Papa Francesco, Angelus Domenica delle Palme, 14 aprile 2019: la distribuzione delle coroncine per il Rosario

Oggi domenica 14 aprile 2019 Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa e l'Angelus della Domenica delle Palme, preceduto dalla Benedizione delle Palme!

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 1 marzo 2020 in Piazza San Pietro

Oggi domenica 14 aprile 2019 Papa Francesco in Piazza San Pietro, come da tradizione ogni anno, ha celebrato la Santa Messa della Domenica delle Palme e la Recita dell’Angelus, preceduto dalla Benedizione delle Palme. Le celebrazioni della Settimana Santa inizieranno domani domenica 14 aprile 2019, ossia nel giorno in cui si festeggia la Domenica delle Palme. La liturgia della Commemorazione dell’ingresso del Signore a Gerusalemme è prevista per le 10.00 del 14 Aprile in Piazza San Pietro.

La Santa Messa di Papa Francesco per la Domenica delle Palme.

Papa Francesco come di consueto in questa occasione ha benedetto gli ulivi e le Palme che vengono dalla Puglia e saranno distribuiti alle migliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro. Dopo la processione commemorativa ha celebrato la Santa Messa, nella quale è prevista la lettura della Passione del Signore. A concelebrare con il Pontefice cardinali, Arcivescovi e vescovi.

La Santa Messa di Papa Francesco celebrata oggi domenica 14 aprile 2019, la Domenica delle Palme.

Sottolinea oggi il Pontefice durante le celebrazioni della domenica delle Palme: “Le acclamazioni dell’ingresso in Gerusalemme e l’umiliazione di Gesù. Le grida festose e l’accanimento feroce. Questo duplice mistero accompagna ogni anno l’ingresso nella Settimana Santa, nei due momenti caratteristici di questa celebrazione: la processione con i rami di palma e di ulivo all’inizio e poi la solenne lettura del racconto della Passione. Lasciamoci coinvolgere in questa azione animata dallo Spirito Santo, per ottenere quanto abbiamo chiesto nella preghiera: di accompagnare con fede il nostro Salvatore nella sua via e di avere sempre presente il grande insegnamento della sua passione come modello di vita e di vittoria contro lo spirito del male.

Gesù ci mostra come affrontare i momenti difficili e le tentazioni più insidiose, custodendo nel cuore una pace che non è distacco, non è impassibilità o superomismo, ma è abbandono fiducioso al Padre e alla sua volontà di salvezza, di vita, di misericordia; e, in tutta la sua missione, è passato attraverso la tentazione di “fare la sua opera” scegliendo Lui il modo e slegandosi dall’obbedienza al Padre. Dall’inizio, nella lotta dei quaranta giorni nel deserto, fino alla fine, nella Passione, Gesù respinge questa tentazione con la fiducia obbediente nel Padre.

Anche oggi, nel suo ingresso in Gerusalemme, Lui ci mostra la via. Perché in quell’avvenimento il maligno, il Principe di questo mondo aveva una carta da giocare: la carta del trionfalismo, e il Signore ha risposto rimanendo fedele alla sua via, la via dell’umiltà. Il trionfalismo cerca di avvicinare la meta per mezzo di scorciatoie, di falsi compromessi. Punta a salire sul carro del vincitore. Il trionfalismo vive di gesti e di parole che però non sono passati attraverso il crogiolo della croce; si alimenta del confronto con gli altri giudicandoli sempre peggiori, difettosi, falliti… Una forma sottile di trionfalismo è la mondanità spirituale, che è il maggior pericolo, la tentazione più perfida che minaccia la Chiesa. Gesù ha distrutto il trionfalismo con la sua Passione.

Il Signore ha veramente condiviso e gioito con il popolo, con i giovani che gridavano il suo nome acclamandolo Re e Messia. Il suo cuore godeva nel vedere l’entusiasmo e la festa dei poveri d’Israele. Al punto che, a quei farisei che gli chiedevano di rimproverare i suoi discepoli per le loro scandalose acclamazioni, Egli rispose: «Se questi taceranno, grideranno le pietre. Umiltà non vuol dire negare la realtà, e Gesù è realmente il Messia, è realmente il Re.

Ma nello stesso tempo il cuore di Cristo è su un’altra via, sulla via santa che solo Lui e il Padre conoscono: quella che va dalla «condizione di Dio» alla «condizione di servo», la via dell’umiliazione nell’obbedienza «fino alla morte e a una morte di croce». Egli sa che per giungere al vero trionfo deve fare spazio a Dio; e per fare spazio a Dio c’è un solo modo: la spogliazione, lo svuotamento di sé. Tacere, pregare, umiliarsi. Con la croce, fratelli e sorelle, non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta. E con la sua umiliazione Gesù ha voluto aprire a noi la via della fede e precederci in essa.

