Pensioni anticipate: escluse da Opzione donna le nate nel 1961

Le lavoratrici nate nel 1961 non potranno accedere ad Opzione donna. L'analisi di Paola Viscovich, amministratrice del Gruppo "Opzione donna: Le escluse".

Pensioni anticipate: escluse da Opzione donna le nate nel 1961

Il decreto legge contenente il Reddito di cittadinanza, Quota 100 ed altri interventi sulla pensioni è stato pubblicato ieri nella Gazzetta Ufficiale. Leggendo l’Art. 16 dedicato alla misura di Opzione donna risulta evidente che non sono state apportate modifiche rispetto al testo diffuso in questi giorni. L’accesso allo strumento per le pensioni anticipate al femminile sarà consentito alle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2018 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome.

Non sarà possibile, quindi, alle nate nel ’61, andare in pensione anticipatamente col regime di Opzione donna. Paola Viscovich, amministratrice del Gruppo “Opzione donna: Le escluse”, ha inviato una mail alle segreterie di: Di Maio, Durigon, Capizzuto, Fontana, per manifestare la delusione nel verificare che sono state disattese le promesse del Governo e chiedere una revisione dei requisiti necessari per l’accesso ad Opzione donna.

La lettera di Paola Viscovich

Recita il testo della lettera:” Buongiorno, seguito incontro del 10 ottobre con il Ministro del Lavoro Di Maio, con le amministratrici dei gruppi OD, la delusione è stata forte nell’apprendere che è stato disatteso quanto firmato nel contratto di GOVERNO dal Ministro Di Maio e dal Ministro Salvini, che recitava “…..le donne con 57/58 anni e 35 anni di contributi potranno andare in quiescenza……..”, infatti il Ministro Di Maio annunciava l’innalzamento di un anno dei requisiti anagrafici escludendo le donne nate nel 1961 già presente nel contratto stesso.

Ho analizzato le tabelle tecniche allegate al decreto, per notare nell’immediatezza che la misura OD è basata su una platea stimata complessiva di 24.500 donne. Da statistiche precedenti le donne vicine ai 62 anni aspetteranno quota 100, e altre vicino al 41 anni e 10 mesi di contributi aspetteranno di andare in pensione con la Fornero. Consideriamo nelle tabelle anche gli importi con un MENO davanti che evidenzia in maniera inequivocabile un ricavo per lo stato”.

Le richieste del Gruppo “Opzione donna: Le escluse”

“Da qui la richiesta di migliorare il decreto, rispettando tra l’altro il contratto di GOVERNO, e prorogare con un emendamento la misura opzione donna al 31/12/2019, o perlomeno un ODG con la promessa di prorogare la misura nella prossima LDB, permettendo cosi alle nate nel 1961, già presenti nel contratto di governo, di poter pianificare il proprio futuro, parliamo di donne che quest’anno compiono 58 anni e si vedono sfuggire una possibilità nella quale avevano creduto sin dall’inizio. Per quota 100 la misura dura tre anni, per APE social la proroga al 31/12/19, perché OD si ferma al 31/12/2018??

Chiedo di rivedere la misura, chiedo un incontro del tavolo tecnico con una nostra delegazione ristretta e/o di dare risposte via email o con telefonate avviando il dialogo, per ricercare una soluzione . Restiamo in attesa di vostre indicazioni al riguardo, Vi contatteremo nei prossimi giorni tramite le Vostre segreterie”, ha concluso Viscovich.

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