Divorzio e separazione con un’unica domanda, le novità dalla Cassazione

La Suprema Corte ha via libera a separazione e divorzio in un unico atto, in applicazione di quanto previsto dalla riforma Cartabia. Vediamo insieme le novità.

La Corte di Cassazione ha dato il via libera a separazione e divorzio in un unico atto, già previsto dalla riforma Cartabia. Una nuova norma entrata in vigore con la riforma Cartabia nel febbraio del 2023, che consente di accorpare la separazione e il divorzio in una pratica congiunta e con un solo procedimento. Lo ha deciso con una sentenza che ha messo fine ai dubbi interpretativi degli ultimi mesi. Tale novità era stata prevista dalla riforma Cartabia per snellire le cause, gli arretrati ed evitare stravolgimenti in seconda battuta. Si tratta di una novità in vigore da febbraio ma applicata in maniera discrezionale dai giudici. La sentenza della Cassazione di pochi giorni fa è intervenuta a dirimere una volta e per tutte la questione.

La Corte di Cassazione ha messo un punto alla difformità nell’applicazione normativa

La Suprema Corte, bocciando un ricorso presentato sulla riforma Cartabia, ha stabilito che chi vuole separarsi e divorziare in un’unica soluzione potrà farlo. Si tratta di una pratica seguita già da alcuni tribunali, ma avversata da altri. La Cassazione, con la pronuncia numero 28727 ha ribadito il principio per cui “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio”. Le ex coppie potranno presentare una domanda congiunta e cumulativa per separazione e divorzio, in un’ottica di maggiore stabilità degli accordi.

Soddisfazione dell’Organismo congressuale forense

La pronuncia è stata accolta con grande favore dall’Organismo congressuale forense per l’intervento tempestivo della Corte di Cassazione che pone fine alla difformità di pronunce di merito ristabilendo un criterio univoco di interpretazione dell’art 473 bis n.49 cpc. Con propria nota del giugno 2023 l’Organismo aveva già richiesto al Ministero di chiarire la disciplina con un intervento normativo. Adesso la Cassazione ha chiarito i dubbi interpretativi cosicché la normativa vigente può essere applicata in modo univoco e senza disparità di trattamento.

Un’unica domanda con gli elementi e documenti necessari

Prima era necessario fare due cause distinte, e pertanto presentare due volte i documenti, rivolgersi due volte a un avvocato, stabilire due diverse parcelle, pagare due contributi unificati, recarsi due volte davanti a giudici. La domanda adesso, invece, deve essere depositata con un ricorso e il richiedente deve dimostrare subito al giudice i mezzi di prova in suo possesso e i documenti che illustrano la propria condizione patrimoniale. Deve avvenire immediatamente la presentazione della dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, dell’elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie, ma anche degli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari. Si procede con un unico atto in cui si raccolgono già tutti gli elementi necessari a separazione e divorzio.

Riduzione di tempi, costi e carico giudiziario

Con la nuova pronuncia della Cassazione che ha posto fine alle difformità applicative, si apre la strada secondo anche quanto ribadito dal matrimonialista Gian Ettore Gassani a Repubblica, ad un nuovo percorso per il diritto di famiglia, più snello ,in cui si accorciano di gran lunga i tempi, che saranno di circa 6 mesi se si tratta di un divorzio consensuale, circa 12 se si tratta di un divorzio giudiziale. Ci sarà anche un risparmio economico, perché con l’atto unico sia l’avvocato che i contributi andranno versati una sola volta, si ridurrà il carico giudiziario, perchè per entrambe le fasi si avranno lo stesso numero di procedura e lo stesso giudice.

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