Pensioni anticipate: le ultime novità su Quota 100, Ape sociale e beneficio per i precoci

Le ultime novità sulle pensioni e Quota 100. L'analisi della Cgil sull'Ape social e precoci. Le dichiarazioni di Giacobbe e Ghiselli.

Riforma pensioni 2019: le ultime novità su Quota 100 e flessibilità in uscita

Continuano anche oggi le audizioni informali nell’ambito dell’esame del disegno di legge approvato dal Senato, recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”. Nel corso dell’audizione presso le Commissioni riunite Lavoro e Affari sociali della Camera l’Usb ha segnalato la presenza di una disparità di trattamento nel raggiungimento dei requisiti per Quota 100 per i dipendenti pubblici e quelli iscritti all’Ago.

L’Usb ha precisato che per il raggiungimento dei 38 anni di contribuzione per Quota 100 c’è una disparità di trattamento che consente ai dipendenti pubblici di raggiungere i 38 anni previsti per la Quota 100 utilizzando anche la contribuzione virtuale legata al part time verticale ciclico, ma questo non accade per i dipendenti iscritti all’Ago. “C’è un emendamento presentato dallo stesso Inps, discusso con gli uffici tecnici del Ministero, ma non è stato approvato. Chiediamo un ripensamento su questa scelta”, ha sottolineato l’Unione sindacale di base.

L’analisi della Cgil delle domande per l’Ape sociale ed i precoci

Anna Giacobbe, funzionaria dello SPI Cgil della Liguria, già  deputato del Pd e membro della Commissione lavoro alla Camera, ha diffuso i dati raccolti dall’Ufficio Previdenza della Cgil Nazionale contenuti nel dossier “Analisi Ape Sociale e Precoci”, stilato sulla base del monitoraggio effettuato dall’Inps per il biennio 2017/2018.

I dati ricavati aiutano a capire anche “perché quelle misure non siano state vissute per quello che avrebbero potuto essere, e cioè una risposta vera, per quanto parziale, ai problemi delle persone “incagliate” nelle norme rigide e pesanti della Legge Fornero, perché non abbiano rappresentato, nel comune sentire, un primo passo per mettere in discussione le parti più penalizzanti ed ingiuste di quell’impianto”, ha osservato Giacobbe. “Troppe domande respinte; troppi denari non spesi, di quelli che erano previsti. Inoltre si conferma che neppure Ape sociale è per le donne una soluzione sufficiente“, ha proseguito l’esponente sindacale.

Domande presentate per Ape sociale e precoci

Il numero delle domande presentate nel biennio per l’Ape sociale è pari a 96.946, di cui solo 43.069 sono state accolte (44,42%). Il numero maggiore di domande è quello di lavoratori disoccupati con 63.189 domande di cui accolte solamente 26.588 (42,07%); la percentuale delle domande accolte dei lavoratori con mansioni gravose è pari al 30,94% del totale (12.925). Solo 32.040 sono le domande inoltrate da donne, pari al 33,04% del totale. Nel biennio 2017-2018 erano previsti stanziamenti pari a 930.000.000 euro: ne sono stati utilizzati 566.077.253,89, con un risparmio di euro 363.922.746,11.

Il numero di domande per la pensione con 41 anni di contributi per i precoci è pari a 74.487 di cui solamente 29.458 istanze sono state accolte (39,54%). Il maggior numero di domande è quello dei lavoratori impegnati in mansioni gravose con 32.202 domande di cui solo 10.588 accolte, pari al 32,87%. Sono invece 10.255 le domande dei lavoratori addetti a lavori faticosi e pesanti, di cui solo 3.590 accolte pari al 35%. Nel caso dei lavoratori precoci, le domande presentate dalle donne sono solo 11.879, il 15,94% del totale (74.487).  Come nel caso dell’Ape social, i dati relativi agli oneri stanziati e quelli effettivamente utilizzati, evidenziano un mancato utilizzo di risorse nel biennio 2017-2018 pari a euro 464.885.144,27 rispetto ai 924.400.000,00 euro stanziati: le risorse utilizzate sono pari a 459.154.855,73, meno della metà di quelle disponibili<

Il commento di Roberto Ghiselli

In tema di pensioni anticipate, Ape e precoci,  Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil ha dichiarato:“Il monitoraggio dell’Inps supporta le richieste che il sindacato ha rivolto al Governo, da ultimo nell’incontro con il sottosegretario Durigon di lunedì scorso, finalizzate all’ampliamento della platea dei lavori gravosi, e alla riduzione dei vincoli d’accesso e dei requisiti contributivi per accedere a questi strumenti (di 30 anni e 36 anni per i lavori gravosi). Vi sono ampi margini finanziari per operare in tal senso, soprattutto perché ben 828 milioni relativi al biennio passato non sono stati utilizzati”.

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