare” del documento originale. Donne: gli interventi sulle pensioni degli ultimi anni hanno penalizzato in modo particolare le donne e anche raggiungere i requisiti previsti da quota 100 sarà difficile per molte lavoratrici. E’, quindi, necessario sostenere le lavoratrici sul fronte previdenziale con misure adeguate, come con il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio.
Il lavoro di cura non retribuito, perché svolto dalle famiglie e in prevalenza dalle donne, è una voce fondamentale del welfare informale del nostro paese. E’ ora che venga pienamente riconosciuto anche a livello previdenziale e pensionistico.

Opzione donna: aggiornamenti sul caso ex-iPost

Il CODS aveva messo in luce non molto tempo fa che la pensione via Opzione donna per le lavoratrici ex iPost risultava inaccessibile. Orietta Armiliato ha fornito gli ultimi aggiornamenti in merito mediante un post: “Con determinazione e con la consapevolezza di chi “ha ragione” abbiamo abbracciato la causa delle LAVORATRICI EX-IPOSTe tutti insieme abbiamo posto in essere il pressing che oggi ha portato alla soluzione di questa che, nelle premesse, era destinata ad essere un’altra brutta pagina avente come protagonista la burocrazia e l’inerzia “bradipesca” del nostro Paese. Dunque con grande piacere vi copio il testo del messaggio ricevuto quest’oggi da una nostra amica (seguirà mail originale): ”Inps mi comunica che oggi hanno avuto l’aggiornamento informatico e che hanno lavorato e liquidato la mia domanda, decorrenza 30/1/2019”.

Ieri, ad un commento su questa pagina, avevo avuto modo di riportare ciò che “rumors” mi avevano anticipato rispetto ai problemi informatici riscontrati ma, non avendo ricevuto una risposta ufficiale ma solo per le vie verbali, non ho voluto dare ufficialità e risalto proprio per non dare adito ad aspettative che potessero essere disattese.Ma, adesso, anche alla luce di questo ulteriore messaggio ricevuto da un’altra amica ancora ad avallo del precedente e di ciò che mi avevano comunicato, possiamo annunciare il superamento di questo scoglio che ha tenuto in ansia le pensionande per oltre un trimestre. Naturalmente continuiamo a monitorare la situazione e a denunciare criticità che dovessero sorgere dopo queste comunicazioni ufficiali”.

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