Donne, pensioni e lavoro: Opzione donna e gap di genere

Donne, lavoro e pensioni. La raccomandazione dell'Ue ed il Rapporto Oil sul gap di genere. Armiliato torna a parlare di Opzione donna.

Pensioni anticipate: continua il pressing per la proroga di Opzione donna al 2019

Le donne ed il lavoro sono stati oggetto di un’analisi della Commissione europea, che in una scheda tematica per il semestre europeo ha rilevato che in tutti i paesi dell’UE la partecipazione al mercato del lavoro delle donne è inferiore a quella degli uomini. “Le donne nel mondo del lavoro tendono a lavorare meno ore, lavorano in settori scarsamente retribuiti e occupano posizioni di rango inferiore rispetto agli uomini, il che determina considerevoli divari retributivi fra i generi. Tali differenze sono dovute, in una certa misura, alla radicazione profonda dei ruoli di genere tradizionali, ma anche agli incentivi economici”.

Per l’UE: “Le donne possono dare un consistente impulso alla crescita economica e attenuare i rischi che incombono sulla società e sulle finanze pubbliche in relazione alla popolazione che
invecchia”. È stato calcolato, infatti, che le perdite di PIL pro capite attribuibili ai divari di genere nel mercato del lavoro rappresentano fino al 10 % in Europa. Secondo la Commissione Europea: “Sono necessari  sforzi costanti per contrastare i divari di genere e passare a un modello di duplice ruolo, nel quale sia gli uomini sia le donne possano essere fonti di reddito e, al tempo stesso, prestare assistenza ai familiari”.

Il divario occupazionale di genere in Italia

Nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea sul programma nazionale di riforma dell’Italia, datata  5 giugno 2019,  viene sottolineato che “il divario di genere nei livelli di occupazione in Italia rimane uno dei più elevati dell’UE e il tasso di occupazione delle donne, sebbene in lieve aumento, è di gran lunga inferiore alla media dell’UE (53,1 % contro il 67,4 % nel 2018)”

Si legge nel documento:” Gli investimenti nei servizi di assistenza e nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimangono insufficienti, così come le misure volte a promuovere le pari opportunità e adeguate politiche in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata. Ciononostante, manca ancora una strategia organica per promuovere la partecipazione
delle donne al mercato del lavoro.

Sebbene il congedo di paternità obbligatorio sia stato marginalmente allungato, passando da quattro a cinque giorni, il sistema dei congedi parentali rimane inadeguato e, unitamente a servizi di assistenza per l’infanzia e a lungo termine poco sviluppati, tende a ostacolare l’occupazione delle donne con figli o con familiari che necessitano di assistenza”.

“Inoltre il cuneo fiscale elevato per il secondo percettore di reddito riduce l’incentivo finanziario per le donne a lavorare. Una maggiore partecipazione delle donne alla forza lavoro,
corrispondente a maggiori tassi di partecipazione in generale, potrebbe favorire la crescita economica aumentando l’offerta di manodopera, alleviare la povertà e attenuare i rischi sociali e finanziari derivanti dall’invecchiamento della popolazione”, viene precisato nel dossier.

Donne e lavori di cura: il Rapporto dell’OIL

Nel  rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) pubblicato in occasione della Giornata internazionale delle Donne dell’8 marzo, viene evidenziato che la differenza nei tassi di occupazione di uomini e donne si è ridotta di meno di due punti percentuali negli ultimi 27 anni. Nel 2018, il tasso di occupazione femminile era inferiore di 26 punti percentuali rispetto a quello degli uomini.

Secondo la Direttrice del Dipartimento dell’OIL sulle condizioni di lavoro e l’uguaglianza, Manuela Tomei: “Un numero di fattori sta bloccando l’uguaglianza nell’impiego e il fattore che gioca il ruolo più importante è l’assistenza e la cura”. Negli ultimi 20 anni la quantità di tempo che le donne hanno speso per l’assistenza e la cura non retribuita e per il lavoro domestico è diminuita di poco. Per quanto riguarda gli uomini, la quantità di tempo spesa in assistenza e cura non retribuita è aumentata di soli otto minuti al giorno. A questo ritmo, ci vorranno più di 200 anni per raggiungere l’uguaglianza di genere nel tempo trascorso nel lavoro di assistenza e cura non retribuito”, ha osservato Tomei.

Il rapporto OIL identifica leggi e prassi che stanno cambiando questa dinamica, per una più equa condivisione della cura all’interno della famiglia, e tra la famiglia e lo Stato. “Quando gli uomini condividono il lavoro di cura non retribuito in modo più equo, più donne svolgono ruoli manageriali“, ha aggiunto Tomei, sottolineando il ruolo che hanno gli uomini nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro.

“Non realizzeremo il futuro del lavoro di cui abbiamo bisogno se non faremo dei progressi nel raggiungimento della parità di genere nel mondo del lavoro. La strada da percorrere è già conosciuta”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder. “Dobbiamo avviare un percorso di trasformazioni che includa l’applicazione di leggi e regolamenti e che sia sostenuto da investimenti in servizi per le donne, come quelli per l’assistenza e la cura e nella protezione sociale. A questo percorso si deve associare un approccio più flessibile all’orario di lavoro e alle carriere professionali. Abbiamo bisogno soprattutto di cambiare l’atteggiamento verso le donne che che lavorano“,  ha aggiunto Ryder.

Pensioni anticipate: le ultime novità su Opzione donna

Pensioni e lavoro sono due facce della stessa medaglia. Opzione donna è una misura che consente alle lavoratrici in possesso di determinati requisiti di andare in pensione anticipatamente. Nonostante la pesante decurtazione sull’assegno pensionistico, ricalcolato interamente con il metodo contributivo, molte donne desiderano poter accedere alla misura. Il  sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, ha assicurato che Opzione donna sarà prorogata al 2019 in occasione della Legge di Bilancio 2020. 

Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, ha così commentato la risposta fornita da Durigon in privato ad una donna, che gli chiedeva rassicurazioni sulla proroga: “Se questa è la risposta testuale che la signora in questione ha ricevuto (e non ne dubito) dal Sottosegretario Durigon ovvero: “Le promesse verranno mantenute nel momento della finanziaria perché dovremmo farlo oggi ed impegnare somme che si possono impegnare dopo. Spero davvero che sono stato chiaro” mi domando se si rende conto della gravità di quello che ha scritto e non solo per la forma delle serie “io speriamo che me la cavo”, francamente imbarazzante, ma per il contenuto che è davvero irricevibile.

Quindi la risposta che mi sento di dare al sottosegretario è solo una ed è questa: “ma certo caro Durigon, figuriamoci! per quale motivo dovreste impegnare oggi risorse che potete impegnare con tutto comodo domani o dopodomani o fra tre mesi o fra un anno o mai più, tanto le donne possono aspettare e ci mancherebbe altro che avessero una qualche pretesa, diritto o ragione!”.

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