Pensioni anticipate, Opzione donna: tutte le ultime novità. Perchè molte donne continuano a chiederne la proroga?

Le ultime novità sulla proroga di Opzione donna al 2020. Le dichiarazioni di Spadoni e le testimonianze delle iscritte al gruppo Opzione donna: Le Escluse.

Opzione Donna, le 20mila donne escluse dalla misura lanciano un appello a Giorgetti e Meloni!

Il Governo M5S-PD ha esternato in più di un’occasione la volontà di prorogare la misura per le pensioni anticipate al femminile conosciuta come Opzione donna in occasione della Legge di Bilancio 2020. Ieri pomeriggio il Vice Presidente della Camera, Maria Edera Spadoni, ha pubblicato un video nel quale viene raccontata la storia di una signora iscritta al Movimento Opzione donna che ha perso il lavoro a a 59 anni e mezzo  ed è andata in pensione grazie alla proroga di Opzione donna stabilita dal precedente Governo.

“Grazie alla proroga di Opzione Donna nella scorsa manovra, Antonella è andata in pensione; anche quest’anno, grazie al lavoro del Governo e del Parlamento, questa misura sarà inserita in legge di bilancio e le donne potranno andare in pensione anticipatamente nel 2020“, ha dichiarato l’On. Spadoni. “Grazie a chi si è reso disponibile a far sì che anche quest’anno le donne con uguali requisiti potessero accedere”, ha commentato Paola Viscovich, amministratrice del gruppo “Opzione donna: Le Escluse”.

La proroga di Opzione donna nel Decreto fiscale e Disegno di Legge di Bilancio 2020

Le ultime novità su Opzione donna vengono dal Consiglio dei Ministri di martedì 15 ottobre 2019 nel quale è stato approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili e il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022. I due provvedimenti compongono la manovra finanziaria e trovano la loro traduzione sul piano contabile nel Documento programmatico di bilancio per il 2020, che viene quindi trasmesso alla Commissione europea.

Tra i provvedimenti contenuti nella manovra viene confermato “il sussidio economico che accompagna alla pensione categorie di lavoratori da tutelare (cosiddetta APE Social) e la possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione anticipata anche per il 2020 (la cosiddetta Opzione Donna)“.

Perchè Opzione donna? La testimonianze di alcune iscritte al gruppo “Opzione donna: Le Escluse”

In attesa di ulteriori novità sulla proroga di Opzione donna, proponiamo la testimonianza di alcune iscritte al gruppo “Opzione donna: Le Escluse” che chiariscono le motivazioni che spingono le donne a voler andare in pensione anticipatamente con Opzione donna. “Sono pezzi di vita di donne sospese in attesa della Proroga di Opzione Donna. Le donne si raccontano, con semplicità, e in pochi tratti essenziali condensano una vita intera, rendendoci l’idea della concretezza del loro vissuto e del loro bisogno”, ha osservato Paola Viscovich. “Noi le abbiamo ascoltate, voi che le leggete, dateci il vostro commento”, ha aggiunto l’amministratrice del gruppo “Opzione donna: Le Escluse”.

“Nella mia famiglia c’è stata una sorta di tsunami”

M.M.:“Nata a Milano, compirò 58 anni a fine mese. Ho avuto una vita “normale “, con consueti alti e bassi. Nel 2001 nella mia famiglia c’è stata una sorta di tsunami che nel giro di una settimana ha portato via il marito a me ed ha lasciato senza figura paterna due bambini, uno di 6 anni e l’altro di 16 mesi. Il lato pratico della gestione dei figli e della casa ha da quel momento camminato di pari passo con il dolore che strappa cuore e viscere. Avevo però un buon lavoro che mi permetteva di far condurre alla mia famiglia una vita dignitosa. Da 10 anni circa l’azienda nella quale lavoro è andata in crisi, quindi sono passata attraverso periodi di cassa integrazione, contratti di solidarietà, mobilità, fino ad arrivare ad un part time forzato che prevedeva una decurtazione di ore lavorative cospicua, troppo cospicua.

