Pensioni e Legge di Bilancio: le novità per il 2020

Le novità per le pensioni previste nella Legge di Bilancio 2020 illustrate dal Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.

Riforma pensioni e legge di Bilancio 2020: le strade per la flessibilità in uscita

Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è stato audito ieri presso la Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’esame disegno di Legge di Bilancio 2020 e della relativa nota di variazioni. Gualtieri ha ribadito che “il Governo appena insediato si è trovato a dover affrontare una sfida estremamente impegnativa per tre motivi: 23,1 miliardi di imposte indirette da disinnescare,
il dover assicurare la stabilità e sostenibilità dei conti pubblici e da ultimo la necessità di imprimere una spinta all’economia italiana che stava sperimentando una fase di pesante rallentamento”. Il Ministro ha illustrato i pilastri sui quali si basa l'”ambizioso” programma di Governo :”La riduzione del carico fiscale sul lavoro; investimenti per la crescita e la sostenibilità ambientale e sociale; misure per le famiglie e il welfare; contrasto all’evasione fiscale“.

Gualtieri ha precisato che “la manovra riduce la pressione fiscale rispetto agli andamenti tendenziali dei prossimi anni, mentre, secondo le stime del Governo, resterà sostanzialmente invariata tra 2019 e 2020”. “Al calcolo della pressione fiscale nel 2020 concorrono i seguenti effetti della manovra di bilancio: 3,2 miliardi di recupero da evasione fiscale, 1,5 miliardi di rimodulazione delle rate Isa, 1,6 miliardi di differimento delle Dta e 800 milioni della rivalutazione dei terreni, per un totale di 7,1 miliardi di gettito nuovo rispetto al 2019 che non può essere ascritto a un incremento delle tasse”.

“Al netto di queste nuove componenti di gettito non direttamente apprezzabili dai contribuenti come incremento della tassazione, pari a 0,39 punti percentuali di PIL, nel 2020 la pressione fiscale risulterebbe diminuita rispetto al 2019”, ha affermato il ministro dell’Economia, aggiungendo: “Resta infatti pienamente confermato l’obiettivo di indebitamento per il 2020, fissato al 2,2 per cento del PIL. Ciò ha consentito di impostare una manovra moderatamente espansiva e, nel contempo, avviare un percorso di riduzione del debito pubblico”.

” La previsione di crescita del PIL contenuta nella NADEF per i prossimi anni, pari a 0,6 per cento nel 2020 e all’ 1 per cento nel 2021 e 2022, appare ampiamente raggiungibile. Ciò sarà possibile anche grazie alla scelta da un lato di evitare di rivedere le misure di recente introduzione, come il Reddito di Cittadinanza e “Quota 100” o il ricorso a tagli lineari che avrebbero rischiato di incidere su scuola, ricerca e sanità con costi sociali elevatissimi e il peggioramento degli squilibri già esistenti e dall’altro di aumentare la pressione fiscale”, ha osservato Gualtieri.

Novità per le pensioni 2020

Entrando nello specifico delle misure relative alla previdenza, Gualtieri ha dichiarato: “In campo previdenziale si confermano APE Sociale e Opzione donna oltre al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione. In tale contesto viene finanziato il pensionamento anticipato dei giornalisti e poligrafici di aziende in crisi che presentano dei piani di assunzione che coinvolgono “under 35”.

“Per le attività di assistenza al cittadino nella presentazione delle istanze per l’accesso alla prestazione del reddito e la pensione di cittadinanza sono assegnati 40 milioni annui dal 2020, di cui 35 milioni ai centri di assistenza fiscale e 5 milioni agli istituti di patronato”, ha aggiunto il Ministro. Le novità su Quota 100, che verrà portata avanti fino al termine della sperimentazione nel 2021, vengono dai 300 milioni di risparmi per il 2020, che vanno così ad aggiungersi all’1,7 miliardi calcolati dal Def.

Anzianità contributiva nel part time ciclico

Tra gli emendamenti al Disegno di Legge di Bilancio che toccavano da vicino la vita delle persone, ma che non hanno superato l’esame del Senato, come quello della salvaguardia degli ultimi esodati, vi è quello che prevedeva il riconoscimento dei periodi di sospensione ai fini dell’anzianità contributiva per le lavoratrici ed i lavoratori con contratto a part time verticale ciclico.

“Tra le promesse e gli impegni non mantenuti dalla legge Finanziaria ce ne è una che è ancora più inaccettabile perché penalizza prevalentemente le donne, il lavoro più fragile per ore lavorate e condizioni di reddito. Il governo e la maggioranza, dopo averlo presentato, hanno bocciato l’emendamento che prevedeva il riconoscimento dei periodi di sospensione ai fini dell’anzianità contributiva per le lavoratrici ed i lavoratori con contratto a part time verticale ciclico”, ha segnalato Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil.

“Questa richiesta della Filcams e della Cgil, unitamente alle altre organizzazioni sindacali  va avanti da svariati anni, da quando la Direttiva europea n.97/81/CE e successivamente, nel 2010, una sentenza della Corte di giustizia europea ha riconosciuto e disposto la non discriminazione contributiva per i lavoratori a tempo parziale ciclico. Da allora i governi che si sono succeduti e i vari presidenti dell’Inps, non hanno fatto nulla di concreto per recepire questa sentenza, nonostante le richieste delle organizzazioni sindacali e i vari incontri nei quali abbiamo denunciato la condizione paradossale di queste lavoratrici e lavoratori che devono lavorare almeno 50 anni per maturarne 40 di anzianità contributiva per l’accesso alla pensione“, ha chiarito Gabrielli.

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