Riforma pensioni e Legge di Bilancio 2020: continua il dibattito e le proteste

Le novità sulla riforma delle pensioni e la Legge di Bilancio 2020. Le dichiarazioni di Armiliato, Brunetta, Pedretti, Catalfo e Damiano.

Pensioni e Quota 100: le ultime novità dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi

Domenica 22 dicembre, a partire dalle 9.30, avrà inizio in Aula alla Camera l’esame del Disegno di  Legge di Bilancio 2020, con prosecuzione nella giornata di lunedì 23 dicembre. “Per il secondo anno consecutivo ed al di là dei richiami ricevuti sul tema anche da parte del Presidente della Repubblica, ad uno dei due rami del parlamento ovvero alla Camera dei Deputati, viene negata la facoltà di discutere in maniera approfondita ciò che il Senato ha deliberato votando  la Questione di Fiducia posta dal Governo”, ha osservato Orietta Armiliato amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

Lo scorso anno “a determinare la lentezza dei lavori di approvazione fu la sofferta interlocuzione con l’UE che indusse a una rimodulazione del testo e dei saldi complessivi della manovra in un momento piuttosto avanzato del procedimento mentre, quest’anno invece, le “lungaggini” sono da addebitare alle continue discordanze nella considerazione delle norme da includere, da parte delle due forze politiche che compongono la maggioranza di Governo”, ha precisato Armiliato.

Brunetta: “Prepariamoci al peggio”

“Per i prossimi anni l’eredità di questa Legge di Bilancio è pesante. Sterilizzate le clausole di salvaguardia per il 2020 (in deficit), è bene ricordare il salasso che ci aspetta per il 2021 e il 2022″, ha dichiarato Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.

“Per il 2021, infatti, il Governo dovrà sterilizzare 20,124 miliardi di altre clausole, tra Iva e aumento di accise, che aumentano addirittura a 27 miliardi nel 2022. Non sono opinioni dell’opposizione ma stime che si leggono nella relazione tecnica della manovra, scritte quindi dal Governo stesso. E, questa volta, il Governo non potrà accusare quelli precedenti, dal momento che prima delle sue scelte, la manovra riduceva le clausole ereditate di circa 10 miliardi nel 2021 (si partiva da 28,753) e di circa 3 miliardi nel 2022. Nel 2021 dovranno quindi essere tolti 18,903 miliardi di aumento dell’Iva e 1,221 miliardi per quello delle accise”, ha osservato Brunetta in una nota.

“Nei prossimi anni questo Governo, o i futuri che arriveranno, non avranno un solo euro per fare politiche economiche espansive, in particolare per abbassare la pressione fiscale. È sufficiente leggere quanto scritto nei documenti programmatici di bilancio redatti dallo stesso Governo, guardare i dati macroeconomici e leggere l’appena approvata Legge di Bilancio per rendersene conto”, ha aggiunto l’esponente di Forza Italia.

I sindacati dei pensionati in presidio davanti al Parlamento

Continua la mobilitazione sindacale con i presidi organizzati dai sindacati dei pensionati Spi, Fnp, Uilp davanti alla Camera dei Deputati per oggi 19 dicembre e domani 20 dicembre. Le sigle sindacali chiedono di tener conto, in sede di discussione della Legge di Bilancio, dei reiterati appelli fatti al Governo per: l’ampliamento della platea dei beneficiari della 14esima; la rivalutazione delle pensioni; una legge nazionale sulla non autosufficienza; un fisco più equo per i pensionati. “Visto che sono un po’ sordi continueremo ad alzare la voce”, ha affermato il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti.

Legge per la non autosufficienza: le dichiarazioni del Ministro Catalfo

Il Ministro del lavoro Nunzia Catalfo in tema di non autosufficienza ha dichiarato via social:” In legge di Bilancio abbiamo aumentato le risorse del “Fondo per la disabilità e la non autosufficienza” di altri 30 milioni di euro nel 2020, portando così la sua dotazione a 80 milioni l’anno prossimo, 200 milioni nel 2021 e 300 milioni annui a decorrere dal 2022.

Un impegno concreto che si inserisce in uno spettro più ampio di interventi che vogliamo fare, come maggiori investimenti nella formazione delle persone con disabilità, una banca dati per il loro collocamento mirato, una legge quadro sulla non autosufficienza e un’altra per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”.

“Noi sindacalisti siamo abituati che se non vediamo non crediamo. Per questo la invitiamo a venire a dircelo al nostro presidio il 20 dicembre davanti al Parlamento e ad aprire subito un confronto con noi. Vorremmo che dagli impegni si passasse ai fatti”, ha commentato Pedretti.

Le rivendicazioni degli esodati non salvaguardati

La coordinatrice del Comitato 6.000 Esodati Esclusi, Gabriella Stojan, a commento delle dichiarazioni del Ministro Catalfo sul proprio impegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro ha dichiarato:”Ministro Nunzia Catalfo non doveva essere “da lei fortemente voluta” anche la #Salvaguardia per i 6.000 Esodati – o non siamo pure noi CITTADINI? – ai quali il capo del suo partito Luigi Di Maio l’ha promessa RIPETUTE VOLTE ancora per la Legge di Bilancio dell’anno scorso? E 2 mesi fa ha ripetuto che “ancora non aveva sanato la questione degli ultimi esodati?”.

Damiano: “Superare le leggi che hanno prodotto gravi problemi ai lavoratori”

Il dirigente del Partito Democratico, Cesare Damiano, chiede che vengano “superate le leggi che hanno prodotto gravi problemi ai lavoratori”. “La prima è la legge Monti-Fornero che va superata introducendo, in modo strutturale, il criterio della flessibilità e la possibilità dell’anticipo pensionistico rispetto agli attuali 67 anni di età per la pensione di vecchiaia. La seconda è il Jobs Act, che ha reso liberi i licenziamenti”, ha chiarito l’esponente dem, precisando: “Condivido quello che ha sostenuto il segretario della Cgil, Landini, secondo il quale occorrerebbe intervenire a tutela dei licenziamenti illegittimi. La mia opinione è che, in questi casi, andrebbe ripristinata la reintegra nel posto di lavoro”.

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