Pensioni 2019: Quota 100, precoci, esodati. Tutte le ultime novità

Le ultime novità dalla riforma delle pensioni Lega-M5S con l'introduzione di Quota 100. Le dichiarazioni di Damiano ed il punto di Metassi.

Riforma pensioni: ultime novità sulla nona salvaguardia per gli esodati

Continua l’iter di conversione in legge del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, già approvato dal Senato. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, della conversione in legge del “Decretone”, nel testo stilato dalle Commissioni a seguito del rinvio stabilito dall’Assemblea.

Le dichiarazioni di voto avranno luogo nella seduta di oggi, mercoledì 20 marzo a partire dalle ore 18,15. “Il Governo rimanda provvedimenti che avrebbero bisogno di una risposta immediata e per i quali ha più volte promesso”, ha dichiarato Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico, a proposito del Decretone e Quota 100. “Quello per consentire un accesso più veloce alla pensione ai lavoratori precoci, che hanno cominciato a lavorare prima dei 20 anni e che hanno trascorso più di 40 anni della loro vita in attività prevalentemente manuali e gravose; quello che riguarda i lavoratori dell’edilizia, che hanno visto bocciare un emendamento al Decretone del Pd e di Leu che avrebbe consentito loro di anticipare il momento della pensione e non essere più costretti a salire su una impalcatura a 67 anni”, ha chiarito l’esponente dem.

La questione degli esodati rimane ancora aperta

Damiano ha sottolineato che rimane ancora da risolvere la questione degli esodati non salvaguardati. “Gli esodati non hanno ancora trovato una risposta al loro problema nonostante le promesse del Governo: si tratta di circa 6.000 lavoratori che non hanno potuto usufruire delle 8 salvaguardie definite nella precedente legislatura, con le quali abbiamo mandato in pensione circa 150.000 esodati”. “Anche in questi casi si tratta di lavoratori che si trovano in posizioni di debolezza e difficoltà ai quali il Governo non presta la dovuta attenzione”. “Forse perché non rientrano nel ‘contratto di Governo” , ha osservato l’ex Ministro del lavoro.

Il punto di Luigi Metassi

Nulla per gli esodati nel decreto Quota 100. Contrariamente al comprensibile sgomento di chi sperava di porre fine al proprio dramma, la notizia non sorprende”, ha osservato Luigi Metassi amministratore del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” sul blog “Il volo della Fenice”. “Chi ha seguito l’attività del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” sa molto bene quanto, nel corso di questo primo anno di legislatura, lo stesso Comitato abbia invano operato per avviare un confronto con le parti politiche e istituzionali, allo scopo di riaffermare intanto una definizione di “lavoratore esodato”, oggi abbandonata alle più estrose (e opportunistiche) interpretazioni anche per parte della politica, e poi per delimitare il contesto temporale della salvaguardia che la Costituzione stessa pretende.

Risposte di circostanza, sovente evasive, sostanzialmente dilatorie, assicurazioni che venivano smentite dai fatti il giorno stesso, derive in direzione di soluzioni alternative fortemente penalizzanti e, in gran parte, emarginanti per la maggioranza della platea nonché discriminatorie nei confronti delle lavoratrici e delle carriere discontinue”, ha proseguito l’amministratore “, ha aggiunto Metassi.

Disparità di trattamento tra esodati

Non tutti coloro che hanno perso il lavoro prima del 2012 sono da considerare esodati e per quale ragione, per costoro, non esista alternativa ad una salvaguardia di tutti coloro che raggiungeranno i requisiti pensionistici previsti dalla Legge Sacconi entro il 31/12/2021.

Ci sono esodati che raggiungeranno i requisiti nel 2021 ed hanno già la salvaguardia in tasca mentre altri, che i requisiti li hanno raggiunti nel 2017 o 2018, non sono salvaguardati. A costoro spetta un pari trattamento di quello riservato a chi, in tutta evidenza, nei loro confronti è stato ampiamente privilegiato”, ha puntualizzato l’ideatore del blog “Il volo della Fenice”.

La tutela degli esodati non salvaguardati

Metassi ha proseguito:”Le finte proposizioni del Governo, culminate nell’ipotesi di una “pace contributiva” estesa fino ad otto anni non è la soluzione del vulnus. Non lo è perché molti esodati, soprattutto donne, non raggiungono i 30 anni di contribuzione. Non lo è perché dopo sette anni di vacanza reddituale, la maggior parte degli esodati non è nelle condizioni di poter versare ulteriori contributi. Non lo è perché tale ripiego comporterebbe consistenti abbattimenti del rateo percepito tanto che, taluni, in particolare molte lavoratrici, scenderebbero anche al di sotto del Reddito di cittadinanza. Tutto questo non è accettabile perché, per quanto bistrattata e ferita, la nostra Costituzione, che evidentemente è molto più giusta e solida di quanto vorrebbero i suoi detrattori, continua a sostenere l’uguaglianza di tutti i cittadini e il valore di “salario differito” delle pensioni (v. sentenza costituzionale n° 822/1988 e altre).

Una cosa sono le “soluzioni”, altra cosa sono i diritti. I diritti non attendono soluzioni; attendono di essere riconosciuti e il diritto degli esodati ora è quello di poter beneficiare tutti di un identico transitorio; il che è diretta conseguenza del dettato costituzionale e della sentenza appena citata. Si riconosca il diritto al transitorio per tutti i 6.000 esodati, così come è stato riconosciuto a chi li ha preceduti beneficiando delle precedenti otto salvaguardie. Si sani, una volta per tutte, questo annoso stupro costituzionale e, per chi non rientra nel transitorio, si apra un dialogo finalmente serio e costruttivo con chi la disperazione e le problematiche di chi perde il lavoro in età avanzata le conosce a fondo, a cominciare dai sindacati per finire ai comitati.

Se si accetterà di separare e trattare separatamente ciò che è danno dello Stato, che chiede quindi un provvedimento di salvaguardia,  da ciò che è emergenza o istanza sociale e può essere affrontato con un allentamento delle attuali regole pensionistiche, sarà un importante progresso rispetto alle attuali vane promesse elettorali dalle gambe ultra corte e rispetto anche alla dispersiva conflittualità trasversale”.

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