Riforma pensioni: le ultime novità su Quota 100 ed il riscatto agevolato della laurea

Le ultime novità su Quota 100 e la riforma delle pensioni. Le dichiarazioni di Damiano ed il punto dell'Anief sul riscatto agevolato della laurea.

Pensioni 2018: età pensionabile e flessibilità in uscita

Dopo la bollinatura della Ragioneria di Stato del decreto legge contenente il Reddito di cittadinanza ed il nuovo strumento per le pensioni anticipate, il passo successivo è quello della firma del Presidente del Consiglio Sergio Mattarella, a cui  seguirà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Entrambi gli step potrebbero essere compiuti a partire dalla giornata di oggi, dando così inizio alle fasi successive della conversione del decreto.

La genesi  del cosiddetto “decretone” ed il percorso che ha portato alla stesura dei provvedimenti sulle pensioni ed il lavoro contenuti in esso, sono avvenuti senza alcun confronto con le parti sociali. Cgil, Cisl e Uil ribadiranno questo punto con forza nel corso della manifestazione organizzata il 9 febbraio. Con loro il dirigente del partito democratico, Cesare Damiano.

L’esclusione dei sindacati

“La mobilitazione dei sindacati del 9 febbraio è un appuntamento molto importante, da non mancare, ha dichiarato Cesare Damiano. “È scandaloso che si adottino provvedimenti su temi come le pensioni o il reddito di cittadinanza senza coinvolgere le parti sociali. I governi non hanno l’obbligo di fare gli accordi con i propri interlocutori, ma hanno il dovere del confronto”, ha aggiunto.

“Questo argomento l’ho sostenuto quando l’attacco ai corpi sociali intermedi è stato sferrato dal governo Renzi e, a maggior ragione, lo sostengo oggi in una situazione nella quale, tra le altre cose, il Governo gialloverde sta trattando anche il Parlamento da passacarte”, ha sottolineato l’esponente dem.

Quota 100 non è sufficiente

Damiano ha proseguito:”Noi dobbiamo essere favorevoli alle Quote, che conferiscono flessibilità al sistema previdenziale e a un sostegno al reddito per i più poveri, ma non possiamo condividere il modo con il quale il Governo ha individuato la soluzione a questi problemi”.

“Per le pensioni, Quota 100 da sola non basta perché discrimina donne, disoccupati e lavori discontinui che non trarranno alcun vantaggio“, ha precisato. “Il Pd, in Parlamento, avanzi le sue proposte di emendamento per correggere e migliorare queste misure contenute nel ‘Decretone’”, ha sottolineato l’ex Ministro del lavoro.

Il riscatto agevolato della laurea 

Nel “decretone”, oltre a Quota 100, sono contenuti altri provvedimenti sulle pensioni, come il riscatto della laurea agevolato ai fini pensionistici per i 45enni. Il sottosegretario al Ministero del lavoro Claudio Durigon ha spiegato che il limite d’età a 45 anni è stato imposto per favorire i giovani, ma che si sta pensando di alzare la soglia anagrafica. ” Il limite, ora fissato a 45 anni, potrebbe salire fino a 50 anni”, ha segnalato l’Anief.  “Il governo è al lavoro per alzare la soglia di età entro cui riscattare gli anni di università con lo sconto. Durigon ha chiarito che il riscatto agevolato varrà anche ai fini del calcolo del valore dell’assegno pensionistico e non solo per ridurre gli anni necessari al pensionamento”, ha osservato il sindacato.

“Nella prima versione del decretone si indicava che i versamenti andavano a contribuire a innalzare l’anzianità contributiva ma non facevano crescere il valore della pensione e di fatto il lavoratore “comprava” anni di contributi senza incidere sull’assegno futuro. Adesso le cose dovrebbero migliorare. Nel calcolo del riscatto, si conteggiano gli anni di durata legale del corso di laurea (non si tiene conto dunque degli anni fuori corso). Il costo del riscatto agevolato è calcolato moltiplicando l’aliquota Irpef (33%) per il reddito minimo della Gestione Inps di artigiani e commercianti, pari a 15.710 euro nel 2018, con una spesa di 5.185 euro circa per ogni anno da riscattare.

L’importo varia tra i 15mila euro per una laurea breve e i 25mila per un corso di laurea completo. Un metodo meno costoso di quello tradizionale per i periodi contributivi, che prende come riferimento non una base forfettaria, ma l’ultima retribuzione imponibile del lavoratore prima della richiesta per applicare il 33%. Un lavoratore in regime contributivo, che guadagna circa 40mila euro lordi, col metodo ordinario pagherebbe poco più di 13mila euro l’anno, col nuovo metodo spenderà poco più di 5mila euro l’anno“, ha spiegatol’Anief.

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