Essendo mio marito morto giovane, la pensione ai superstiti (io e i miei ragazzi ) era poca cosa, per cui, nel corso degli anni, ho quasi completamente esaurito il mio TFR, tramite anticipi. La ditta chiuderà definitivamente a fine novembre. Sono riuscita a far laureare mio figlio maggiore ed ora sono in ballo con il più piccolo, a cui devo garantire la possibilità di frequentare l’università. Mi sono privata ed ho privato loro di molte cose, ma non posso assolutamente permettere che abbiano possibilità diverse rispetto agli altri ragazzi nel crearsi un buon futuro lavorativo. È un loro diritto e la vita non è stata lieve con loro. Da circa due anni mi occupo personalmente di mia madre novantenne affetta da demenza senile, non potendo pagare una badante. OD, anche se penalizzante, per questioni di età (troppo giovane per la pensione di vecchiaia e troppo anziana per trovare un nuovo lavoro ) e di organizzazione familiare, è quindi l’unico strumento pensionistico attualmente adatto alle mie esigenze”.

“Contributi leggeri”

N.C.:”Ho 58 anni sono entrata nel mondo del lavoro nel 1977. Causa contributi “leggeri” da parte di una cooperativa mi ritrovo oggi ad averne versati 38, ma la stanchezza è ben superiore. Nel mio percorso di vita vanto tre stupendi figli più un piccoletto che mi sta aspettando. Ho affrontato due interventi alle mani e tuttora soffro di rizoartrosi, inoltre un’ernia discale mi impedisce l’elasticità dei movimenti rendendomi penalizzata nelle funzioni lavorative. Il lavoro, anche se costante, col passare del tempo sembra diventare sempre più pesante, il capannone sembra essere più caldo in estate e più freddo in inverno, ma forse questo è un “problema di donne “. Anche l’adattamento ai turni notturni sembra sempre più innaturale e i piedi doloranti e deformati non vorrebbero più calzare scarpe professionali …….Per questo e altro rincorro la speranza di potermi pensionare anticipatamente con OD”.

“Sono stanca sì, tanto stanca”

R.P.:“Compirò 59 anni la prossima primavera, quando avrò quasi 38 anni di lavoro. Sono fra le “fortunate” che hanno iniziato a lavorare stabilmente dall’età di 21 anni. Il lavoro mi ha consentito di portare avanti una famiglia e tre splendidi figli, oggi adulti e più o meno avviati al lavoro dopo lunghi anni di studio fuori sede, e specializzazioni varie. All’impegno per la loro crescita, in conciliazione con il mio lavoro, si è aggiunta, proprio negli anni in cui il supporto dei loro nonni mi sarebbe stato indispensabile, la malattia di entrambi i miei genitori che, fra l’uno e l’altra, mi hanno coinvolto in prima persona per circa 15 anni. L’arrivo del terzo figlio, a poca distanza dal secondo, pur accolto con immutata emozione, ha fatto concretamente vacillare la mia resistenza di continuare a lavorare.

Sono stati anni in cui ogni entrata economica si dileguava nelle mille spese da affrontare per la cura dei miei cari, oltre a baby sitter, asili e scuole private, oltre alla frustrazione di dover delegare ad altri, più del dovuto, la loro cura. Oggi posso dire di avercela fatta e ne sono fiera. Fiera, ma anche stanca. Stanca di non poter decidere quando concludere la mia attività lavorativa, in un mondo del lavoro sempre più competitivo e assorbente, con riduzioni altissime di personale e senza adeguato turn over. Ho bisogno di credere che ci sarà, prima che inevitabilmente gli acciacchi progrediscano, uno spazio temporale anche per me, in cui dedicarmi magari alla cura dei nipoti o ad antichi studi universitari interrotti a pochi esami dal traguardo e mai più ripresi. Sono stanca di essere ammonita che “da madre” non bisogna rubare il futuro ai giovani, quando è proprio nella valutazione del taglio pensionistico, che per me sarebbe altissimo, che ho trovato la ragione della sostenibilità della mia richiesta. Sono stanca sì, tanto stanca, ma di quella stanchezza che ogni giorno tuttavia rinnova la mia motivazione per non mollare e chiedere che OPZIONE DONNA sia, ANCHE quest’anno, anche per me!”.

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