Riforma pensioni: le ultime novità dall’Inps. Il bluff di Quota 100

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni del Governo Lega-Movimento Cinque Stelle. L'analisi di damaino e le dichiarazioni di Bellanova.

Pensioni 2019: Quota 100 e rivalutazione, le ultime novità

Le ultime novità sulle riforma delle pensioni vengono direttamente dall’Inps. L’Ente previdenziale ha pubblicato sul proprio portale il modello aggiornato per la presentazione della domanda del Reddito di cittadinanza e della Pensione di cittadinanza e i nuovi modelli COM Ridotto ed Esteso che recepiscono le modifiche introdotte in sede di conversione del Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4 (L. 26 del 2019, pubblicata in G.U. n. 75 del 29.3.2019), recante disposizioni urgenti in materia di Reddito di cittadinanza e pensioni.

L’Istituto con la circolare n. 44/2019 ha illustrato le modalità con cui è stata applicata la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali e sono stati impostati i relativi pagamenti per l’anno 2019, in applicazione della legge di Bilancio 2019. Nel documento viene precisato che non sono  interessate dalla rimodulazione della perequazione i seguenti trattamenti: le pensioni sulle quali sono attribuiti i benefici di cui alla legge n. 206/2004 e successive modificazioni (vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice); le prestazioni assistenziali e a carattere risarcitorio (pensioni sociali e assegni sociali, prestazioni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti)l’indennità integrativa speciale; le indennità e gli assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di prima categoria concesse agli ex dipendenti civili e militari delle amministrazioni pubbliche.

Indicizzazione delle pensioni: l’analisi di Damiano

“Dal primo aprile la rimodulazione al ribasso dell’indicizzazione delle pensioni, rispetto a quanto previsto dalla legge 388 del 2000, diventa operativa”, ha segnalato Cesare Damiano, dirigente del Partito democratico. “L’Inps  ha pubblicato la circolare con tre mesi di ritardo. Per le mensilità di gennaio, febbraio e marzo già pagate, senza che sia stato applicato il taglio, si procederà al recupero forse dal primo giugno, dopo le elezioni europee”, ha precisato l’esponente dem.

“Il ‘Governo del cambiamento’ non ha cambiato strada e ha riconfermato il meccanismo dei Governi precedenti. La legge 388 del 2000 ha subito tre distinti interventi a partire dal 2011 con la legge Fornero. Dai calcoli che abbiamo sviluppato, come Centro Studi Previdenza di Lavoro&Welfare, dal primo gennaio del 2012 fino all’ultimo intervento del Governo gialloverde, le pensioni comprese tra le 3 e le 4 volte il minimo (circa 1.500- 2.000 euro lordi mensili) registrano una perdita massima annua di 959 euro, pari al 4,92%”. “Una pensione compresa tra le 6 e le 7 volte (circa 3.000-3.500 euro) ha una perdita massima annua più consistente: 4.223 euro, pari al 10,83%. È un tema che va affrontato urgentemente: la mobilitazione dei sindacati dei pensionati lo sta a dimostrare”, ha puntualizzato Damiano.

“Il bluff di Quota 100”

A proposito della riforma delle pensioni del Governo Lega-M5S, la Senatrice del Pd, Teresa Bellanova ha dichiarato, come riportato da agenpress: “Quota 100 non abolisce la Legge Fornero né la mette in discussione, ha una durata limitata di soli tre anni, per la serie chi si trova si trova, non sostiene né sosterrà quelle categorie di lavoratori e lavoratrici che ne avrebbero avuto più bisogno ad iniziare da chi svolge lavori usuranti”.

Impiegando enormi risorse in deficit, penalizza le donne, i lavoratori e le lavoratrici prive di regolarità contributiva, i giovani.  E’ una “lotteria” della pensione anticipata, premia i fortunati che maturano i requisiti entro gli stretti margini previsti e spinge verso un nuovo “scalone” tutti coloro che ne sono tagliati fuori anche solo per un giorno.  L’esatto contrario di un provvedimento universale che stabilisce un principio uguale per tutti”, ha proseguito.

“Già ascolto le voci di moltissime persone che, a conti fatti, scelgono di continuare a lavorare pur avendo oltrepassato la soglia dei 32 anni di attività, e spesso in lavori estremamente duri, per non perdere somme rilevanti, perché anche 2/300 euro al mese, per chi non ha stipendi altissimi, sono importanti. Non solo lavoratori dell’edilizia: persone normali, che con questo provvedimento non avranno niente.
E il paradosso è che mentre parte Quota 100, contemporaneamente il Governo blocca per altri tre anni l’indicizzazione delle pensioni, tradendo le aspettative di milioni di pensionate e pensionati. E che i pensionati dovranno restituire dopo le elezioni europee la rivalutazione che stanno percependo da gennaio. Il trionfo dell’iniquità sociale”, ha dichiarato la senatrice dem.

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