Riforma pensioni: le ultime novità su Quota 100. I chiarimenti dell’Inps

Le ultime novità dopo l'approvazione del Def. Dichiarazioni sulla riforma delle pensioni e Quota 100. I commenti di Ganga, Servidori, Durigon, Armiliato, Fracassi. Chiarimenti dell'Inps.

Riforma pensioni: Quota 100 e rivalutazione. Le ultime novità

Il dati sull’economia italiana contenuti nel Def  destano la preoccupazione dei sindacati e degli economisti. “Nonostante il Governo certifichi gli errori fatti sulle stime di crescita e l’eccesso di ottimismo nelle valutazioni di impatto delle misure messe in campo con la legge di bilancio 2019, conferma le scelte fatte e procede con misure economiche piegate al consenso elettorale”, ha dichiarato la Cgil nel documento illustrato dal vicesegretario generale, Gianna Fracassi, alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato in occasione dell’audizione sul Documento di economia e finanza 2019.

Reddito di cittadinanza e Quota 100 non serviranno a un bel niente. Per fortuna Tria se ne è accorto”, ha affermato su “le formiche.net” Alessandra Servidori docente, editorialista ed esperta in politiche del welfare. “Di Def e dei suoi deliranti contenuti se ne parla poco ma ancor meno del fatto che il ministro Tria riconosca esplicitamente la responsabilità dell’esecutivo nella crisi economico-finanziaria italiana. È orribile la situazione in cui versiamo e più drammatica sarà sicuramente dal 26 maggio in poi, quando il passaggio politico del voto europeo si sarà compiuto e anche gli italiani più disinvolti dovranno rendersi conto che l’alternativa è una sola: o sperare di dare un nuovo inizio alla legislatura o metterci una pietra sopra”, ha aggiunto.

Per la professoressa Servidori: “In più questo reddito di cittadinanza sicuramente non sosterrà l’occupazione, dal momento che le furbizie stanno già venendo a galla: è il caso di chi per esempio si è dimesso da un posto di lavoro regolare e non può chiedere subito il reddito di cittadinanza, ma che tuttavia per averlo subito fa figurare un licenziamento invece che le dimissioni. Stesso discorso per la quota 100, che non significa più giovani al lavoro ma anzi impoverimento dei settori nevralgici come la sanità e l’istruzione”.

“Il nostro timore è che, a livello politico, si continuino a fare delle scelte sulla base di quel che la gente vuole al momento, non in virtù di ciò di cui ha bisogno: ad esempio, riguardo alla Quota 100, non c’è alcun riscontro all’ipotesi che, ad ogni pensionamento, corrispondano uno, o due ingressi nel mercato del lavoro“, ha dichiarato il presidente della Cnpadc (Cassa nazionale di previdenza ed assistenza dei dottori commercialisti) Walter Anedda, durante il Forum In Previdenza 2019. Per il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, invece: “I primi dati sul cambio generazionale che dovrebbe produrre Quota 100 sarà possibile averli non prima dell’autunno. Nel settore pubblico “il turn over comincia il 19 novembre 2019 e sarà al 100% nel 2020″, ha dichiarato a margine del Forum dei dottori commercialisti.

Prima Quota 100

Sulla precedenza che verrebbe assegnata alle domande presentate per le pensioni anticipate con Quota 100 è intervenuto il segretario della Cisl, Ignazio Ganga. “Il rallentamento nella liquidazione delle prestazioni pensionistiche diverse da “quota 100″ da parte dell’INPS denunciato dagli organi di stampa conferma, purtroppo, le preoccupazioni manifestate nei giorni scorsi dal sindacato”, ha dichiarato in una nota.

“Per la Cisl non possono esistere pensionati di serie A e pensionati di serie B, ma tutti i lavoratori e le lavoratrici che vanno in pensione hanno egualmente diritto a veder liquidata la loro prestazione entro tempi ragionevoli. Non c’è dubbio che con “quota 100” il personale dell’INPS debba fronteggiare un notevole incremento dell’attività, ma l’aumento delle domande di pensione deve essere gestito nel modo più adeguato anche alla luce del momento in cui è pervenuta la domanda e non solo sulla base della tipologia, facendo particolare attenzione alle prestazioni che hanno un particolare impatto sociale“, ha sottolineato Ganga. “Questa situazione, mette ancora una volta in evidenza la necessità ed urgenza di dotare l’INPS, così come tutta la pubblica amministrazione, di personale adeguato sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, sbloccare i concorsi e bandirne di nuovi”, ha osservato l’esponente sindacale.

