Sentenza rivoluzionaria nel mondo del diritto di famiglia. La Cassazione, in una pronuncia destinata a fare storia, ha stabilito che nell’assegno di divorzio si dovrà tenere conto anche del periodo di convivenza prima del matrimonio. Con la sentenza numero 35385 depositata in questi giorni dalla Cassazione l’Italia fa un passo avanti nel riconoscere valore e dignità alla convivenza, chiaramente a patto che sussistano determinati presupposti. La convivenza prematrimoniale, scrive la Consulta, “è ormai un fenomeno di costume sempre più radicato nei comportamenti della nostra società cui si affianca un accresciuto riconoscimento, nei dati statistici e nella percezione delle persone, dei legami di fatto intesi come formazioni familiari e sociali di tendenziale pari dignità rispetto a quelle matrimoniali’. La suprema corte attribuisce un valore giuridico anche ai legami di fatto intesi come formazioni familiari e sociali.
La novità della Sentenza di Cassazione
Nei casi in cui il matrimonio si ricolleghi a una convivenza prematrimoniale avente i connotati di stabilità e continuità, in ragione di un progetto di vita comune, dal quale discendano reciproche contribuzioni economiche, e laddove ci sia una relazione di continuità tra la fase ‘di fatto’ e la fase ‘giuridica’ del vincolo matrimoniale”.
Il caso che ha portato alla sentenza è quello di una donna che chiedeva che nell’assegno di divorzio fosse incluso il periodo di convivenza prematrimoniale durante il quale era nato il figlio della coppia. Secondo la Corte d’Appello di Bologna la donna aveva rinunciato a lavorare “per l’agiatezza che proveniva dalla sua famiglia d’origine, non per essersi dedicata interamente alla cura del marito e del figlio”, perché aveva avuto esclusivamente riguardo al periodo di durata legale del matrimonio e non quello di convivenza prematrimoniale.
La Suprema Corte ribalta la sentenza
Quando il caso è passato in Cassazione la sentenza è stata ribaltata e la Corte ha ribadito che “l’assegno di divorzio ha una funzione assistenziale, ma parimenti anche compensativa e perequativa, e presuppone l’accertamento di uno squilibrio effettivo e di non modesta entità delle condizioni economiche patrimoniali delle parti, riconducibile in via esclusiva o prevalente alle scelte comuni di conduzione della vita familiare, alla definizione dei ruoli dei componenti della coppia coniugata, al sacrificio delle aspettative lavorative e professionali di uno dei coniugi”.
Il parere di Gian Ettore Gassani
La Suprema Corte a Sezioni unite ha emesso una sentenza rivoluzionaria sul piano giuridico e giudiziario, nonché su quello culturale e sociale, secondo quanto affermato all’Adnkronos da Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani. Spesso le scelte più importanti vengono condivise durante questa fase prematrimoniale. La Cassazione ha conferiro alla pregressa convivenza prematrimoniale un valore per il calcolo dell’assegno di divorzio. Secondo Gassani questa sentenza rappresenta una rivoluzione del diritto di famiglia perché vengono valorizzati i sacrifici e le rinunce che un convivente può aver fatto in favore dell’altro prima di convolare a nozze.