Opzione Donna, le 20mila donne escluse dalla misura lanciano un appello a Giorgetti e Meloni!

Che novità ci sono sul fronte Opzione Donna? Ne abbiamo parlato con Paola Viscovich, che si è fatta portavoce delle istanze di tante donne!

Opzione Donna, le 20mila donne escluse dalla misura lanciano un appello a Giorgetti e Meloni!

Quali sono le novità in merito alla misura Opzione Donna? Che novità ci sono su tale fronte da un punto di vista normativo? Questa sarà la domanda che si stanno ponendo tante lavoratrici, che si auspicano di poterne usufruire. Ne abbiamo parlato con Paola Viscovich, amministratrice del gruppo Opzione Donna: le escluse, che si è fatta portavoce delle istanze di tante donne. Nella bozza del decreto lavoro non si fa riferimento alla misura opzione donna, che ha consentito in questi anni a molte lavoratrici di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, pur accettando una decurtazione dell’assegno pensionistico.

Paola Viscovich ci ha spiegato che al momento non si sa se all’interno della bozza non ci siano le modifiche della misura, oppure trattandosi di bozza siano ancora in discussione. Per la Viscovich, in ogni caso, “la legge di bilancio 2023 ha snaturato la misura opzione donna, che di fatto non esiste più”. Intanto, le 20.000 donne, attualmente escluse dalla misura opzione donna, lanciano l’appello al Ministro Giorgetti e al Presidente del Consiglio Meloni di restituire loro la misura opzione donna!

Opzione Donna: i requisiti previsti nella Legge di Bilancio!

Ricordiamo che la legge di bilancio 2022 aveva prorogato la misura senza modifiche e questi erano i requisiti da maturare entro il 31/12/21: 58 anni di età anagrafica per le lavoratrici dipendenti, 59 anni di età anagrafica per le lavoratrici autonome, 35 anni di contributi. Ricordiamo che è attiva la finestra, prevista per 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le lavoratrici autonome, con decorrenza dalla maturazione di entrambi i requisiti. Sottolinea la Viscovich di come con la nuova Legge di bilancio 2023 i requisiti sono stati stravolti e di fatto opzione donna non esiste più.

Questi i nuovi requisiti da maturare entro il 31/12/22: 60 anni di età anagrafica pe tutte (sia autonome che dipendenti), 35 anni di contributi. A questi requisiti è previsto uno sconto: di un anno per un figlio passando così da 60 a 59 anni di età, di due anni per due o più figli, passando così da 59 a 58 anni di età. I figli non sono l’unico paletto, ma per poter accedere le donne devono avere essere anche in una di queste tre categorie fragili: disabili con una percentuale minima del 74%; essere caregiver di congiunti conviventi fino al secondo grado con legge 104 art. 3 comma 3, da almeno 6 mesi; dipendenti o licenziate da aziende con aperto un tavolo di crisi il 1/1/2023, la riduzione di due anni nei confronti di questa tipologia di lavoratrici è a prescindere del numero dei figli.

Lo studio di Ezio Cigna della CGIL sui dati relativi ad Opzione Donna!

Da uno studio recente di Ezio Cigna della CGIL la platea da 20.000 che avrebbe potuto accedere con i vecchi requisiti, si ridurebbe a 2.900 dati del MDL, ma secondo Cigna si fermerebbe a 870 unità. Sappiamo anche che: nel 2019 le domande presentate erano 21.090, nel 2020 le domande presentate erano 14.510, nel 2021 le domande erano 21.500, nei primi 9 mesi del 2022 le domande erano 18.500. Per il 2023 il costo per una platea di 20.000 donne è pari a 90 milioni di euro, sono però stati stanziati dal Governo solo 20,8 milioni a copertura di solo 2.900 domande, ma calcolando che forse solo 870 donne potranno accedere, la spesa si riduce a 6 milioni di euro.

Opzione Donna, una misura di pensionamento anticipato con decurtazione del 30% della pensione!

Ci ha ricordato l’amministratrice del gruppo Opzione donna: le escluse, che, scegliendo la misura opzione donna, essendo una pensione anticipata completamente contributiva, le donne rinunciano fino al 30% della loro pensione per sempre. 30% che porterà ad un’utile nelle casse dello Stato a partire da quinto anno dopo la prima erogazione. Nel 2023 lo Stato inizia a realizzare il risparmio dovuto alla proroga del 2018, e così avanti per gli anni successivi. Ha così sottolineato la Viscovich:”Ho provveduto durante un incontro sindacale di investire la UIL nel verificare i dati INPS di quante domande sono state presentate nei primi tre mesi del 2023 per opzione donna con i nuovi requisiti nella mia regione FVG. L’INPS ha comunicato che fino ad oggi le domande presentate sono pari a ZERO. Ho fatto un indagine tra le mie iscritte sulle domande e presentate in altre città, questo il risultato: Provincia di TRENTO domande ZERO; PIACENZA domande ZERO; BERGAMO domande ZERO; RAVENNA domande ZERO: REGIONE VENETO domande ZERO; REGGIO EMILIA domande ZERO; REGIONE BASILICATA domande ZERO; CESENA domande ZERO”.

Le richieste al Governo del gruppo Opzione Donna: le escluse in merito alla misura Opzione Donna

La Viscovich ci ha spiegato le attuali richieste sul fronte Opzione Donna: “Noi chiediamo principalmente il ripristino totale della misura. Chiediamo: che l’età anagrafica venga riportata a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le lavoratrici autonome, considerando che con le finestre di 12 e 18 mesi potranno accedere a 59 anni le lavoratrici dipendenti e 60 anni e 6 mesi per le lavoratrici autonome, che venga tolto il requisito dei figli, altamente discriminatorio.

Per le tre categorie fragili, nell’eventualità che debbano rimanere, chiediamo; a) per le caregiver che sia tolto il paletto della convivenza di sei mesi, ma sia sufficiente essere in possesso, almeno da sei mesi di legge 104 comma 3 art.3, ma i sei mesi non siano legati al momento della presentazione della domanda, ma che siano relativi al 2022, questo aiuterebbe anche le caregiver che purtroppo hanno perso i loro cari nel corso appunto del 2022; per le licenziate chiediamo che la regola venga equiparata a quella dell’ APE SOCIALE, ossia venga tolto il paletto di licenziate con aperto tavolo d crisi al 01/01/2023, sostituendo con lavoratrici in stato di DISOCCUPAZIONE a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’art.7 della legge 15 luglio 166, nr. 604, ovvero per scadenza del termini del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendenti per almeno 18 mesi”.

Le istanze a Durigon e Calderone e le manifestazioni in Piazza per Opzione Donna!

In chiusura l’appello al Governo di Paola Viscovich: “In questi mesi ho interloquito con il sottosegretario Durigon ed incontrato sia il Ministro Calderone che il Presidente della commissione lavoro Rizzetto, nonché il Senatore Dreosto al quale ho consegnato un’istanza da far arrivare a Giorgetti con le nostre richieste. Tutti, dal primo all’ultimo, ci hanno confermato che sul tavolo di Giorgetti ci sono diverse proposte di modifica, e lo stesso MDL ha finanziato con parte del fondo del Ministero parte del costo ma ci ribadiscono che tutto è nella mani di Giorgetti. Le 20.000 donne sono pronte a scendere in piazza“.

Tutte in piazza per Opzione Donna!

L’amministratrice del gruppo Opzione Donna: le escluse in un post, che ha pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo, ha provveduto a sollecitare la partecipazione della donne alle manifestazioni in piazza che si terranno il 6 maggio a Bologna, 13 maggio a Milano, e il 20 maggio a Napoli. L’invito le donne a partecipare è con il motto: “IO CI SARO’, TU CI SARAI????”, tutte unite per chiedere a gran forza di restituire la misura Opzione Donna nella sua versione originale!

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MyMagazine.news

Informazioni sull'autore