Riforma Pensioni 2019: gli effetti preoccupanti di Quota 100. Novità sull’Ape sociale

Le ultime novità sulle pensioni anticipate in regime di Quota 100 e la proroga dell'Ape sociale.

Pensioni anticipate 2018: le ultime novità dall'Inps

Il Decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019, attualmente in fase di conversione in legge, ha prorogato l’Ape sociale per un anno. La sperimentazione dello strumento per le pensioni anticipate con onere a carico dello Stato è posticipata fino al 31 dicembre 2019. Con il messaggio n. 402/2019, l’Inps ha comunicato la riapertura delle domande di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’Ape sociale.

Dal 29 gennaio 2019, possono presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio dell’Ape sociale i soggetti che, nel corso dell’anno 2019, maturano tutti i requisiti e le condizioni previste per l’accesso (art. 1, commi da 179 a 186, della legge n. 232/2016 e successive modificazioni). L’Ente previdenziale ha chiarito che possono presentare domanda anche tutti coloro che hanno perfezionato i requisiti negli anni precedenti che non hanno provveduto ad avanzare la relativa domanda, ma avverte che per non perdere ratei di trattamento, “i soggetti che al momento della domanda di verifica delle condizioni di accesso al beneficio in argomento siano già in possesso di tutti i requisiti e le condizioni previste devono presentare contestualmente anche la domanda di Ape sociale”.

Quota 100 ed il blocco delle assunzioni nel settore pubblico: coincidenza preoccupante

Le pensioni anticipate con Quota 100 ed il  il blocco delle assunzioni nel settore pubblico fino al 1° novembre 2019 preoccupano Vanna Giantin, segretario generale della Fnp Veneto. “Il risultato è il timore concreto che in autunno vedremo ospedali, scuole e servizi pubblici sguarniti, soprattutto i primi, già in cronica carenza di personale”, ha osservato.  “Da noi saranno soprattutto i lavoratori pubblici a usufruire di Quota 100”, ha affermato, “lo vediamo dall’orientamento che ci arriva dai colleghi che lavorano sulla sanità”.

Il sindacato dei pensionati Cisl ritiene evidente che la misura di Quota 100 risenta della mancanza di confronto con le parti sociali, perché “apre a effetti collaterali e situazioni per il futuro poco chiare, di cui l’impatto sul settore pubblico è solo uno degli aspetti preoccupanti”. “Vogliono far passare lo slogan che con Quota 100 si supera la riforma Fornero, ma non è affatto vero: Quota 100 è solo una opportunità in più di pensione anticipata, ed è assolutamente necessario che chi è interessato si faccia bene i conti per vedere se gli conviene questa o un’altra soluzione“, ha chiarito Giantin.

Le criticità di Quota 100

Sono diverse le criticità insite nella nuova misura per le pensioni anticipate evidenziate dal sindacato pensionati. Innanzitutto penalizza le donne ed i lavoratori discontinui: il parametro dei 38 anni di contributi è molto alto. Infatti per le donne è stata confermata l’Opzione donna, già prevista dalla Fornero. L’accesso riguarda tutte le tipologie di lavoratori, “ma non tutti i lavori sono uguali. È una finta uguaglianza che crea discriminazione”.

La reintroduzione delle finestre (che la Fornero aveva tolto): 3 per il settore privato, 6 per il settore pubblico, per il sindacato è “un’evidente furbizia contabile per ritardare l’erogazione dell’assegno, che costringe il pensionando a fare i conti con mesi di mancate entrate”.

Per il settore pubblico “i paletti per il settore pubblico saranno insufficienti: il 1° agosto sarà il giorno in cui i primi dipendenti pubblici potranno andare in pensione, con l’eccezione della scuola (1° settembre) e università (1° novembre). Mentre le eccezioni al blocco delle assunzioni nella PA riguardano solo enti locali e forze dell’ordine. In particolare la manovra ha bloccato le oltre 1000 assunzioni che erano già previste all’Inps per quest’anno”. “Si rinnova la domanda: che succederà in autunno nella sanità, scuola e servizi pubblici?“.

Un altro rischio è quello dell’aumento del lavoro nero: “È il rischio concreto che deriva dal divieto di cumulare Quota 100 con altri redditi da lavoro autonomo o dipendente (a meno di prestazioni occasionali col noto limite di 5mila euro/anno) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia”.

Quota 100 non è su misura per le lavoratrici

Da tempo i sindacati e vari economisti sostengono che Quota 100 manderà in pensione per lo più uomini. I dati diffusi sulle domande presentate per l’accesso a Quota 100 sembrano proprio confermare questa previsione. “Le pensioni 70% Uomini e 30% Donne. Ad oggi, è questa la quantificazione espressa in percentuale (fonte CISL) dei lavoratori che hanno presentato domanda per accedere a Quota 100″, ha affermato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social. “A voi ogni considerazione….le mie le ho espresse il giorno in cui ho letto per la prima volta la proposta che esplicitava quelli che sarebbero stati i requisiti e che confermo senza meno”, ha aggiunto.

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