Riforma pensioni 2019: sostenibilità e previdenza complementare

Le dichiarazioni del presidente della Covip sulla previdenza complementare ele preoccupazioni di Ganga per le future pensioni dei giovani.

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La sostenibilità del sistema previdenziale è uno degli argomenti che sono stati toccati da Mario Padula, presidente della Covip, nella sua presentazione della Relazione annuale sull’attività svolta nel 2018.  Padula ha svolto le considerazioni sull’esercizio appena concluso e sulle prospettive future, sottolineando che “nelle società che, come quella italiana, invecchiano, particolare urgenza assume il tema della sostenibilità finanziaria dei sistemi previdenziali“.

Per Padula:” Tale urgenza è vieppiù accresciuta in un contesto di contrazione demografica, che approfondisce il solco che divide coloro che percepiscono una prestazione previdenziale da quanti contribuiscono per finanziare quella prestazione”. Il presidente della Covip ha sottolineato l’importanza della previdenza complementare che “può anche fornire un contributo alla sostenibilità finanziaria della previdenza di base e, in prospettiva, all’alleggerimento del peso dei conti pensionistici sulle generazioni future”.

Previdenza complementare: l’analisi della Covip

“Il nostro Paese, come altre economie sviluppate, ha da tempo intrapreso un percorso di aumento del grado di funding del sistema previdenziale, sia attraverso interventi sulla previdenza di base che riconnettono prestazioni a contributi, sia con l’introduzione di una previdenza, integrativa rispetto a
quella di base, in cui le prestazioni conseguono strettamente ai contributi versati durante la vita lavorativa”, ha osservato Padula.

“Alla sostenibilità finanziaria, che pure mantiene la sua centralità con riguardo alla previdenza di base, si affianca la sostenibilità sociale, che principalmente investe la questione dell’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche rispetto all’obiettivo di contenere il rischio di una caduta dello standard di vita dopo l’uscita dal mercato del lavoro. Ad affrontare tale questione concorre la previdenza complementare”.

Le pensioni future

Il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ha commentato in maniera positiva l’incremento del 6,8% nel 2018 del numero di iscritti ai fondi pensione negoziali, ma ritiene si tratti solo di un punto di partenza: “Non possiamo considerare questi dati sufficienti se, come ha rilevato la Relazione della Covip presentata oggi, gli iscritti alle forme di previdenza complementare di sotto dei 35 anni di età sono solo una minima parte ed è grande il differenziale degli iscritti tra uomini e donne (il 61,9% degli iscritti sono uomini)”, ha precisato il sindacalista in una nota.

A proposito delle future pensioni dei giovani, Ganga ha dichiarato: “Il futuro delle pensioni dei giovani è uno dei temi della piattaforma sindacale unitaria di Cgil Cisl e Uil dove abbiamo sottolineato l’importanza dei due pilastri previdenziali: da un lato è necessario approfondire il tema di una pensione contributiva di garanzia di base in capo al sistema obbligatorio, ma dall’altro è fondamentale incentivare la previdenza complementare attraverso un fisco adeguato ed una educazione previdenziale convinta e costante, inoltre, è indispensabile incentivare i fondi pensione perché investano in economia reale”.

Per la Cgil la relazione annuale Covip illustra alcuni aspetti interessanti e condivisibili. Secondo il segretario confederale Roberto Ghiselli occorre“garantire una sostenibilità sociale, e non solo economica del nostro sistema previdenziale; garantire anche in futuro una gestione oculata ed efficace dei Fondi di previdenza negoziali e ampliare le loro adesioni soprattutto a giovani, donne, lavoratori delle piccole imprese, attraverso una rete territoriale animata dalle parti sociali”.

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