Il Movimento Opzione Donna scende in campo contro i vitalizi lesivi dei diritti delle donne

Durante la manifestazione di sabato contro i vitalizi era presente anche il Movimento Opzione Donna per ribadire la sua contrarietà a tali privilegi.

Il Movimento Opzione Donna scende in campo contro i vitalizi ed a sostegno di Opzione Donna

Durante la manifestazione contro i vitalizi era presente anche il Movimento Opzione Donna per ribadire la sua contrarietà a tali privilegi. Il 15 febbraio 2020 in piazza a Roma le donne erano presenti alla manifestazione organizzata per combattere i privilegi dei vitalizi organizzata dal Movimento Cinque stelle. In piazza Santi Apostoli tanti sono stati coloro che sono intervenuti contro i vitalizi. Come ha ribadito Luigi Di Maio “una piazza che ama l’Italia, noi siamo i cittadini che vogliono garantire a tutti eguaglianza e libertà. Noi siamo orgogliosi di essere cittadini italiani. Se oggi siamo in piazza è perché chiediamo istituzioni all’altezza dell’amore per il nostro Paese, all’altezza dei valori della bandiera italiana”. Tutti gli esponenti politici presenti in una piazza gremita per dare risposta ai cittadini normali e non alla casta e ai privilegi della politica.

Il Movimento Opzione Donna ha ribadito la sua posizione contro i vitalizi

L’onorevole Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera, dopo aver ribadito la posizione del partito contro i vitalizi, ha introdotto l’intervento di Lucia Rispoli, amministratrice del Movimento Opzione Donna, che dal palco ha riaffermato con fermezza la posizione del Movimento contro i vitalizi, che rappresentano dei privilegi contro i diritti delle donne, che vivono una vita difficile fatta di disparità di genere e difficoltà di conciliazione tra lavoro di cura e lavoro professionale. Ha così rimarcato la Rispoli: “Nel 2011 La riforma Fornero ha cancellato completamente i diritti delle donne, allungato l’età pensionabile di 6/7 anni, aumentando il montante contributivo a 41 anni di contributi che sono un’infinità di ore lavorative per le donne che tutti i giorni vivono lavorando fuori e dentro casa, lavoro che non ha ottenuto un riconoscimento in termini contributivi…Abbiamo dovuto combattere per anni contro i governi per ottenere una forma di flessibilità a favore delle donne che non arrivano quasi mai a 41 anni di contributi, per consentire che uscissero prima dal mondo del lavoro con 35 anni di contributi, e con il calcolo contributivo lasciando il 30% nelle casse dello stato, per sanare il debito e deficit di questo stato”.

La richiesta forte da parte del Movimento Opzione Donna è l’abolizione dei vitalizi: “Chiediamo che i privilegi di questi vitalizi vengano meno…È un obbligo nei confronti delle donne che i risparmi che conseguiranno dal calcolo contributivo dei vitalizi possano essere destinati alle donne, per creare una rete sociale ed assistenziale, per l’infanzia ed a favore degli invalidi….Che la cura non sia solo un sacrificio delle donne“. L’obiettivo per il governo secondo la Rispoli deve essere quello di realizzare una rete efficace di servizi sociali ed assistenziali per l’infanzia e per le persone non autosufficienti in modo che l’attività di cura non determini più alcuna sottrazione al “circuito lavoro- produzione” in particolare delle donne.

Il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, dopo l’intervento di Lucia Rispoli, ha sottolineato che le donne sono l’esempio di come cittadini comuni siano disposti a rinunciare anche a una parte delle pensioni mentre dall’altra parte ci sono senatori che non rinunciano ai vitalizi, che a volte hanno avuto un incarico anche per breve periodo ed hanno un vitalizio che non è altro che un privilegio, una disparità rispetto a tutti gli altri cittadini. Tante persone versano nell’indigenza e nel bisogno, come nel caso dei pensionati, per il cui sostegno il governo ha emanato la misura della pensione di cittadinanza, come i disoccupati nei confronti dei quali è stata pensata la misura del reddito di cittadinanza, mentre dall’altra parte ci sono persone che si oppongono alla perdita di quello che è un mero privilegio, un emolumento che non si è né meritato nè guadagnato.

Le richieste del Movimento Opzione Donna e l’indignazione verso i vitalizi

Del resto già poche settimane fa in un lungo post Lucia Rispoli, in rappresentanza del Movimento Opzione Donna, aveva già espresso la propria indignazione difronte ad una misura, quella dei vitalizi, di vero privilegio, che risulta essere lesiva delle donne che per tanti anni hanno combattuto per vedere riconosciuti i propri diritti, rinunciando anche ad una parte della propria pensione: “Un esercito di circa 18.000 donne mature, diversamente giovani, alla fine dello scorso anno 2019, ha bussato alla porta dell’Inps per chiedere di riscuotere il proprio assegno pensionistico tramite la proroga di Opzione Donna al 31.12.2018, accettando il calcolo contributivo della pensione e rinunciando a circa il 30 per cento del proprio assegno pensionistico.

