Papa Francesco: l’Angelus di oggi domenica 9 dicembre 2018 in Piazza San Pietro

Oggi domenica 9 dicembre 2018 ci sarà lo spazio dell'Angelus di Papa Francesco all'interno del programma A sua immagine, trasmesso in diretta su Rai 1.

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Ieri sabato 8 dicembre 2018 Papa Francesco ha celebrato l’Angelus in occasione della festività dell’Immacolata Concezione. Oggi allieterà nuovamente i fedeli regalando loro una parola di conforto con il nuovo appuntamento in Piazza San Pietro con l’Angelus odierno, trasmesso all’interno del programma religioso di Rai 1 A sua immagine.

Non indurci o non abbandonarci nella tentazione? La preghiera per eccellenza, il Padre Nostro, è cambiato. Da quando entra in vigore e cosa muterà realmente? Nella puntata di “A Sua Immagine” di domenica 9 dicembre, in onda alle 10.30 su Rai1, si parla di preghiera che è costitutiva dell’uomo, è essenziale per una vita con un orizzonte di senso. In studio con Lorena Bianchetti ci saranno padre Raniero Cantalamessa, teologo e predicatore della Casa Pontificia e Suor Maria Gloria Riva, madre superiore di una comunità monastica dedita all’Adorazione Eucaristica, che parleranno della loro esperienza su come e perché pregare.

La Santa Messa dalla Cattedrale di Monopoli e L’angelus in Piazza San Pietro

Nel corso della puntata si scoprirà la preghiera nei grandi monasteri benedettini e nella vita quotidiana delle grandi città. Si visiterà l’Abbazia di Praglia e un moderno convento di Firenze. Alle 10.55 la linea passerà alla Santa Messa, come sempre in onda in diretta su Rai1. La celebrazione eucaristica di questa settimana viene trasmessa dalla Cattedrale di Monopoli. Regia Simone Chiappetta e commento Orazio Coclite. Alle 12.00, come ogni domenica, l’Angelus recitato da Papa Francesco in piazza San Pietro.

Ricordando le parole di Papa Francesco pronunciate in occasione dell’Angelus di pochi giorni fa

“Pregare, attendere Gesù, aprirsi agli altri, essere svegli, non chiusi in noi stessi”. Ma “se noi pensiamo al Natale in un clima di consumismo, di vedere cosa posso comprare per fare questo e quest’altro, di festa mondana, Gesù passerà e non lo troveremo”. Lo ha detto il Papa pochi giorni fa durante l’Angelus pronunciato dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano davanti a 20mila persone presenti in Piazza San Pietro.

“Pregare, attendere Gesù, aprirsi agli altri, essere svegli, non chiusi in se stessi”: così Francesco ha sintetizzato il senso dell’Avvento, mettendo in guardia “dal lasciarci opprimere da uno stile di vita egocentrico o dai ritmi convulsi delle giornate”. “Stare svegli e pregare: ecco come vivere questo tempo da oggi fino a Natale”, il consiglio del Papa, che ha spiegato che “il sonno interiore nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma sempre girare intorno a noi stessi.

E questo stanca, questo annoia, questo chiude alla speranza. Si trova qui la radice del torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo”. “L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità della gente, dei fratelli, e al desiderio di un mondo nuovo”, ha affermato Francesco: “È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita”.

La seconda domenica di Avvento nell’Angelus di oggi domenica 9 dicembre 2018

Ci spiega il Pontefice nell’Angelus di oggi: «Domenica scorsa la liturgia ci invitava a vivere il tempo di Avvento e di attesa del Signore con l’atteggiamento della vigilanza e anche della preghiera: “vigilate” e “orate”. Oggi, seconda domenica di Avvento, ci viene indicato come dare sostanza a tale attesa: intraprendendo un cammino di conversione, come rendere concreta questa attesa. Come guida per questo cammino, il Vangelo ci presenta la figura di Giovanni il Battista, il quale “percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Per descrivere la missione del Battista, l’evangelista Luca raccoglie l’antica profezia di Isaia, che dice così: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato”.

Per preparare la via al Signore che viene, è necessario tenere conto delle esigenze della conversione a cui invita il Battista. Quali sono queste esigenze di una conversione? Anzitutto siamo chiamati a bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza e dall’indifferenza, aprendoci agli altri con gli stessi sentimenti di Gesù, cioè con quella cordialità e attenzione fraterna che si fa carico delle necessità del prossimo. Bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza. Non si può avere un rapporto di amore, di carità, di fraternità con il prossimo se ci sono dei “buchi”, come non si può andare su una strada con tante buche.

Questo richiede di cambiare l’atteggiamento. E tutto ciò, farlo anche con una premura speciale per i più bisognosi. Poi occorre abbassare tante asprezze causate dall’orgoglio e dalla superbia. Quanta gente, forse  senza accorgersene, è superba, è aspra, non ha quel rapporto di cordialità. Occorre superare questo compiendo gesti concreti di riconciliazione con i nostri fratelli, di richiesta di perdono delle nostre colpe. Non è facile riconciliarsi. Si pensa sempre: “chi fa il primo passo?”. Il Signore ci aiuta in questo, se abbiamo buona volontà.  La conversione, infatti, è completa se conduce a riconoscere umilmente i nostri sbagli, le nostre infedeltà, inadempienze».

Non dobbiamo lasciarci assoggettarsi alla mentalità di chiusura del mondo

Il Papa ci spiega: «Il credente è colui che, attraverso il suo farsi vicino al fratello, come Giovanni il Battista apre strade nel deserto, cioè indica prospettive di speranza anche in quei contesti esistenziali impervi, segnati dal fallimento e dalla sconfitta. Non possiamo arrenderci di fronte alle situazioni negative di chiusura e di rifiuto; non dobbiamo lasciarci assoggettare dalla mentalità del mondo, perché il centro della nostra vita è Gesù e la sua parola di luce, di amore, di consolazione. È Lui! Il Battista invitava alla conversione la gente del suo tempo con forza, con vigore, con severità. Tuttavia sapeva ascoltare, sapeva compiere gesti di tenerezza, gesti di perdono verso la moltitudine di uomini e donne che si recavano da lui per confessare i propri peccati e farsi battezzare con il battesimo di penitenza.

La testimonianza di Giovanni il Battista, ci aiuta ad andare avanti nella nostra testimonianza di vita. La purezza del suo annuncio, il suo coraggio nel proclamare la verità riuscirono a risvegliare le attese e le speranze del Messia che erano da tempo assopite. Anche oggi, i discepoli di Gesù sono chiamati ad essere suoi umili ma coraggiosi testimoni per riaccendere la speranza, per far comprendere che, nonostante tutto, il regno di Dio continua a costruirsi giorno per giorno con la potenza dello Spirito Santo. Pensiamo, ognuno di noi: come posso io cambiare qualche cosa del mio atteggiamento, per preparare la via al Signore?».

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