Pensioni anticipate, Opzione donna: perchè le donne chiedono la proroga al 2019?

Continua il pressing per ottenere la proroga di Opzione donna al 2019. Le pensioni anticipate con Quota 100 sono irraggiungibili per moltissime donne.

Pensioni anticipate: proroga di Opzione donna nella prossima legge di bilancio e poi misura strutturale?

I dati relativi alle domande d’accesso a Quota 100 mostrano in maniera inequivocabile che la nuova misura non è il canale che verrà utilizzato dalla maggioranza delle donne interessate ad andare in pensione anticipatamente. Il motivo risiede nei 38 anni di contributi versati richiesti, irraggiungibili per moltissime lavoratrici. “Nell’attesa che venga ripristinata equità e giustizia per le donne e alla luce dei risparmi conseguiti da Opzione Donna, le donne chiedono la Proroga di Opzione Donna al 2019“, precisa il Movimento Opzione donna.

“Nulla è cambiato nella vita delle donne dopo le riforme del 2010 e 2011: le donne aspettano ancora che le risorse risparmiate per l’equiparazione nel settore pubblico e privato venissero destinate ad un fondo per finanziare misure a favore delle lavoratrici e più in generale delle donne. E siccome i fondi (circa 3.000 milioni di euro al 2017) i governi in carica dal 2011 li hanno dirottati ed utilizzati per fini diversi da quelli inizialmente previsti, le donne NON ci stanno e chiedono che queste somme siano recuperate e rimesse, in primo luogo, nel sistema previdenziale e, a seguire, nel welfare al fine di finanziare interventi che permettano alle donne di poter accedere al mondo del lavoro”, puntualizza il Movimento Opzione donna.

Perché le donne chiedono la Proroga di Opzione Donna al 2019?

Perché a 41 anni di contributi le donne non arrivano! Perché le donne non raggiungono quasi mai i 38 anni di contributi. Perché la crisi e gli effetti della riforma Fornero sui licenziamenti ed il Jobs act hanno falciato principalmente i posti di lavoro delle donne. Perché le donne accedono al mondo del lavoro in ritardo. Perché le donne sono quelle che vengono licenziate prima degli uomini. Perché le donne sono sempre quelle che chiedono il part time. Perché le donne sospendono o rinunciano a lavorare per crescere i figli, visti gli scarsi servizi a supporto della famiglia. Perché le donne sono sempre quelle che guadagnano di meno.

Perché le donne non riescono a fare mai carriera. Perché le donne “over cinquanta,”che hanno subito un licenziamento, il lavoro non lo trovano più. Perché le donne fanno il secondo e terzo lavoro gratis e lo Stato ci guadagna e risparmia. Perché le donne provvedono a curare gli anziani in un Paese che invecchia con loro, ma non se ne occupa”, chiarisce il Movimento Opzione donna, per il quale: “È ora di dare risposte concrete ai bisogni delle donne”.

Pensioni anticipate: Opzione donna pesa sulla finanza pubblica?

“Opzione Donna NON ha avuto necessità di un costosissimo finanziamento e NON fa spendere di più. Opzione Donna produce un notevole risparmio per le casse dello Stato, perché le donne sono disposte a rinunciare a circa il 25/30 per cento del loro assegno pensionistico per una forma di flessibilità pensionistica, visto l’ingiusto innalzamento dei requisiti imposti dalla legge Monti – Fornero”, precisa il Movimento Opzione donna.

 “Il riposo è un miraggio, la pensione è un sogno”

“Dopo 35 anni di questa vita, senza un sostegno concreto da parte dello Stato, le donne di 58 e 59 anni hanno diritto, secondo voi, di andare in pensione con il calcolo contributivo, lasciando peraltro nelle casse dello Stato parte dei contributi versati nel corso della loro carriera lavorativa?”, si chiede il Movimento Opzione donna.

Alzatevi dalle poltrone e scendete nel mondo comune“, prosegue il Movimento Opzione donna, “dove le donne si alzano la mattina alle 6,00 per preparare colazione e anticiparsi la cena, poi lasciano alle 7.30/8,00 i figli al nido (beata chi è entrata in graduatoria per quello comunale o può permettersi quello privato) al pre-scuola (beata chi l’ha avuto), o alla nonna, alla vicina, alla baby Sitter( beata chi se l’è potuta permettere). Poi di corsa al lavoro, traffico, mezzi pubblici, turni, cartellino, ritardo, recupero. La pausa pranzo spesso utilizzata per fare la spesa e le telefonate per accertarsi che all’uscita della scuola gli amati figli trovino qualcuno che li porti a casa, in piscina, al catechismo, a ripetizione, perché l’orario di uscita della scuola è impossibile per una mamma italiana. Poi ci sono i compiti, le lavatrici, i panni da stirare, la cena da preparare. Poi gli anni passano, i figli crescono e si aggiungono i problemi del lavoro che è diventato incerto, le preoccupazioni per i giovani figli disoccupati, la salute comincia a dare cenni di cedimento e l’Asl non “passa più niente”. I genitori diventano anziani e si smette di correre per i figli giusto in tempo per iniziare a correre per i ‘nostri vecchi'”.

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