Perché questo esercito di donne ha combattuto per tre lunghi anni per ottenere il mantenimento di una misura di flessibilità c.d. Opzione Donna ed ha accettato il calcolo contributivo del proprio assegno pensionistico, rinunciando PER TUTTA LA VITA in media al 30 per cento della propria pensione?…Infatti, con la riforma Fornero, in nome di una logica di parità di sesso operata con un allineamento alle peggiori condizioni ed in grado di generare solo storture e disparità, donne mature si sono viste imporre un penosissimo allungamento dell’età pensionabile di circa 6/7 anni e, dunque, un destino di ulteriori anni di orari ed attività faticose (sempre ché in questo Paese il lavoro possa essere ancora considerato una realtà possibile per le donne over 50).

Perché in questa previdenza in costante mutamento, le donne sono state e sono sempre le più penalizzate in tutti i settori produttivi e, in modo repentino, sempre in nome di riforme economiche ritenute necessarie per sostenere la crescita, l’occupazione e il reddito e per mantenere la sostenibilità di istituzioni importanti come il sistema previdenziale. Queste lavoratrici hanno invocato pietà! Queste donne hanno chiesto che le storture generate dalla riforma Fornero venissero modificate e gli effetti dilazionati nel tempo! Questo esercito di donne ha chiesto il ripristino di maggiori forme di flessibilità di accesso alla pensione per le donne per compensare le differenze di genere che costituiscono, da sempre, la bruttura di questo Paese e sono ravvisabili nel destino che questo Paese riserva proprio alle sue donne…Ci sono voluti 3 anni di battaglie, ma alle fine abbiamo ottenuto purtroppo solo il mantenimento della misura Opzione Donna: un esercito di circa 18.000 donne di 58 e 59 anni con 35 anni di contributi hanno accettato di andare in pensione con il calcolo contributivo, rinunciando a circa il 30% del loro assegno pensionistico a favore delle casse dello Stato.

Gentili Senatrici, Egregi Senatori, è giunta l’ora che iniziate tangibilmente ad occuparvi della “cura” di questo Paese ed, in attesa che riusciate a concretizzare riforme economiche necessarie per sostenere la crescita, l’occupazione e il reddito e per mantenere la sostenibilità di istituzioni importanti come il sistema previdenziale, è giunta l’ora che rinunciate ai ricorsi già depositati per il mantenimento dei vitalizi a 700 ex senatori “colpiti dal ricalcolo su base contributiva”. Sapete quanti sono 35 anni di lavoro? Sono 12.783 giorni della vita di ciascuna donna di questo esercito di optanti, durante i quali si sono alzate tutte le mattine e sono andate a lavorare.
Ebbene a questo esercito di 18.000 donne optanti Voi avete lasciato solo una opzione: quella di accettare “senza se e senza ma” che il loro diritto pensionistico venisse sacrificato per lo Stato e per le giovani generazioni, in nome di un pareggio di bilancio. Voi le avete tenute ostaggio di una riforma previdenziale, condizionata solo da vincoli di bilancio, senza essere stati in grado di evitare che i rischi legati a questi cambiamenti si spostassero esclusivamente dallo Stato ai cittadini.

Non essendo intervenuti a riformare il sistema previdenziale imposto dalla legge Fornero, Voi avete obbligato le donne a combattere per 3 lunghi anni per poter andare in pensione con Opzione Donna e le avete costrette a rinunciare PER TUTTA LA VITA E NON IN MODO TEMPORANEO al 30 per cento circa del loro assegno pensionistico, pur di vivere: perché il 53,3% di questo esercito di 18.000 donne di 58 e 59 anni era in situazioni di grave difficoltà lavorativa. Egregi Signori e Signore Senatrici, fate il vostro dovere per questo Paese e per le donne che vi hanno mantenuto e sostenuto con il loro sacrificio (e lo fanno ancora), senza alcuna compensazione per i gender gap ai quali le avete condannate! Fate la vostra parte per sanare le poste di bilancio, perché questo esercito di 18.000 donne (destinato a crescere con la proroga di Opzione Donna al 31.12.2019 non avendo Voi ancora provveduto a riformare il sistema previdenziale) ha già lasciato, nelle poste di bilancio future di questo Paese, il 30 per cento del valore pensionistico calcolato su circa 230.094.000 giornate di lavoro, pari al numero di giornate lavorative che queste 18.000 donne di 58/59 anni hanno effettivamente lavorato (!) e per le quali hanno accettato una contabilizzazione con il sistema contributivo, in luogo del sistema retributivo o misto! Fate la Vostra parte, siete Senatrici e Senatori della Repubblica!”.

Utilizzare le risorse risparmiate dai vitalizi per la costruzione di una rete di servizi sociali ed assistenziali per l’infanzia e per le persone disabili

In chiusura la Rispoli aveva ribadito: “Iniziate finalmente ad occuparvi della “cura” di questo Paese e rinunciate a presentare i ricorsi per il mantenimento dei vitalizi a 700 ex senatori “colpiti dal ricalcolo su base contributiva”. Fatelo con orgoglio in nome delle donne di questo Paese, pensando che i 44 milioni che saranno risparmiati ogni anno possano essere destinati a contribuire alla costruzione di una rete efficace di servizi sociali ed assistenziali per l’infanzia e per le persone non autosufficienti in modo che l’attività di cura NON COMPORTI PIU’ alcuna sottrazione al “circuito lavoro- produzione” in particolare delle donne. Massima condivisione sui profili: difendiamo il futuro dei giovani di questo Paese!”.

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