Carceri, amnistia, detenuti: la situazione delle carceri siciliane

In Sicilia è allarme nelle carceri, e per questo gli agenti di polizia hanno dichiarato uno stato d'agitazione in cui esporranno le criticità.

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In Sicilia è allarme nelle carceri: a Palermo e a Catania, secondo alcune statistiche, un detenuto su quattro soffre di disturbi psichiatrici, e tra questi detenuti ce ne sono almeno tre che, totalmente incapaci di intendere e volere, presentano un quadro clinico mentale incompatibile con la detenzione nelle carceri.

I tempi d’attesa per le visite specialistiche sono lunghissimi (possono passare anche sei – otto mesi), il numero degli educatori è inferiore rispetto al necessario, e si deve considerare che il fabbisogno di assistenza psichiatrica è in crescente aumento.

Non garantire a questi detenuti un’adeguata assistenza può avere gravissime conseguenze, basti pensare che nella sola Sicilia, nei primi tre mesi dello scorso anno, ci sono stati due suicidi,  21 tentativi di suicidio e 128 atti di autolesionismo da parte di detenuti.  In Sicilia, inoltre, ci sono solo due Rems che possono ospitare fino a 40 detenuti, ma la richiesta è decisamente maggiore.

La mancanza di strutture e di personale idoneo a gestire una tale situazione mette in pericolo non solo la vita dei detenuti affetti da problemi mentali, ma anche quella degli altri detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria. Non è infrequente, infatti, che gli agenti debbano fronteggiare situazioni estreme in cui i detenuti tentano di suicidarsi o di appiccare fuoco alle celle.

Gli agenti di polizia penitenziaria in stato d’agitazione in Sicilia: ecco perché. 

Gli agenti di polizia penitenziaria della regione Sicilia hanno proclamato uno stato d’agitazione: gli agenti, insieme ai sindacati UilPa, Osapp, Cgil Fp, Uspp e Cnpp, esporranno, davanti al carcere Ucciardone di Palermo, le criticità e le emergenze che devono fronteggiare ogni giorno.

Chiedono, inoltre, una rivisitazione del passaggio dei detenuti nelle strutture sanitarie, più fondi per i piantonamenti, per il servizio traduzioni e per nuovi e più idonei strumenti tecnologici. Si richiede, inoltre, di focalizzare l’attenzione sul problema delle aggressioni, che nelle carceri italiane stanno diventando quasi l’ordine del giorno.

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