Riforma pensioni e Legge di Bilancio: il futuro di Quota 100 ed Opzione donna

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni 2019. La proposta del CODS su Opzione donna. ldichiarazioni di Durigon e D'Achille.

Riforma pensioni, Quota 100: il decretone passa alla Camera

Nella seduta del Consiglio dei Ministri di ieri, 1° luglio 2019, è stato approvato un decreto-legge recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica, con il quale, in attesa di procedere al monitoraggio e alla relativa rendicontazione degli oneri derivante dalle misure contenute nel decreto-legge n.4 del 2019, è stato disposto l’accantonamento per un importo pari ad almeno a 1,5 miliardi di euro per l’anno 2019 delle dotazioni di bilancio in termini di competenza e cassa. 

Gli accantonamenti sono disposti, prevalentemente, sulle disponibilità dei Fondi da ripartire che non risultano ancora finalizzate per la gestione. Per consentire alle Amministrazioni centrali dello Stato la necessaria flessibilità è comunque consentita, con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze da comunicare alle Camere, su richiesta dei Ministri interessati, la possibilità di rimodulare i predetti accantonamenti nell’ambito degli stati di previsione della spesa, garantendo comunque la neutralità degli effetti sui saldi di finanza pubblica.

Ricordiamo che il decreto-legge n.4 del 2019 ha introdotto il Reddito di cittadinanza, Quota 100 ed ha stabilito altri interventi sulle pensioni quali la proroga dell’Ape sociale al 2019, la riduzione anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato indipendente dall’età anagrafica, l’ abrogazione degli incrementi dell’età pensionabile per effetto dell’aumento della speranza di vita per i lavoratori precoci e le pensioni anticipate con Opzione donna per le lavoratrici che maturano i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2018.

Riforma delle pensioni e Legge di Bilancio 2020

Sono attese novità sulle pensioni dalla prossima Legge di Bilancio. Secondo Mauro D’Achille, amministratore del gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”: “Le buone proposte, per essere tali, debbono tenere conto non soltanto dei propri desiderata, ma anche della fattibilità, della sostenibilità, e di una proiezione nel futuro. Al momento attuale, tenendo conto che non possiamo continuare perennemente a indebitarci del 2% di PIL (36 miliardi!) ogni anno scaricando questo costo sulle spalle dei nostri figli, per  raggiungere un compromesso equo occorrerebbe innanzitutto bloccare per qualche anno l’aumento della aspettativa legato alla pensione di vecchiaia: onestamente, quale lavoro consente di essere produttivi dopo i 67 anni? Ben pochi, credo.

Poi, come già fatto nel 2016, individuare più compiutamente le categorie da agevolare: perché non è vero che dopo 40 anni tutti i lavori sono usuranti allo stesso modo, basti pensare alla differenza tra bancari e metalmeccanici o edili (per esempio). Con lo sguardo al futuro, quanti saranno i 30-40enni attuali a poter maturare 41 anni di versamenti? Ben pochi, suppongo. Loro avranno pensioni che, a parità di versamenti, saranno molto più basse rispetto a noi 60enni. Una riforma pensionistica seria ed equa va fatta, e non con provvedimenti spot e semplicistici come quota cento (sempre per esempio), ma riprendendo in mano la piattaforma sindacale già avviata e lasciata nel cassetto dall’attuale ministro del lavoro. Salvini ha annunciato un incontro con i sindacati per questo mese: a questo punto, ben venga Salvini se ha veramente la volontà di avviare un confronto costruttivo!”.

Opzione donna: le richieste del CODS

Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social ha scritto un commento ad un post del sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, nel  quale l’esponente della Lega osserva:”E in tutto questo ha contribuito finalmente lo sblocco del mercato in uscita Quota 100!”.

Armiliato nel suo commento ha toccato il tema delle pensioni con Opzione donna. “L’attuale Governo con il DL. 28 marzo 2019, n. 26 (in G.U. 29/03/2019, n. 75). ha promulgato la legge dell’Opzione Donna ma, peggiorandola sensibilmente ovvero:  ha innalzato il requisito anagrafico di accesso portandolo da 57,7 anni a 58 anni,  ha innalzato il requisito contributivo portandolo da 34 anni 11 mesi e 16 giorni a 35 anni pieni, ha vietato alle lavoratrici dipendenti della Pubblica Amministrazione che optano, il diritto di accedere all’anticipo del proprio tfs (trattamento di fine servizio)”, ha osservato Armiliato.

“Ma, nonostante queste evidenze e dimenticando che l’esecutivo non ha rispettato i termini di proroga della misura come promesso sia durante la campagna elettorale sia successivamente, oggi un certo numero di lavoratrici continua comunque a fidarsi delle promesse degli esponenti dei partiti che compongono la maggioranza di governo e ad invocare questo provvedimento, oramai completamente snaturato, accettando in aggiunta che sia prorogato con l’aggravante del mortificante “di anno in anno” sperando ovviamente, che non si trovi il modo di peggiorarne ancora i requisiti … Alla luce di tutto questo e fermo restando gli attuali paletti di accesso, il CODS chiede che con la prossima LdB il provvedimento sia prorogato fino al 2023 in modalità tombale dichiarando quindi concluso con il raggiungimento di questa data limite, il logico e matematico senso della sua esistenza nel nostro ordinamento previdenziale”, ha  dichiarato l’amministratrice del CODS.

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