Luciano Ligabue torna con il nuovo film Made in Italy!

Luciano Ligabue torna con un nuovo film, Made in Italy, uscito al cinema oggi, giovedì 25 gennaio 2018, con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak.

Cinema, il nuovo film di Luciano Ligabue torna con il nuovo film Made in Italy

Luciano Ligabue torna con un nuovo film. Dopo 20 anni dal debutto al cinema come regista con Radiofreccia, giovedì è uscito al cinema oggi, giovedì 25 gennaio 2018, il film Made in Italy. Si tratta di un film con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak che interpretano Riko e Sara. Riko è un uomo onesto ma ogni cosa, nella sua vita, sembra diventata precaria. Il tempo corre, i cambiamenti fanno paura, e sono tanti i pensieri di Riko: il matrimonio con Sara, il lavoro. Andare avanti non è facile, ma Riko decide di prendere in mano il suo destino.

Luciano Ligabue: “Il cambiamento fa paura ma è necessario”. 

“Siamo consapevoli che il cambiamento fa paura, c’è sempre la preoccupazione che non porti buone cose, soprattutto se ti ancori alle due o tre certezze che hai. Ma il cambiamento è necessario e inevitabile; quello che ci condiziona non sono tanto le cose che cambiano intorno a noi, ma come reagiamo a questi cambiamenti”, ha spiegato Luciano Ligabue. “Riko e Sara vivono una realtà consolidata che entra in crisi, una realtà in cui l’inquietudine di Riko gli fa vivere tutto stretto nonostante ami quelle certezze. La sua crisi però gli permetterà di cambiare lo sguardo sulle cose”.

Luciano Ligabue ha parlato del suo film e ha spiegato com’è nata l’idea della trama realizzata: “La mia non vuole essere un’analisi sociale. La storia di Riko e dei suoi amici nasce dal desiderio di raccontare un uomo di mezza età che perdendo il suo lavoro, perde il senso di identità, diventa improvvisamente fragile. Facendo questo mestiere sono diventato un personaggio pubblico e attraverso la musica ho frequentato tante persone, alcune delle quali sono diventati amici. Ma gli amici che mi tiro dietro dall’infanzia, quelli sono la realtà che vivo di più. Tra loro ci sono tante persone perbene che non hanno voce, ecco volevo portare un pezzettino della loro storia nel film. Hanno definito Radiofreccia un film generazionale che era la cosa più lontana da quello che avevo in mente ma se qualcuno si identifica meglio così”.

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