Riforma pensioni e Legge di Bilancio 2020: gli aggiornamenti su Quota 100 ed esodati

Le ultime novità sulla legge di Bilancio 2020. Continua il dibattito sulla riforma delle pensioni ed il dopo Quota 100.

Pensioni 2019: Quota 100 e rivalutazione, le ultime novità

Continua in Commissione Bilancio al Senato la discussione, in sede referente, del DDL di Bilancio 2020. Il provvedimento sarà discusso in Aula giovedì 12, dalle 15,30 alle 24, e venerdì 13 dicembre senza limiti di orario. Il Senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini ha fornito qualche aggiornamento sugli emendamenti alla Manovra che lo vedono come primo firmatario.

“È passato il rifinanziamento di 50 milioni alla formazione duale, il pezzetto del Jobs Act che serve ad avvicinare scuola e lavoro. È passata l’equiparazione dei monopattini alle biciclette, perché non ci siano più multe e possa decollare la micromobilità elettrica, il modo intelligente e pulito di muoversi nella città del futuro. È stato rifinanziato per 20 milioni il fondo sulla non autosufficienza, ancora troppo poco in attesa di una riforma complessiva del nostro welfare, ma almeno un piccolo segnale nella direzione giusta. Si tratta di tre interventi sui quali avevo presentato emendamenti identici, quindi sono molto soddisfatto”, ha dichiarato via social.
“Adesso, spero che arrivino altre buone notizie su due fronti nei quali mi sono speso nelle ultime settimane con altrettanti emendamenti”, ha proseguito Nannicinì. “Quello sul professionismo delle atlete (20.2) che sembra avere l’ok del governo e spero venga approvato, per riconoscere alle donne che fanno dello sport il proprio lavoro le stesse tutele dei loro colleghi uomini. Quelli sulle pensioni per categorie deboli, come gli esodati (58.0.10) e sui disoccupati che non riescono ad accedere all’Ape sociale (56.1)”.

“Sono molto preoccupato per la scarsa attenzione del governo a questi emendamenti, che darebbero un segnale importante a categorie deboli che perdono il lavoro nonostante l’età per la pensione si allontani, per di più in una manovra che sulle pensioni fa davvero poco (per colpa del tabù di quota 100) se non prendere i risparmi del fondo quota 100 destinandoli ad altri usi. Spero che ci sia un ravvedimento e si faccia uno sforzo per andare incontro alle esigenze sociali di categorie svantaggiate”, ha sottolineato il senatore dem.

Pensioni, esodati: le dichiarazioni di Damiano

A proposito dell’emendamento 58.0.10 con primo firmatario il Senatore Nannicini, il dirigente del Partito Democratico Cesare Damiano, ha dichiarato: “L’emendamento del Senatore Nannicini che salvaguarda gli ultimi esodati va assolutamente sostenuto dal Governo“. “La copertura necessaria è del tutto compatibile con la manovra. Se si utilizzano i parametri delle precedenti salvaguardie si arriva, in 10 anni, a circa 500 milioni di euro. Vanno anche considerati i risparmi delle precedenti 8 salvaguardie. Risolvere conclusivamente questo problema sarebbe una scelta di giustizia sociale“, ha sottolineato Damiano.

Continua il dibattito su Quota 100 

La decisione del Governo di lasciare che Quota 100 prosegua la sperimentazione triennale apre la strada a molti interrogativi su come verrà affrontato il periodo immediatamente successivo alla scadenza della misura per le pensioni anticipate. Stefano Sacchi, presidente dell’Inapp, Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ha dichiarato in un’intervista a “Formiche.net”: “Aver deciso di non toccare Quota 100, allontanando lo spettro di nuovi esodati, non ha tuttavia risolto il problema di nuovi interventi sulle pensioni, che certamente entreranno nell’agenda politica. La strada migliore sarebbe progettare subito un ammorbidimento dello scalone che arriverà tra il 2021 e il 2022, ripristinando elementi di quella flessibilità tolta dalla riforma Fornero”.

Un sistema previdenziale “moderno”

Le pensioni per Sacchi “devono essere eque e adeguate, e così rischiano di non essere, vista la diffusione del lavoro discontinuo e povero, e devono essere sostenibili, il che dipende da fattori demografici e dai tassi di occupazione”. Un sistema previdenziale moderno “dovrebbe essere flessibile anche nell’uscita, introducendo dei parametri che possano consentire di andare in pensione un poco prima, accettando una pensione più bassa, a patto che questa pensione non sia poi così bassa da risultare inadeguata. La flessibilità deve contemperare la libertà delle scelte individuali con le esigenze di sostenibilità del sistema”.

Il riconoscimento del lavoro di cura

Il Presidente dell’Inapp ha osservato che il nostro Paese è carente nell’occupazione nei servizi e  nell’occupazione femminile. “Occorrono politiche (servizi, in primo luogo) per la famiglia e per la conciliazione vita-lavoro, che consentano di liberare il potenziale dell’occupazione femminile, coniugandolo con la possibilità, economica e pratica, di avere il numero di figli desiderati”, ha precisato Sacchi.

“Se il lavoro di cura attualmente svolto senza remunerazione all’interno della famiglia venisse esternalizzato, il Pil aumenterebbe di un terzo. Questo dà l’idea del potenziale inespresso di ricchezza e occupazione nei servizi che la bassa occupazione delle donne nasconde. E i servizi di cura, assieme alla flessibilità dei tempi di lavoro, sono proprio quelli che consentono di conciliare lavoro e figli. Molti altri paesi europei hanno tassi di occupazione femminili simili a quelli maschili, e tassi di fecondità molto più elevati. Questi due aspetti, assieme a carriere lavorative più lunghe, garantiscono la sostenibilità dei sistemi pensionistici”, ha concluso Sacchi.

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