I “risparmi” del Reddito di cittadinanza

Continuano a far discutere le dichiarazioni del Vicepremier Luigi Maio circa la possibilità che si possano avere dei risparmi dalle risorse investite per il Reddito di Cittadinanza. “Sicuramente avanzerà qualche centinaio di milioni di euro dal reddito di cittadinanza perché non arriveremo mai al 100% delle richieste. Questi soldi verranno messi nel progetto per gli aiuti alle famiglie che fanno figli, sul modello francese”, ha dichiarato qualche giorno fa a Torino il leader pentastellato.

Per Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social: “Sbagliare le stime previsionali, succede, e solo chi non lavora non sbaglia; dopodiché va detto però che rendersene conto dopo solo 15 giorni dall’emanazione di una legge possa sembrare più una boutade fondata su pretesti e non su effettivi argomenti o, quanto meno, può risultare un filo improbabile.

“Ciò detto, cari Claudio Durigon e Maria Edera Spadoni”, ha incalzato Armiliato, “come potete giustificarvi davanti a quelle donne (e non solo a loro…) che hanno implorato affinché non innalzaste i requisiti necessari all’esercizio dell’Opzione Donna ed ora sono al palo, dopo aver ingoiato l’amaro calice e magari si sono anche spese per difendere l’operato del vostro esecutivo? In ogni caso, se davvero così fosse, dovreste immediatamente ripristinare il provvedimento estendendo il diritto in modo da poter fare accedere le donne nate nel 1961 che avete illuso e disilluso per mesi a vostro piacimento; perché nessuno, ma proprio nessuno, si deve permettere di giocare sulla pelle delle donne”.

I chiarimenti dell’Inps su Quota 100: NASpI, cumulo, Ape sociale

L’Inps ha chiarito che la contribuzione accreditata durante i periodi di percezione dell’indennità di nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASpI) è utile per il perfezionamento del requisito contributivo dei 38 anni, ma non anche per il perfezionamento del requisito contributivo dei 35 anni utili per la pensione di anzianità. Infatti, ai fini del perfezionamento di tale ultimo requisito non sono utili i periodi di malattia e di disoccupazione o equiparati (ad esempio, periodi di percezione dell’indennità di ASpI, di Mini-ASpI, etc.).

In caso di pensione con il cumulo dei periodi assicurativi, il requisito dei 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia e di disoccupazione o equiparati deve essere verificato tenendo conto di tutta la contribuzione versata o accreditata presso le forme previdenziali interessate al cumulo dei periodi assicurativi (ad esempio, un soggetto con 35 anni di contribuzione presso il FPLD, di cui 3 anni relativi a periodi di malattia e NASpI, e successivi 3 anni di contribuzione presso la CTPS, ha perfezionato il requisito contributivo per la pensione quota 100 con il cumulo dei periodi assicurativi, avendo maturato 38 anni di contributi, di cui 35 anni – 32 anni presso il FPLD e 3 anni presso la CTPS – utili per la pensione di anzianità al netto dei periodi di malattia e di disoccupazione).

L’Ente ha chiarito, inoltre, che ai fini dell’esercizio della facoltà di opzione per il sistema di calcolo contributivo della pensione quota 100 con il cumulo dei periodi assicurativi, occorre che l’interessato, in possesso dei prescritti requisiti (meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e 15 anni di contributi, di cui almeno 5 anni dal 1996) presso ciascuna gestione interessata al cumulo, eserciti la facoltà di opzione in tutte le predette gestioni interessate al cumulo.

L’Ape sociale è incompatibile con la titolarità di una pensione diretta conseguita in Italia o all’estero. Come chiarito al paragrafo 8 della circolare n. 100/2017 “nelle ipotesi in cui il soggetto – beneficiario di APE sociale – divenga titolare di un trattamento pensionistico diretto l’indennità è revocata dalla data di decorrenza della pensione”. Ciò posto, il titolare di c.d. APE sociale può conseguire la pensione quota 100, ma dalla decorrenza effettiva della suddetta pensione non può più percepire l’indennità c.d. APE sociale.

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