Pensioni 2019: le ultime novità su Opzione donna

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni ed Opzione donna. I commenti di Rizzetto ed Armiliato.

Riforma pensioni 2019: le ultime novità su Quota 100 e flessibilità in uscita

Com’è  noto, la bozza del decreto legge in via di approvazione contiene un provvedimento per le pensioni anticipate al femminile definito “Opzione donna”. Si legge nel documento: “Il diritto al trattamento pensionistico anticipato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n.180 è riconosciuto nei confronti delle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 e delle lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1958 le quali abbiano un’anzianità contributiva pari o superiore ai trentacinque anni”.

Sembra evidente che si tratti di una misura diversa dall’annunciata proroga di Opzione donna. “Introdotta nel 2004 con la legge Maroni, Opzione Donna è la misura che consente alle lavoratrici, sia dipendenti che autonome di andare in pensione con largo anticipo accettando però una penalizzazione sull’assegno”, ha ricordato Walter Rizzetto, deputato di Fratelli D’Italia e membro della Commissione lavoro alla Camera. “Ho sempre creduto in questa misura tanto da proporne la stabilizzazione strutturale come finestra fissa di uscita dal mondo del lavoro: a conti fatti, nel medio periodo, lo Stato ci risparmia ed accontentiamo chi vuole usufruirne”, ha sottolineato Rizzetto in un post.

Il punto di Walter Rizzetto

“Qualche settimana fa l’ineffabile Ministro del Lavoro aveva annunciato in pompa magna “LO AVEVAMO DETTO, LO ABBIAMO FATTO: PROMESSA MANTENUTA, FALLO SAPERE A TUTTI! Confermata l’Opzione donna. Adesso ogni donna a 58 anni può andare in pensione dopo aver lavorato per 35 anni. Migliaia di lavoratrici ne potranno godere! Già, a 58 anni, come è nella proposta originale e corretta”, ha affermato il deputato.

“Il sottosegretario al Lavoro On. Claudio Durigon certifica in una intervista a “Il Messaggero” che Opzione Donna si applicherà a donne ”nate nel 1958 e 1959“ e quindi non serve tanto per comprendere che: anno 2019 – anno 1958 = 61 anni di età e non 58 così come scritto in modo falso ed elettorale dal Vice Premier”, ha precisato Rizzetto, per il quale ci troviamo di fronte ad un’ennesima presa in giro.

Le ultime indiscrezioni su Opzione donna

Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 ore”, nella messa a punto del decreto legge che potrebbe essere approvato nel corso della settimana, sarebbe stata aumentata la platea delle lavoratrici che potranno accedere alla misura di “Opzione donna”, includendo anche le nate nel 1960. Sarebbero state trovate, infatti, delle risorse dedicate non utilizzate.

Le osservazioni di Orietta Armiliato

“Fermo restando che sarei sicuramente la più felice delle donne se tutti coloro che lo desiderano riuscissero a raggiungere anticipatamente lo stato di pensionati con qualsiasi forma l’esecutivo volesse mettere a disposizione, mi domando come sia possibile oggi, dopo che: si è rischiato a livello UE di incorrere nella procedura di infrazione e si è evitato per un soffio di dover attivare l’operatività dell’esercizio provvisorio si scoprano, oggi appunto, tesoretti disseminati ovunque dai quali attingere per implementare proprio quelle misure che sono state le artefici, a causa delle insufficienti o addirittura nulle coperture finanziarie, dei pesanti rischi sopra citati e che il nostro Paese ha scongiurato come si suol dire, per il rotto della cuffia”, ha osservato prudentemente Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social.

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