Pensioni 2019: nuova bocciatura per Quota 100

Le dichiarazioni di Alessio Rossi, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, sulla misura di Quota 100 per le pensioni anticipate.

Riforma pensioni, Quota 100: il decretone passa alla Camera

La riforma delle pensioni gialllo-verde, che ha come perno centrale l’introduzione di Quota 100, ha ottenuto una solenne bocciatura dal presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Alessio Rossi, il quale, nella sua relazione al convegno in corso a Rapallo, ha dichiarato: “Quota 100 ci sta tornando indietro come un boomerang, perché la Commissione Europea l’ha messa all’indice. Ma il problema vero è che questa misura genera un paradosso: in uno dei paesi più vecchi d’Europa non si può avere un sistema pensionistico insostenibile”. “Flat tax e reddito di cittadinanza sono fatte a debito. Riparliamone quando si potranno fare senza sfondare i conti pubblici. Intanto, abbassiamo subito il cuneo fiscale, perché mette più soldi in tasca ai lavoratori e fa ripartire lo sviluppo”, ha puntualizzato Rossi.

Per Rossi è importante che ’Italia non ingaggi una guerra di posizione con le istituzioni europee.
“Se è vero che è arrivato il momento di migliorarle, allora dobbiamo smettere di dipingerle come avversarie. Pertanto, l’unico modo per riformare l’Unione Europea è starci dentro. Starci dentro da protagonisti!”, ha sottolineato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

UE e procedura d’infrazione

Secondo Rossi: “In caso di apertura della procedura di infrazione, l’Italia potrebbe finire in panchina. Dobbiamo avere un chiodo fisso: dimostrare affidabilità ed essere credibili. E dobbiamo farlo prendendo impegni precisi, sia in termini di tempo che di responsabilità. La raccomandazione recapitata all’Italia infrange l’illusione di continuare a fare deficit senza guardare alle conseguenze, ripristinando un’oggettività: o si accetta il dialogo con l’Unione Europea e i suoi “numerini”, oppure si paga il prezzo delle conseguenze”. “Questo è il momento della collaborazione e non dell’isolamento”, ha puntualizzato l’imprenditore.

Prosegue la mobilitazione sindacale 

Lo Spi Cgil parteciperà oggi, sabato 8 giugno, alla manifestazione nazionale dei servizi pubblici indetta da da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, che si terrà a Roma con corteo da piazza della Repubblica alle ore 9 e comizi conclusivi in piazza del Popolo. ” È un appuntamento che ci riguarda tutti, pensionati, lavoratori e cittadini. Senza una pubblica amministrazione di qualità, senza garantire servizi pubblici adeguati, i paesi finiscono per collassare, ed è quello che purtroppo sta succedendo in Italia. Assunzioni, contratti e dignità al lavoro: sono questi i tre grandi temi su cui il sindacato intende battersi per rafforzare i servizi pubblici e garantire dignità ed equità nel nostro Paese”, ha puntualizzato il sindacato pensionati della Cgil.

La manifestazione di oggi segue quella indetta lo scorso 1°giugno da  Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, per protestare contro “i tagli non irrilevanti e reiterati nel tempo” delle pensioni, “a cui si aggiungono quelli decisi dal governo in carica, che attraverso il nuovo meccanismo di rivalutazione in vigore da aprile sottrarrà a chi è in pensione 3,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni”.

Il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, nel suo discorso in piazza San Giovanni a Roma, ha lanciato chiari messaggi al Governo: “Dateci retta, cambiate politica perché così ci portate a sbattere. A questo governo chiediamo dove sia andato a finire il contratto di milioni di pensionati con lo Stato. In quel contratto non c’era scritto di tagliare la rivalutazione delle pensioni. Voi quel contratto lo avete stracciato. Non siamo noi gli avari ma siete voi che state dilapidando risorse che non sono vostre, senza nemmeno domandare. Volete una guerra tra poveri perché quei soldi non li avete presi dai ricchi, dagli evasori e dagli imbroglioni”. 

La cosa insopportabile è che si sottraggano risorse ai pensionati per fare condoni fiscali, per ridurre le tasse a chi ha di più, ecc.”, ha osservato Anna Giacobbe, funzionario dello Spi-Cgil Liguria. Secondo Giacobbe: “Scrivere che servono per pagare un reddito a chi è povero è un modo per indicare il nemico sbagliato. Il reddito di cittadinanza si sarebbe potuto e dovuto fare meglio: ma il contrasto alla povertà è necessario. E costa. E si deve finanziare con tasse che siano davvero progressive, e pagate da tutti quelli che le devono pagare“.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore