Riforma pensioni: cosa aspettarsi dalla Legge di Bilancio 2020?

Alcuni dei temi in materia di pensioni per i quali si attendono novità dalla prossima Legge di Bilancio. I commenti di Armiliato ed Alboni.

Riforma pensioni,Quota 100 ed Opzione donna: tutte le ultime novità

I mesi di luglio, agosto e settembre, sono mesi decisivi per le riforme in tema di pensioni e lavoro  e per le strategie economiche. Ce lo ricorda Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social in un post. “È proprio in questo trimestre che si concentrano le attività funzionali alla stesura della bozza del testo della Legge di Bilancio”, ha osservato. “Il primo passo di questo percorso legislativo che si concluderà nel mese di Dicembre, si compie con il DEF (documento di economia e finanza) che deve essere approvato entro il 15 di settembre dopodiché, si passa alla Manovra Finanziaria vera e propria che segue anch’essa tempi e modalità prestabiliti dalla legge. Il testo bozza dell’apposito disegno di legge deve infatti approdare in Parlamento entro il 15 ottobre di ogni anno, ossia entro un mese dalla presentazione del DEF.”, ha proseguito Armiliato.

“Ricordo che il DEF-Documento di Economia e Finanza, è un documento di programmazione economico finanziaria all’interno del quale vengono iscritti tutti gli impegni derivanti dalle politiche economiche e finanziarie appunto, selezionate, decise ed imposte dal governo.
Sono dunque questi i mesi “caldi” e non solo per le temperature torride che stiamo subendo ma perché proprio in queste settimane si configurano le linee politiche ed economiche di quelli che saranno i provvedimenti che il legislatore deciderà di inserire nella legge di bilancio“, ha puntualizato l’amministratrice del CODS, per la quale:”Dunque, bisogna esserci, vigilare, fare pressing a sostegno delle istanze per le quali ci stiamo impegnando e che riteniamo fondamentali per il miglioramento delle condizioni previdenziali delle Donne lavoratrici”.

Pensioni anticipate: proroga di Opzione donna

Dalla prossima Legge di Bilancio molte lavoratrici attendono la proroga di Opzione donna, il dispositivo per le pensioni anticipate riconosciuto, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo, nei confronti delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome.  Il CODS chiede la proroga della misura fino al 2023.

Esodati non salvaguardati

Lo scorso 27 giugno il Comitato esodati “Contributori volontari” ed il Comitato “6.000 esodati esclusi” hanno indetto un presidio davanti al Ministero del lavoro per ribadire la “necessità dell’approvazione di un urgente provvedimento di sanatoria che restituisca il diritto alla pensione per i 6.000 Esodati esclusi dai precedenti provvedimenti”.

“Stante inoltre la circostanza che il Parlamento dell’attuale Legislatura si è espresso favorevolmente in merito alla emanazione di un nuovo provvedimento a sostegno delle ragioni dei 6.000 Esodati riteniamo che il Governo non abbia più alcun alibi per chiudere sollecitamente la vergognosa pagina degli “esodati” restituendo ai 6.000 esclusi il loro legittimo diritto alla pensione e con esso il futuro delle loro famiglie. 6.000 famiglie italiane ormai allo stremo non possono più attendere oltre ed è indispensabile che venga loro restituito urgentemente il diritto alla pensione ed il diritto al loro futuro”, hanno dichiarato Elisabetta Rombolà, coordinatrice del Comitato Esodati “Contributori volontari” e Gabriella Stojan, coordinatrice del Comitato “6.000 esodati esclusi”.

“I circa 6000 esodati esclusi da ogni deroga non sono solo donne ma sono perlopiù donne”, ha precisato Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”.  “Sono le donne ad essere state maggiormente penalizzate nelle salvaguardie a macchia di leopardo che infine le ha lasciate indietro , le maggiori escluse, le più bersagliate”, ha aggiunto. “Con il fattibile blocco di adv e di adeguamenti di genere si guadagnano mesi importanti in un possibile egualitario adeguamento al requisito 31.12.2021 delle platee bloccate ai requisiti luglio 2016 e 2017”, ha osservato Alboni.

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