Riforma pensioni: le ultime novità su Quota 100 e lavoratori precoci

Le ultime novità su Quota 100, le soluzioni previdenziali per i precoci e la riforma delle pensioni. Il punto di Furlan ed Obinu.

Pensioni 2018: età pensionabile e flessibilità in uscita

Dopo il varo di Quota 100, si attendono i passaggi formali che renderanno attiva la misura. È attesa a breve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Una volta che l’Inps avrà recepito la nuova norma, con l’emissione della relativa circolare, sarà possibile presentare le prime domande d’accesso a Quota 100 per andare in pensione anticipatamente con 62 anni d’età e 38 di contributi.

La platea degli aventi diritto sarà molto ristretta dal requisito contributivo richiesto. “Quota 100  privilegia i lavoratori con lunghe carriere: ai 38 anni di contributi le donne, i disoccupati e chi sta nei settori del lavoro discontinuo o stagionale non ci arriva“, ha precisato Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico.

Sulla stessa linea di pensiero Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, per la quale :”La Quota 100 rappresenta sicuramente un ulteriore canale più flessibile di uscita dal lavoro, ma non risolve, purtroppo, il problema di tante donne che difficilmente raggiungono i 38 anni di contributi, visto che non viene riconosciuto il lavoro di cura e la maternità che spesso costringe molte donne ad abbandonare il lavoro per dedicarsi alla famiglia.

Il punto di Annamaria Furlan

“Siamo molto delusi e preoccupati dai provvedimenti economici e sociali annunciati dal Governo Conte. I
venti della recessione sono di nuovo alle porte in tutta Europa ed anche in Italia si susseguono segnali
negativi, con tante aziende che rischiano di chiudere, tante vertenze nazionali e locali aperte, con un calo
continuo dell’occupazione stabile e della produzione industriale. Doveva essere questo il momento di
decisioni nette, più eque, concrete, dopo tanti anni di sacrifici enormi fatti dalle famiglie italiane per uscire definitivamente dalla crisi. Ed invece c’è il rischio fondato di una minore crescita, di un aumento del divario tra Nord e Sud e delle diseguaglianze sociali, per di più con una ipoteca di ben 52 miliardi sulle tasche degli italiani per far quadrare i conti nelle prossime leggi di bilancio”, ha affermato Furlan in una lettera agli iscritti.

A proposito delle pensioni, il leader sindacale ha dichiarato: “Si usano le pensioni come un bancomat, bloccando nuovamente la giusta rivalutazione per tante donne e uomini che hanno fatto grande l’Italia con la loro umiltà, la loro creatività, la loro generosità nell’accudire anche i nostri figli e nipoti dopo tanti anni di dura fatica nelle fabbriche ed in altri luoghi di lavoro”.

“Le possibilità di andare in pensione con “Quota 100”, con cui si chiede un minimo di 62 anni di età e 38 anni di contributi, rappresenta sicuramente un’opportunità per molte lavoratrici e lavoratori, ma il sistema previdenziale dovrà continuare ad essere riformato”, chiarisce la Cisl. “Tante donne e tanti lavoratori discontinui non riusciranno ad accedere a “Quota 100” perché 38 anni di contributi sono tanti e mancano meccanismi compensativi per queste situazioni, come ad esempio abbiamo ottenuto per le donne con figli nel caso dell’Ape sociale appena prorogata. Si penalizzano ancora i lavoratori del pubblico impiego perché per loro il pagamento della pensione si sposta in avanti di 6 mesi, così come la soluzione trovata per anticipare in parte il pagamento del trattamento di fine servizio tramite il sistema bancario, sebbene sia un’opportunità, non possiamo considerarla ancora la soluzione alla questione posta, e cioè trattamenti uguali per dipendenti pubblici e privati.

Inoltre, se aver bloccato l’incremento dei requisiti per aspettativa di vita sulla pensione anticipata e per i lavoratori precoci è un passo positivo questo non basta perché bisogna bloccare l’incremento dei requisiti anche per la pensione di vecchiaia, per la quale quest’anno sono richiesti 67 anni di età che aumenteranno ancora nel futuro.

Pensioni e lavoratori precoci

Antonello Obinu, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, in un post  ha fornito alcune precisazioni in merito alle novità per i  lavoratori precoci contenute nel decreto legge che ha introdotto Quota 100. “L’art. 17 del decreto fa riferimento a questa categoria di lavoratori e stabilisce che: con decorrenza 1 Gennaio 2019 e con decorrenza 1 Gennaio 2021 i “lavoratori precoci” conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi 3 mesi dalla data dei requisiti stessi.

Ciò significa che, maturati i requisiti con i 41 anni di contributi, avranno anch’essi una finestra di 3 mesi per incassare il primo assegnoQuindi: anche per questa categoria di lavoratori viene bloccato l’aumento dei 5 mesi legato all’incremento dell’aspettativa di vita e applicata la finestra di 3 mesi”, ha precisato.

Obinu ha aggiunto:”Coloro i quali, pur essendo “lavoratori precoci” (ossia avere almeno 12 mesi di contribuzione entro il 19°anno di età ) che non rientrano nelle categorie salvaguardate dall’art. 1, comma 199, l. 11 Dicembre 2016, n. 232., matureranno i requisiti con l’attuale legge Fornero e quindi: 42 e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne. Anche per loro vale il blocco dell’aumento dei 5 mesi dell’aspettativa di vita e la finestra di 3 mesi per il pagamento del primo assegno”.

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