Riforma pensioni: il destino di Quota 100 e la flessibilità in uscita

Il dibattito sulla riforma delle pensioni e la flessibilità in uscita. Le dichiarazioni di Pier Paolo Baretta e Ignazio Ganga su Quota 100.

Pensioni e Legge di Bilancio 2018

Continua il dibattito su Quota 100, misura per le pensioni anticipate introdotta dal governo Lega-M5S. Il sottosegretario al Ministero dell’Economia Pier Paolo Baretta, in un ‘intervista “Il Corriere della sera” ha precisato: “Questa misura terminerà alla fine del 2021 e non abbiamo alcuna intenzione di confermarla”. “Si tratta però di mettere in campo interventi sostitutivi, confrontandoci con le parti sociali. Io penso che debbano essere all’insegna della massima flessibilità di scelta del lavoratore”, ha aggiunto.

Per Baretta: “Fissato un minimo di età e di contributi, si deve essere liberi di andare in pensione. Questa flessibilità oggi si può introdurre perché ormai stiamo andando rapidamente verso un sistema dove le pensioni vengono liquidate prevalentemente col metodo contributivo, nel senso che tanto hai versato e tanto prendi”.

Pensioni, Quota 100: le dichiarazioni di Ganga

Il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ha accolto con favore le dichiarazioni del Sottosegretario Baretta. “Con l’intervista del Sottosegretario Baretta sul Corriere della Sera, che sopisce ogni dubbio sul futuro di Quota 100 fissando l’orizzonte temporale alla sua scadenza naturale, ci auguriamo che l’attacco giornaliero contro la predetta misura pensionistica, all’interno della stessa maggioranza di Governo, venga a finire”, ha dichiarato in una nota.

“Lo diciamo convinti che quando si mette anticipatamente in discussione Quota 100, in realtà, si compie un attacco contro i lavoratori e le lavoratrici, perché si crea incertezza e confusione aumentando, paradossalmente, la voglia di andare in pensione anche in quelli che non ci pensano”, ha precisato l’esponente sindacale.

I risparmi di Quota 100 e la riforma delle pensioni

Secondo Ganga le economie realizzate da Quota 100 “certificano appieno la sua sostenibilità, se mai quel che non va bene è che i risparmi non vengano reinvestiti nella previdenza per realizzare un progetto che restituisca ai lavoratori flessibilità in uscita dal mercato del lavoro ed ai pensionati l’attesa rivalutazione dei trattamenti”.

“Nel dibattito in corso sfugge che l’età media di quelli che hanno utilizzato Quota 100 è ben superiore ai 62 anni”, ha aggiunto il segretario confederale della Cisl, per il quale è importante che venga superata “l’attuale “solfa” per cui andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età, a cui bisogna aggiungere alcuni mesi di “finestre” che spostano avanti nel tempo il momento in cui si riscuote la prima mensilità di pensione, sia un privilegio“.

“L’attuale modello pensionistico è oggettivamente avaro con le donne ed i giovani”

“L’auspicio è che venga aperto fin dal mese di gennaio il confronto sul tema delle nuove regole nell’accesso alla pensione così come prefigurato dal Sottosegretario, tema molto delicato che non può essere banalizzato anche in considerazione della notevole differenza fra i lavori, molti dei quali usuranti e gravosi, ma non riconosciuti tali”, ha proseguito Ganga, per il quale “bisogna da subito far partire le Commissioni di studio sui lavori gravosi e sulla separazione tra previdenza ed assistenza, realizzando immediatamente quelle misure capaci di restituire equità al sistema ed in particolare alle donne ed ai giovani, rispetto ai quali l’attuale modello pensionistico è  oggettivamente avaro”.

“Sovente riaffiora, inoltre, la contrapposizione fra Quota 100 ed il futuro dei giovani: ragionamento non corretto. Le prospettive per i giovani sono legate al lavoro ed alle possibilità di occupazione che possono generarsi solo all’interno di una vera e convinta strategia di sviluppo economico del Paese, aspetto che sovente passa in secondo piano nei dibattiti in corso”, ha sottolineato l’esponente della Cisl.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore