Il decreto contenente il Reddito di cittadinanza, Quota 100 ed altri interventi sulle pensioni inizierà oggi l’iter di conversione in Commissione lavoro. “Con le audizioni che partiranno domani mattina, inizia nella Commissione Lavoro del Senato una settimana fondamentale per il Decreto sul #Reddito di cittadinanza e # Quota 100. Prende il via così l’iter di conversione di questo Decreto che, dopo il ciclo di audizioni, proseguirà con la discussione generale e la fissazione del termine per gli emendamenti”, ha dichiarato ieri Nunzia Catalfo, presidente della Commissione lavoro al Senato.
Nell’attesa di conoscere le eventuali modifiche che verranno apportate al decreto in sede di conversione in legge, il dirigente del Partito democratico Cesare Damiano, ha affermato: “Quota 100 avrà successo: si tratta di una misura che non va solo a vantaggio delle imprese, che possono ringiovanire l’organico, ma anche dei lavoratori che aspirano ad andare in pensione senza dover passare per le forche caudine e socialmente crudeli della legge Fornero”.
Quota 100 non è per tutti
“Quello che ho fin qui affermato significa che Salvini ha ragione e che Quota 100 è la misura giusta di flessibilità? Ovviamente no. Quota 100 discrimina chi non ha lunghe carriere contributive e, per converso, penalizza le donne, i disoccupati e chi svolge lavori discontinui, stagionali o di cantiere. Non tutti possono raggiungere il traguardo dei 38 anni di contribuzione pur avendo una età elevata”, ha proseguito Damiano.
L’esponente dem ha, poi, dichiarato: “Sfidiamo il Governo con emendamenti migliorativi dell’Ape sociale: tutti i disoccupati, anche se non hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali, possano andare in pensione con 63 anni di età e 36 di contributi; allarghiamo le 15 categorie attuali dei lavori gravosi includendo gli operai dell’edilizia e gli stagionali. Facciamo la nona e ultima salvaguardia degli esodati. Queste dovrebbero essere le richieste minime avanzate dal PD per correggere il Decretone”.
La propensione al pensionamento
Nell’analisi di Itinerari Previdenziali su Quota 100 viene messo in evidenza che la temporaneità della nuova misura per le pensioni anticipate, con 62 anni di età e 38 di contributi, senza “paletti di salvaguardia” valida per soli 3 anni, di Opzione donna (2018) e dell’agevolazione sull’anzianità contributiva (finisce nel 2026) “potrebbe causare un aumento della “propensione al pensionamento”, inducendo anche chi avrebbe continuato a lavorare a uscire il prima possibile, immaginando che questa agevolazione è già un successo se riesce a durare 3 anni”.
Il Centro Studi ha osservato: “Nelle slide il Governo indica un numero di nuovi pensionati nel triennio pari a circa 1 milione; è evidente anche a un neofita che un tale numero manderebbe in default l’intero sistema pensionistico (30 miliardi di costo già a metà del terzo anno)” . Inoltre: “Un pensionamento massiccio in un periodo di forte rallentamento dell’economia e senza incentivi stabili per le politiche attive del lavoro tende a generare elevati costi e un peggioramento del vitale rapporto demografico attivi/pensionati”.
La corsa alle domande e le liste d’attesa
“Gli aventi diritto che faranno domanda all’Istituto nei primi 3/4 mesi del 2019, potrebbero essere 315 mila a cui si aggiungeranno gli oltre 50 mila che maturano Quota 100 dal 1°gennaio 2019; saranno però molti di più, ovviamente, quelli che faranno domanda nella speranza di poter avere i requisiti, per cui l’Istituto, oltre al milione circa di prestazioni ordinarie da erogare nell’anno (circa 500 mila solo per l’assistenza), si stima dovrà fronteggiare una massa di oltre 400 mila nuove domande.
Considerando i tempi tecnici necessari per le liquidazioni ordinarie, questo ulteriore carico di lavoro produrrà seri problemi e un allungamento delle “liste di attesa” anche se alla fine si riceveranno gli arretrati. Ma la cosa più grave è che il provvedimento non indica alcuna priorità nelle erogazioni, come ci si sarebbe aspettato, considerando che ci sono lavoratori “bloccati” dalla riforma Fornero anche da 6 anni. Si tratta di soggetti che hanno raggiunto Quota 108 (66 anni di età e 42 di contributi) che sono casi limite ma poi ci sono quelli con Quota 107, 106,5, 106 e così via, fino a chi Quota 100 l’ha maturata da un solo giorno”, si legge nel dossier di Itinerari previdenziali.
Opzione donna: proroga al 2019
I requisiti richiesti per l’accesso ad Opzione donna hanno escluso di fatto le lavoratrici nate nel ’61 dall’accesso alla misura per le pensioni anticipate al femminile. Paola Viscovich, amministratrice del Gruppo “Opzione donna: Le escluse”, nel manifestare il proprio malcontento, in post rivolto al Premier Giuseppe Conte, ai Vicepremier Matteo Salvini, Luigi Di Maio, al sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon ed alla senatrice del M5S Nunzia Catalfo, ha dichiarato: “Siamo certe che la platea delle aderenti ad Opzione Donna è sovrastimata. Vi chiediamo pertanto di prorogare sin da subito fino al 31 dicembre 2019. Qualora, a seguito dei monitoraggi già previsti, gli oneri dovessero superare le stime aspetteremo in religioso silenzio che arrivi il nostro turno. Riteniamo che questa proposta di estremo buon senso possa essere presa in seria considerazione dal governo del cambiamento”.
Nunzia Catalfo ha raccolto l’appello lanciato dal Gruppo “Opzione donna: Le escluse”. Paola Viscovich ha riferito che la senatrice ha comunicato “l’intenzione di mettere in campo le azioni necessarie per la presentazione di un Ordine del Giorno che impegni il Governo a prorogare Opzione Donna al 2019“.