Papa Francesco: “Nei momenti di oscurità e grande tribolazione bisogna tacere, avere il coraggio di tacere”

Ed aggiunge: “Preceduti da Maria, innumerevoli santi e sante hanno seguito Gesù sulla via dell’umiltà e sulla via dell’obbedienza. Oggi, Giornata Mondiale della Gioventù, voglio ricordare i tanti santi e sante giovani, specialmente quelli “della porta accanto”, che solo Dio conosce, e che a volte Lui ama svelarci a sorpresa. Cari giovani, non vergognatevi di manifestare il vostro entusiasmo per Gesù, di gridare che Lui vive, che è la vostra vita. Ma nello stesso tempo non abbiate paura di seguirlo sulla via della croce. E quando sentirete che vi chiede di rinunciare a voi stessi, di spogliarvi delle vostre sicurezze, di affidarvi completamente al Padre che è nei cieli, allora, cari giovani, rallegratevi ed esultate! Siete sulla strada del Regno di Dio.

Acclamazioni festose e accanimento feroce; è impressionante il silenzio di Gesù nella sua Passione, vince anche la tentazione di rispondere, di essere “mediatico”. Nei momenti di oscurità e grande tribolazione bisogna tacere, avere il coraggio di tacere, purché sia un tacere mite e non rancoroso. La mitezza del silenzio ci farà apparire ancora più deboli, più umiliati, e allora il demonio, prendendo coraggio, uscirà allo scoperto. Bisognerà resistergli in silenzio, “mantenendo la posizione”, ma con lo stesso atteggiamento di Gesù. Lui sa che la guerra è tra Dio e il Principe di questo mondo, e che non si tratta di mettere mano alla spada, ma di rimanere calmi, saldi nella fede. È l’ora di Dio.

E nell’ora in cui Dio scende in battaglia, bisogna lasciarlo fare. Il nostro posto sicuro sarà sotto il manto della Santa Madre di Dio. E mentre attendiamo che il Signore venga e calmi la tempesta, con la nostra silenziosa testimonianza in preghiera, diamo a noi stessi e agli altri «ragione della speranza che è in [noi]». Questo ci aiuterà a vivere nella santa tensione tra la memoria delle promesse, la realtà dell’accanimento presente nella croce e la speranza della risurrezione”.

La distribuzione delle coroncine di legno per recitare il Rosario in Piazza San Pietro.

Spiega il Pontefice prima dell’Angelus odierno: “Saluto tutti voi che avete partecipato a questa celebrazione e quanti sono uniti a noi tramite i vari mezzi di comunicazione. Questo saluto si estende a tutti i giovani che oggi, intorno ai loro Vescovi, celebrano la Giornata della Gioventù in ogni diocesi del mondo. Cari giovani, vi invito a fare vostre e vivere nella quotidianità le indicazioni della recente Esortazione apostolica Christus Vivit, frutto del Sinodo che ha coinvolto anche tanti vostri coetanei. In questo testo ognuno di voi può trovare spunti fecondi per la propria vita e il proprio cammino di crescita nella fede e nel servizio ai fratelli.

Nel contesto di questa domenica ho voluto offrire a tutti voi, convenuti in Piazza San Pietro, una speciale corona del Rosario. Queste corone in legno di ulivo sono state realizzate in Terra Santa espressamente per l’Incontro mondiale dei giovani a Panamà del gennaio scorso e per la Giornata di oggi. Rinnovo perciò ai giovani e a tutti il mio appello a pregare il Rosario per la pace, in modo particolare per la pace in Terra Santa e in Medio Oriente”.

I ramoscelli di olivo per la Santa Messa della Domenica delle Palme forniti dalla Puglia.

Le Città dell’Olio della Puglia con il Patrocinio della Presidenza della Regione Puglia hanno fornito oltre 100 mila ramoscelli di olivo per la Santa Messa della Domenica delle Palme. Ha dichiarato il coordinatore regionale e vice presidente delle Città dell’Olio Benedetto Miscioscia: “Una partecipazione dal grande significato non solo dal punto di vista liturgico ma anche simbolico che le Città dell’Olio della Puglia vogliono vivere per celebrare l’olivo sia come simbolo di pace ma anche come volontà di riscatto e di ripresa dell’olivicoltura pugliese penalizzata non solo a causa del flagello Xylella ma anche per le conseguenze subite dall’eccezionale gelata che ha compromesso, oltre la vita stessa delle piante, anche la produzione olivicola ed olearia con le immaginabili ripercussioni sotto il profilo economico e sociale. In questa chiave di lettura l’olivo diventa pianta sacra come è sacro l’olio che se ne ricava“.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore