Pensioni, Quota 100 e Reddito di cittadinanza: le novità dal decreto

Le novità dal decreto legge approvato ieri con interventi sulle pensioni. Nulla per gli esodati. Le dichiarazioni di Conte, Salvini, Metassi ed Alboni

Pensioni 2018: età pensionabile e flessibilità in uscita

Dopo tanta attesa, ieri è stato varato il decreto legge con il quale sono stati introdotti il Reddito di cittadinanza e Quota 100. Il governo ritiene che tali strumenti costituiscano misure di politica economica volte, oltre che a tutelare le fasce deboli della società, a rilanciare l’occupazione. “Sono due misure che non rispondono, evidentemente, ad estemporanee promesse fatte durante una campagna elettorale in modo un po’ improvvido, ma ad un progetto di politica economica e sociale di cui questo Governo va fiero”, ha dichiarato il Premier Giuseppe Conte in apertura della conferenza stampa di presentazione.

“È un progetto che riguarda 5 milioni di persone in condizione di povertà e riguarda un milione di persone che nel triennio potranno andare in pensione in anticipo”, ha precisato Conte. “Quota 100 entrerà in vigore senza alcuna penalizzazione o tagli”, ha chiarito il Vice Premier Matteo Salvini e “sarà una libertà di scelta”. “Viene confermata Opzione donna, mentre per i lavoratori precoci l’obiettivo è quello di arrivare a Quota 41, quindi non ci sarà nessun adeguamento alla speranza di vita”, ha aggiunto.

Reddito e pensioni di cittadinanza 

I beneficiari del Reddito di cittadinanza ed i relativi requisiti reddituali e patrimoniali per accedere al beneficio prevedono il possesso di un ISEE inferiore a 9.360 euro, un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro, un valore del patrimonio mobiliare, come definito a fini ISEE, non superiore a una soglia di euro 6.000, accresciuta di euro 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000, incrementabile di ulteriori euro 1.000 per ogni figlio successivo al secondo; fermo rimanendo che i predetti massimali sono ulteriormente incrementati di euro 5.000 per ogni componente con disabilità. Un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6.000 euro annui moltiplicata per uno specifico parametro della scala di equivalenza. Altre disposizioni riguardano la non disponibilità di autoveicoli, motoveicoli, navi e imbarcazioni da diporto. Viene inoltre prevista la compatibilità del Reddito di cittadinanza con la NASpI e con altre forme di sostegno al reddito. Per la Pensione di cittadinanza, i requisiti di accesso e le regole del beneficio economico sono le medesime del Rdc.

Nessun provvedimento specifico per gli esodati non salvaguardati

Nel decreto legge che ha introdotto Quota 100 ed il Reddito di cittadinanza non è contenuta alcuna misura specifica che consenta di porre fine alla drammatica questione degli esodati. I 6.000 esodati esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche già varate, secondo quanto affermato a Stasera Italia da Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla regione Lazio, potranno accedere al Reddito di cittadinanza. La soluzione prospettata ha suscitato l’indignazione del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”.

“Quella signora ha causato un danno grave nella mente di gente provata da anni di speranze tradite e di sofferenze alimentate da una sempre più ridotta fiducia nelle istituzioni e dal progressivo depauperamento dei frutti di una vita di onesto lavoro”, ha commentato Luigi Metassi, amministratore del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” in un post. “In una manciata di minuti, quella signora è riuscita a fare emergere pubblicamente tutto lo squallore del suo misero pensiero e non ha di certo reso un gran servizio nemmeno al suo partito se è vero, come è vero che, dalla sicumera del suo atteggiamento, chiunque avesse seguito può ritenersi legittimato a pensare che un identico sprezzo per la storia, per i principi costituzionali e per le leggi dello Stato abbia potuto cooptare il vuoto siderale che alberga nelle menti di gran parte del suo partito”, ha aggiunto.

Il nostro Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” da un anno cerca un confronto serio (e ribadisco serio) con le istituzioni ma non è disposto a sedersi ad un tavolo per ratificare soluzioni preconfezionate da chicchessia. Tanto meno è disposto a lasciarsi trattare da questuante o, peggio ancora, da millantatore come questa signora, evidentemente digiuna di tutto se non di supponenza, di maleducazione e di profonda ignoranza della materia della quale si permette di dibattere, lascerebbe intendere. “I 6000 scenderanno in lotta in modo inequivocabile perché se la linea del governo dovesse essere quella espressa dalla Lombardi ( M5S), sarebbe un calpestare totalmente Dignità Diritto Democrazia”, ha puntualizzato Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”.

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