Presentato all’ultima edizione del festival di Cannes, dove il passaggio del film ha lasciato uno strascico di critiche tra i giurati, ma ha anche suscitato l’entusiasmo dei fans del regista, «C’era una volta… a Hollywood», l’ultima creazione di Quentin Tarantino non è ancora uscita nelle sale italiane (è infatti programmata per settembre). Oltreoceano, invece, il film è già in proiezione, e non tutti gli spettatori statunitensi lo hanno accolto positivamente.
La denuncia di Shannon Lee.
Le critiche più aspre vengono da Shannon, la figlia di Bruce Lee, il noto attore e maestro di arti marziali deceduto nel 1973. Negli ultimi anni di vita, infatti, l’attore originario di Hong Kong era approdato negli studi cinematografici statunitensi, dove aveva girato alcuni film. E proprio il mondo del cinema hollywoodiano – e in particolare quello dei B-movies così caro al regista – è ambientato il nuovo film di Tarantino, in cui una galleria di volti noti, dal regista Roman Polanski all’attrice Sharon Tate, affianca i protagonisti della vicenda. Il cameo dedicato a Bruce Lee non è affatto piaciuto a sua figlia, che ha sfogato la propria amarezza in un’intervista rilasciata al sito di informazione “The Wrap”.
Durante la proiezione, Shannon ha provato imbarazzo sentendo le risate del pubblico accompagnare l’apparizione sullo schermo dell’attore che impersona suo padre. In effetti la presentazione caricaturale mette in cattiva luce Bruce Lee, mostrandolo come un uomo arrogante e rozzo. Shannon denuncia un’interpretazione che, anziché riscattare il padre dai pregiudizi razziali di cui fu vittima a Hollywood, rischia di rinnovarli nel pubblico contemporaneo.
