Riforma pensioni: Quota 100 e rivalutazione. Le ultime novità

la riforma delle pensioni e l'introduzione di Quota 100. L'analisi di Galasso. Damiano critica la rivalutazione delle pensioni 2019.

Riforma pensioni: Quota 100 e rivalutazione. Le ultime novità

Il cuore della riforma delle pensioni giallo-verde è stata l’introduzione delle pensioni anticipate con Quota 100. Vincenzo Galasso, professore di Economia Politica presso l’Università Bocconi di Milano, su la voce.info ha tracciato un primo bilancio delle domande d’accesso alla misura, che sin dall’inizio hanno mostrato alcune caratteristiche peculiari.

“Dall’analisi delle prime 130 mila domande, quota 100 si conferma una riforma pensionistica che favorisce un gruppo selezionato di lavoratori: pubblici e privati, al Nord e al Sud, ma quasi esclusivamente uomini e con meno di 65 anni. Era proprio necessario spendere 22 miliardi di euro in tre anni, e oltre 45 in dieci, e lasciare alle generazioni future 37,6 miliardi di euro di debito implicito pensionistico in più per una misura temporanea che manda anticipatamente in pensione – quasi senza penalizzazioni – un gruppetto di fortunati sessantenni?”, ha osservato Galasso.

Pensioni con Quota 100: “La penalizzazione finale è limitata”

“Secondo dati Inps, le domande di pensionamento che usano quota 100 sono state 131 mila in circa tre mesi. Probabilmente non tutte si tradurranno in erogazioni di benefici pensionistici, poiché l’Istituto di previdenza sociale deve ancora verificare che i richiedenti abbiano effettivamente raggiunto i requisiti necessari. Si tratta comunque di un numero importante, se si considera che in tutto il 2018 le nuove pensioni di anzianità erogate dall’Inps erano state circa 150 mila”, ha proseguito Galasso.

L’elevato numero di domande per l’accesso alle pensioni anticipate in regime di Quota 100 per l’economista non deve stupire in quanto:” Quota 100 consente di accedere al pensionamento anticipato in maniera molto agevolata rispetto alle modalità vigenti, in quanto la penalizzazione dovuta all’uscita anticipata si applica alla sola parte contributiva. E poiché la platea di persone a cui quota 100 si rivolge è tipicamente coperta dal sistema misto, con molti anni di contributi conteggiati con il metodo retributivo e pochi con il contributivo – per alcuni solo i sette anni successivi alla riforma Fornero – la penalizzazione finale è limitata”.

Indicizzazione delle pensioni

Il dirigente del Partito democratico Cesare Damiano è tornato a parlare di pensioni ed in particolare della perequazione 2019 sulla sua rubrica su ReteSole. Com’è noto sarà operata una trattenuta in un’unica soluzione sulla pensione di giugno per recuperare la differenza relativa al periodo gennaio – marzo 2019 dovuta all’applicazione delle regole per la rivalutazione 2019 solamente a partire dalla mensilità di aprile 2019.

In virtù della Legge di Bilancio 2019, per  il periodo 2019-2021, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, è riconosciuta per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento. Per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo INPS, invece è riconosciuta: nella misura del 97 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS; nella misura del 77 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS; nella misura del 52 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS; nella misura del 47 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS; nella misura del 45 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a nove volte il trattamento minimo INPS; nella misura del 40 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a nove volte il trattamento minimo INPS.

Per Damiano: “Se si proclama la diminuzione della povertà poi non si possono aggredire le pensioni che poi non sono certo “d’oro: quelle della fascia media dei pensionati italiani”. “In questo modo si accresce l’ingiustizia“, ha precisato l’esponente dem.

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