Riforma delle pensioni: la verità sui tagli degli assegni

Un'analisi sull'intervento voluto dal Governo sulla rivalutazione delle pensioni. Gli assegni saranno tagliati? Cubeddu e Marattin a confronto.

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L’intervento previsto dal Governo sulla rivalutazione delle pensioni sta creando perplessità e malumori. Secondo quanto affermato dal deputato del Movimento Cinque Stelle, Sebastiano Cubeddu, a partire dall’anno prossimo le pensioni saranno più alte e sarà presente una maggiore equità tra i pensionati. Questa sarebbe l’unica “verità sulle pensioni”, secondo i grillini.

“Sul tema delle pensioni è necessario fare chiarezza perché è in atto una vera e propria campagna di disinformazione, sia da parte di alcuni sindacati, sia  da parte di alcuni giornali”, ha affermato Cubeddu in un video ufficiale. “Alcuni sostengono che con la legge di bilancio si starebbero tagliando le pensioni. Ma questo è falso. L’intervento previsto nella manovra migliora il sistema attuale avvantaggia tutti i pensionati, al di fuori di quelli che hanno assegni altissimi. L’anno prossimo la gran parte dei pensionati vedrà aumentare la propria pensione”, ha precisato, aggiungendo che “vengono toccate concretamente e proporzionalmente solo le pensioni più alte”.

La verità sulle pensioni di Luigi Marattin

Luigi Marattin, capogruppo Pd in Commissione Bilancio della Camera ha fornito una diversa versione della “verità sulle pensioni”. “In molti cercano di farmi desistere. Alcuni per rassegnazione (“in Italia è impossibile ragionare sulla realtà”), altri perché ancora affezionati all’idea che in politica serva sparata il più grossa possibile per conquistare consenso, in fondo chissenefrega dei numeri (e in effetti i tempi che viviamo sembrano dar ragione a costoro). Tuttavia io non mi sono (ancora) rassegnato. Non voglio vivere in un paese in cui la realtà dei fatti è sacrificata alla propaganda, e non credo che – alla lunga – distorcere i fatti (o raccontare balle) aiuti a rafforzare la credibilità della classe politica e il consenso elettorale di questo o quel partito”, ha affermato in un post.

L’effetto della riduzione dell’indicizzazione delle pensioni

Marattin ha chiarito: “Com’è la storia sulla riduzione dell’indicizzazione (=adeguamento automatico all’inflazione) delle pensioni? NEL 2019 LE PENSIONI SARANNO PIÙ BASSE RISPETTO AL 2018? No.
Avranno una riduzione solo quelle superiori a 4.563 euro mensili lordi. Nel 2018 infatti avevano un’indicizzazione all’inflazione del 45%, nel 2019 ce l’avranno del 40%. NEL 2019 LE PENSIONI SARANNO PIÙ BASSE RISPETTO A QUANTO SAREBBERO STATE SENZA L’INTERVENTO DEL GOVERNO? Si.

Quelle superiori a 2.028 euro mensili lordi avranno una riduzione dell’adeguamento all’inflazione che varia dal 13% (per le pensioni tra 2.028 e 2.535 euro lordi) al 35% (per quelle oltre 4.563 euro). Da quest’operazione lo Stato risparmia circa 2,2 miliardi (cumulati) nei prossimi tre anni. Quindi riassumendo: nessun taglio rispetto all’anno scorso, ma un taglio rispetto a quanto ci sarebbe stato se il governo non fosse intervenuto (l’indicizzazione infatti sarebbe automaticamente aumentata).

È normale che i partiti di maggioranza pongano l’accento più sul primo aspetto, quelli di opposizione sul secondo. Sono entrambi veri, dipende qual è l’aspetto che si considera più importante: prendere soldi in più o in meno rispetto all’anno scorso, o rispetto a quanto ti sarebbe spettato”.

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