Pensioni e Legge di Bilancio 2020: niente di fatto per il part time ciclico

La presa di posizione di Filcams Cgil contro la bocciatura di un emendamento alla Legge di Bilancio 2020 per le pensioni dei lavoratori con part time ciclico.

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Il Senato ha approvato il Disegno di Legge di Bilancio 2020 che ora si trova all’esame della Camera. Tra i vari emendamenti bocciati  alla Manovra vi è quello che prevedeva il riconoscimento dei periodi di sospensione ai fini dell’anzianità contributiva per i lavoratori con contratto a part time verticale ciclico.

“Tra le promesse e gli impegni non mantenuti dalla legge Finanziaria  ce ne è una che è ancora più inaccettabile perché penalizza prevalentemente le donne, il lavoro più fragile per ore lavorate e condizioni di reddito”, ha dichiarato dichiara Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams Cgil.

“La non discriminazione contributiva per i lavoratori a tempo parziale ciclico

La Direttiva europea n.97/81/CE ed una sentenza della Corte di giustizia europea del 2010 ha riconosciuto e disposto la non discriminazione contributiva per i lavoratori a tempo parziale ciclico. “Il mancato adeguamento delle normative italiane alla direttiva europea costringe le lavoratrici e lavoratori con part time verticale ciclico a promuovere, con l’assistenza legale della Cgil, le cause contro l’Inps che vedono l’istituto soccombere sistematicamente con evidente dispendio di denaro pubblico anche per sostenere le spese di giudizio”, ha precisato Gabrielli.

La bocciatura dell’emendamento

Gabrielli ha proseguito:”Sia il ministero del Lavoro, nonché la presidenza dell’Inps, avevano espresso a Cgil, Cisl e Uil la volontà di sanare la situazione, inserendo una norma in legge di Bilancio che riconoscesse questo giusto diritto. Inspiegabilmente invece l’emendamento è stato bocciato e non sembra ci siano spazi di recupero”.

Per la Filcams si tratta di una “decisione inaccettabile”.”Siamo in presenza di lavoratrici e lavoratori che, spesso, non hanno scelto ma subito un contratto a part time verticale ciclico, che li costringe a periodi di sospensione dal salario e dai diritti, un lavoro precario anche se a tempo indeterminato, poco retribuito perché in molti casi a poche ore settimanali, condizioni alle quali si aggiunge l’ingiustizia di una pensione inarrivabile”, ha precisato l’esponente sindacale.

Continuiamo a chiedere al governo, alle forze politiche che lo sostengono e al Presidente dell’Inps di mantenere gli impegni presi e di consegnare le dovute soluzioni. È certo che intensificheremo le vertenze legali per far riconoscere un diritto che l’Europa, la Corte di giustizia europea e molti tribunali italiani hanno sancito e su cui l’Italia è inadempiente”, ha concluso Gabrielli.

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