Riforma Pensioni e Quota 100: la bocciatura dell’UE e le preoccupazioni per il futuro previdenziale

La riforma delle pensioni e Quota 100. La bocciatura della Commissione europea e la preoccupazione per la sostenibilità dei conti.

Riforma pensioni: Opzione donna, Quota 100 ed esodati, le ultime novità

Continuano a far discutere le misure introdotte nel DDL Bilancio. “Su queste misure come sulla plastica e sulle auto aziendali, le 4 componenti della maggioranza non sono affatto d’accordo. Con i veti incrociati su plastic tax, auto aziendali, partite Iva, Quota 100 e reddito di cittadinanza, l’Esecutivo sta continuando a ridurre il gettito previsto nella prima bozza della manovra, aumentando di fatto il deficit, che nel frattempo è già salito sopra i 16 miliardi per il 2020. Avanti così è la bocciatura della Commissione, oltre a quella dei mercati e delle agenzie di rating, arriverà certamente”, ha dichiarato in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.

Brunetta ha analizzato anche i risultati emersi dalle Previsioni economiche d’autunno 2019 della Commissione Europea: “La crescita del Pil si ridurrà ulteriormente quest’anno e il prossimo e il deficit aumenterà più di quanto ipotizzato dal Governo. È questo il quadro dell’economia italiana dipinto dalla Commissione Europea nelle sue previsioni d’autunno, appena pubblicate, che stimano una crescita praticamente nulla (+0,1%) nel 2019 e di solo il +0,4% nel 2020, rispetto al +0,6% ipotizzato dal Governo nell’ultima NaDEF. L’Italia si conferma in ultima posizione nella classifica della crescita dei Paesi UE. Inoltre, il deficit per il 2019 è stimato al 2,3%, un decimale in più rispetto al 2,2% previsto dall’Esecutivo. Bruxelles non crede quindi che le misure di politica economica del Governo giallorosso sortiranno effetti positivi sull’economia del nostro Paese, oltre ad essere delusa per l’assenza di qualsiasi impegno da parte italiana di adottare serie misure per la riduzione del debito pubblico”.

L’impatto del Reddito di cittadinanza e Quota 100

Brunetta ha proseguito: “La spesa del Governo aumenta per l’introduzione del reddito di cittadinanza e delle misure che ampliano la possibilità di pensionamento anticipato”, ha scritto la Commissione nel suo rapporto. Pessime anche le previsioni sul mercato del lavoro che è “rimasto resiliente di fronte al recente rallentamento economico, ma gli ultimi dati puntano ad un deterioramento”. “Il calo della produttività è probabile che spinga i datori di lavoro a tagliare posti o ricorrere a contratti temporanei”, e il “numero dei senza lavoro difficilmente calerà anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate”.

Pensioni Quota 100 e turnover

Secondo l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro il ricambio generazionale che si potrebbe mettere in atto in azienda con Quota 100 si attesta intorno al 42% in base alle stime effettuate al 3° trimestre 2019, dopo 6 mesi di applicazione. “Il nostro Osservatorio Statistico  ha incrociato i dati delle aziende che hanno perso dipendenti perché in pensione con Quota 100 con quelle che hanno assunto nuovo personale, grazie soprattutto a contratti di apprendistato”, ha precisato il presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, Rosario De Luca, intervistato a “Punti di vista”, la rubrica della web tv di categoria, assieme all’on. Claudio Durigon della Lega e all’on. Luigi Marattin di Italia viva. Le richieste per Quota 100 sono ancora inferiori rispetto alle aspettative che si era dato il governo precedente, ha osservato la Fondazione Studi Consulenti del lavoro, in quanto, a fronte di una platea di richiedenti stimata in 314mila pensionati (lavoratori autonomi, del settore privato e pubblico), le domande pervenute, secondo gli ultimi
dati Inps, si attestano a circa 197mila e vedono al primo posto i lavoratori dipendenti del settore
privato con circa 70mila istanze.

I dati sono positivi per Durigon, secondo il quale il governo aveva stimato al massimo 290/315mila persone in pensione comprendendo, non solo Quota 100, ma anche Opzione donna e Ape social. “Noi siamo arrivati ad oggi con 200mila domande soltanto con Quota 100, altre 20mila su Opzione donna e altre 10mila su Ape social. In totale siamo a 230mila domande”, ha dichiarato l’esponente della Lega. A margine della trasmissione Durigon ha affermato che  il tasso di sostituzione dal prossimo anno potrebbe crescere ulteriormente: “Dal 1° gennaio 2020 con lo sblocco della assunzioni nella Pubblica Amministrazione il tasso di sostituzione con Quota 100 aumenterà, diventando 1 a 1 per legge”.

L’on. Marattin sostiene, invece, che sia necessario “cancellare o rimodulare fortemente Quota 100”. “Io ritengo Quota 100 la politica più ingiusta degli ultimi 25 anni”, in quanto per i prossimi 3 anni “utilizza 22 miliardi di euro per mandare in pensione le persone indipendentemente dal lavoro che facevano”. “A tutti piacerebbe dire andate tutti in pensione a 60 anni, ma non ce lo possiamo permettere”, ha precisato Marattin, aggiungendo:” Allora  io preferisco mandare in pensione prima chi ha fatto un lavoro gravoso o usurante e utilizzare quei soldi per ridurre le tasse alle imprese e a chi lavora”.

“Dopo Quota 100”: l’analisi di Elsa Fornero

Il futuro del sistema previdenziale e le modifiche che potranno essere introdotte dopo il termine della sperimentazione delle pensioni anticipate Quota 100 sono state oggetto di una riflessione dell’economista Elsa Fornero, intervistata da “Quifinanza”.

Il nostro sistema non ha bisogno di una riforma completa, perché come ha scritto il presidente dell’INPS, che è stato scelto dai grillini e si sente grillino, il sistema è sostenibile nonostante “Quota 100”, che introduce un’eccezione all’allungamento della vita di lavoro per tre anni. Se “Quota 100” dovesse continuare indefinitamente sarebbe una minaccia seria alla sostenibilità dei conti: per questo penso sia stata un errore, in quanto si tratta di una chiara manovra di matrice elettorale, anche questa decisamente populista”, ha dichiarato la professoressa, per la quale Quota 100 deve “essere resa un po’ meno generosa per l’anno prossimo e per quello successivo, magari con una richiesta di 3 o 6 mesi ulteriori. In ogni caso, dovrebbe essere chiaro a tutti che “Quota 100” non ci sarà nel 2022. E non per cattiveria, ma perché altrimenti i conti non sarebbero più sostenibili”.

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